Spesso, siamo inconsapevoli che anche il “nettare degli Dei”, oltre che buono, può essere alleato dell’ambiente. Ecco una serie di osservazioni, e qualche informazione su altri superalcolici.
Rosso o bianco il vino è, soprattutto per noi italiani, è una di quelle bevande cui difficilmente si può fare a meno, a maggior ragione quando ci sbizzarriamo in sostanziosi e abbondanti pranzi come il periodo appena passato. Spesso, però, siamo inconsapevoli che anche il “nettare degli Dei” abbia una serie di aspetti in grado di farlo essere, oltre che buono, anche eco-sostenibile e alleato dell’ambiente. Ecco una serie di osservazione, che andrebbero fatte, per cercare di recare meno danno possibile alla terra che ci ospita e, anche, alla nostra salute. Non solo vino, però, anche qualche piccola informazione sul mondo dei superalcolici.
1 – Biologico o biodinamico?
Il primo passo da compiere sarebbe quello di comprare solo bottiglie certificate in maniera biologica o, ancor meglio, biodinamica. Questi 2 termini, spesso confusi, esprimono due aspetti molto distinti. Per biologico si intendono i vini che hanno la specificità di essere stati prodotti con uve le cui piante e il terreno in cui vegetano non sono stati trattati con pesticidi, diserbanti e prodotti che non siano naturali, alla stessa stregua di tutti gli altri prodotti agricoli provenienti da agricoltura biologica. Il concetto di biologico, quindi, si ferma alla soglia della cantina, ovviamente sta all’enologo e al produttore stabilire se operare coerentemente con i principi biologici o comunque di contenimento della gestione naturale del prodotto non ricorrendo alla chimica o a sostanze frutto di OGM. Per biodinamico, invece, si intende l’idea che la vigna e la cantina facciano parte di un unico ecosistema che si muove e si sviluppa in pieno accordo con le fasi astrologiche e i cicli lunari. Un vino biodinamico sottintende che l’enologo non abbia fatto uso di lieviti e manipolazioni per aggiustare i valori naturali del prodotto. Insomma, può essere considerato come un’estensione del biologico essendo più sano e più naturale.
2 – Il tappo in alluminio o sughero?
L’alluminio è sicuramente più facile da riciclare e soprattutto non permette al vino di sapere di “tappo” o, peggio ancora, di trovarci dentro pezzettini di sughero. C’è, però, tutto il lato legato alla tradizione e alla cultura che potrebbe non far piacere affatto un vino servito con un tappo di alluminio. Per fortuna, quindi, anche da parte del famoso tessuto vegetale derivato dalla quercia, si stanno lentamente attivando piani per la promozione, la corretta gestione e soprattutto il riciclo, tentando di non far gravare troppo questo materiale all’ambiente. Noi vi rinfreschiamo la memoria per non far sì che il vostro tappo – dopo essere stappato – finisca nel cestino ().
4 – Comprare direttamente dal produttore
Sarebbe la soluzione più ecologica di tutte: recarsi da chi il vino lo fa, con le proprie bottiglie e con i propri mezzi. Così facendo, non solo si risparmierebbe in termini economici, ma si abbasserebbe totalmente tutta la soglia della produzione (trasporto, imballaggio etc. etc.).
5- Prediligere cantine ecosostenibili
Se il vino biologico o acquistato direttamente dal contadino non soddisfa proprio il vostro palato potete optare per il vino prodotto e imbottigliato da cantine particolarmente attente all’ambiente. In Italia stanno proliferando aziende vitivinicole che tentano di ridurre l’impatto e le emissioni delle proprie bottiglie di vino non ci credete? Qui qualche esempio.
5 – Alcool biologico
Eh già, anche l’alcool dovrebbe avere un processo legato alla sua formazione. Per essere certificato, infatti, lo spirito deve essere fatto di ingredienti coltivati in aziende biologiche certificate e trasformati in una distilleria biologica certificata, senza pesticidi o fertilizzanti e senza azoto o altre sostanze chimiche nel processo di distillazione.
6 – Vodka biologica
Sono sempre gli Stati Uniti ad aver pensato di certificare anche uno dei più noti superalcolici al mondo: la vodka. Quest’azienda ha infatti deciso di produrre una gamma, del famoso distillato di patate, biologica al 100%. A quanto pare si può anche comprare on-line: da provare!
7 – Açai
Sempre superalcolici, ma questa di volta di un distillato semi-sconosciuto. Si tratta del liquore d’Açai. A questo nome corrispondono delle piccole bacche diffusissime in Brasile che hanno degli effetti sulla salute estremamente benefici. Sono considerate, infatti, una fonte di antiossidanti, più dei mirtilli o del vino rosso. Alcune persone pensano che le bacche di acai possano essere molto sane e aiutare a perdere peso e nel contempo migliorare la salute generale e far sentire in ottima forma. Perché quindi non berle? La VeeV ha prodotto questo superalcolico in maniera biologica e, non doma, è diventata, nel giro di pochissimo tempo, la prima società di alcol statunitense a compensare completamente le emissioni di anidride carbonica dalle loro attività commerciali.
Bere responsabilmente è giusto. Farlo in modo “green” ancora di più.
Alessandro Ribaldi
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