Amelia Earhart, l’aviatrice che spronava le donne a essere libere di “volare” (e i resti del velivolo trovati nelle profondità oceaniche)

Un’immagine sonar (sgranata) oggi riaccende l’interesse su uno dei misteri più affascinanti del secolo scorso: che fine ha fatto la leggendaria aviatrice femminista Amelia Earhart?

Solcava i cieli di mezzo mondo, sfidando i tradizionali ruoli di genere e incoraggiando le donne a rifiutare le norme sociali costrittive e a perseguire i propri sogni, anche e soprattutto nel campo dell’aviazione. Attorno ad Amelia Earhart, la prima donna (e la seconda persona dopo Charles Lindbergh) a volare in solitaria attraverso l’Oceano Atlantico, c’è un alone di ammirazione e mistero.

La sua scomparsa in circostanze ancora non chiare, infatti, catturò l’immaginazione del pubblico e generò numerose teorie. Precipitata chissà dove, la sua sparizione durante un volo intorno al mondo divenne un enigma, alimentando molte speculazioni.

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Era il 1937 quando Amelia e il suo navigatore Fred Noonan avrebbero dovuto atterrare in una delle ultime tappe del suo tentativo di diventare la prima donna a circumnavigare il globo. Svaniti senza lasciare alcuna traccia, le operazioni di ricerca degli aviatori e del relitto furono all’epoca le più costose organizzate dalla Marina Usa e dalla Guardia Costiera, ma non portarono a nulla e i due furono dichiarati morti.

Chi era Amelia Earhart

Nata ad Atchison, nel Kansas, il 24 luglio 1897, Amelia Mary Earhart sin da bimba ha sfidato i tradizionali ruoli di genere: giocava a basket, che per la sua epoca era fantascienza, e seguì un corso di riparazione auto, per dirne alcune.

Durante la prima guerra mondiale prestò servizio come infermiera della Croce Rossa a Toronto, in Canada, e iniziò a trascorrere del tempo osservando i piloti del Royal Flying Corps. Dopo la guerra, tornò negli Stati Uniti e si iscrisse alla Columbia University di New York in medicina.

Amelia Earhart fece il suo primo giro in aereo in California nel dicembre 1920 con il famoso pilota della prima guerra mondiale Frank Hawks e ne rimase affascinata per sempre.

Nel gennaio 1921 iniziò le lezioni di volo con l’istruttrice Neta Snook e per pagarsele lavorò come archivista presso la compagnia telefonica di Los Angeles. Nello stesso anno acquistò il suo primo aereo, un Kinner Airster di seconda mano, soprannominato “il Canarino”. Nello stesso anno, la Earhart superò il suo test di volo, ottenendo una licenza della National Aeronautics Association,e due giorni dopo prese parte alla sua prima esibizione di volo al Sierra Airdrome di Pasadena, in California.

Earhart ha stabilito numerosi record di aviazione nella sua breve carriera. Il suo primo arrivò nel 1922, quando divenne la prima donna a volare in solitaria sopra i 14.000 piedi. Nel 1932, fu la prima donna a volare in solitaria attraverso l’Oceano Atlantico. Al suo ritorno negli Stati Uniti, il Congresso le conferì la Distinguished Flying Cross, una onorificenza militare assegnata per “eroismo o risultati straordinari durante la partecipazione a un volo aereo”. Fu la prima donna a riceverla.

Nello stesso anno, Earhart fu anche la prima donna a fare il primo volo in solitaria senza scalo attraverso gli Stati Uniti. Ha iniziato a Los Angeles ed è atterrata 19 ore dopo a Newark, nel New Jersey. Divenne anche la prima persona a volare in solitaria dalle Hawaii alla terraferma degli Stati Uniti nel 1935.

Contemporaneamente, Amelia non finì mai di promuovere le opportunità per le donne nel settore dell’aviazione: nel 1929, dopo essersi classificata terza nell’All-Women’s Air Derby, la prima gara aerea transcontinentale per donne, Earhart contribuì a formare la Ninety-Nines, un’organizzazione internazionale per il progresso delle donne pilota.

Divenne anche la prima presidente dell’organizzazione dei piloti autorizzati, che esiste ancora oggi e rappresenta le aviatrici di 44 Paesi.

Nel 1937, il giro intorno al mondo

Il 1° giugno 1937 Amelia Earhart decollò da Oakland, in California, per un volo in direzione est intorno al mondo. Era il suo secondo tentativo di diventare il primo pilota in assoluto a circumnavigare il globo. Volava su un Lockheed 10E Electra bimotore ed era accompagnata dal navigatore Fred Noonan. Volarono a Miami, poi giù in Sud America, attraverso l’Atlantico fino all’Africa, poi a est verso l’India e il Sud-Est asiatico.

La coppia raggiuse Lae, in Nuova Guinea, il 29 giugno e avevano ancora 7mila miglia da percorrere prima di raggiungere Oakland. Earhart e Noonan partirono da Lae per la piccola isola di Howland, la loro tappa successiva per il rifornimento, il 2 luglio. Fu l’ultima volta che Earhart fu visto vivo. Lei e Noonan persero il contatto radio con la lancia della guardia costiera americana Itasca, ancorata al largo dell’isola di Howland, e scomparvero durante il viaggio.

Il Presidente Franklin D. Roosevelt autorizzò una massiccia ricerca di due settimane, ma non furono mai ritrovati. Il 19 luglio 1937 Earhart e Noonan furono dichiarati dispersi in mare.

Studiosi e appassionati di aviazione hanno proposto molte teorie su ciò che accadde ad Amelia Earhart. La posizione ufficiale del governo americano è che Earhart e Noonan siano precipitati nell’Oceano Pacifico, ma esistono numerose teorie sulla loro scomparsa.

Il probabile ritrovamento

La Deep Sea Vision ha perlustrato oltre 6mila miglia di Oceano Pacifico, con un drone da 9milioni di dollari, ed è riuscita a fotografare un “oggetto” sul fondo dell’oceano, che alla fine identificandolo, potrebbe essere il Lockheed 10-E Electra, proprio l’aereo di Amelia Earhart.

L’equipaggio di 16 persone aveva iniziato la ricerca – durata circa 100 giorni – nel settembre 2023, scansionando oltre 13.468 chilometri quadrati di fondale marino. Hanno ristretto la loro indagine all’area intorno all’isola di Howland, un atollo nel Pacifico centrale tra Papua Nuova Guinea e Hawaii. Ma è stato solo quando il team ha esaminato i dati del sonar a dicembre che hanno visto il contorno sfocato e giallo di quello che somigliava a un aereo.

Alla fine, siamo venuti fuori con l’immagine di un obiettivo che crediamo fermamente sia l’aereo di Amelia, spiega il ricercatore Tony Romeo.

Di fatto, non ci sarebbero stati altri incidenti in quella zona. Sta ora attendere altre ricerche per confermare quanto trovato e dare giusta dignità a una donna che ha volato una vita intera. Libera.

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