Al via voucher per le famiglie che vogliono ospitare bambini dall’Ucraina, l’iniziativa del Piemonte

La regione Piemonte metterà a disposizione delle famiglie che ospiteranno i cittadini ucraini un buono probabilmente per la spesa

La solidarietà che l’Italia sta mostrando nei confronti dell’Ucraina, devastata dagli orrori della guerra, non si arresta e mentre migliaia di cittadini contribuiscono raccogliendo generi alimentari, coperte ed indumenti caldi da mandare principalmente al confine dello Stato con Polonia, Ungheria, Romania, molte regioni della nostra penisola hanno avviato un coordinamento per soccorrere i profughi e tra queste vi è il Piemonte.

La regione Piemonte ha annunciato di recente di voler emanare una manifestazione di interesse per creare un elenco di famiglie piemontesi pronte ad ospitare i profughi in fuga dall’Ungheria, oltre che una raccolta farmaci, l’allestimento di un ospedale da campo per curare i feriti di guerra al confine e la cooperazione con ospedali italiani per accogliere pazienti più gravi come i bimbi oncologici ucraini.

Le famiglie che faranno richiesta verranno sostenute dalla Regione che ha pensato di dimostrare la proprio riconoscenza tramite un voucher che probabilmente consisterà in un buono spesa per agevolare agli acquisti alimentati e non. Si tratta di un aiuto che verrà assegnato a chi è pronto ad aprire la propria casa alle famiglie in fuga e offrire loro un posto letto.

Molte associazioni stanno cooperando con la Regione per organizzare l’apertura del corridoio umanitario, sul quale si attendono istruzioni più precise. Tra queste vi è Arca Solidale che ringrazia le

 tantissime persone che ci stanno inviando email, messaggi, telefonate, per esprimerci la loro solidarietà e disponibilità ad ospitare bambini e famiglie Ucraine”

come scrive su Facebook, invitando chiunque voglia ospitare a fornire i propri dati sul sito www.arcasolidale.it

Altri enti continuano a cercare delle sistemazioni confortevoli per poter accogliere, il console Arrigotti fa sapere che sono già oltre 500 le famiglie che negli scorsi giorni hanno contattato la Regione, ma ci si aspettano numeri molto più alti.

Fonte: Regione Piemonte

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