Ahoo Daryaei, la studentessa che si è spogliata per protestare contro il regime in Iran, è stata liberata. Era stata trattenuta in ospedale psichiatrico perché ritenuta “malata di mente”, pur di oscurare il suo gesto coraggiosissimo
Ahoo Daryaei, la studentessa iraniana protagonista del potente gesto simbolico contro il codice di abbigliamento obbligatorio, è stata finalmente rilasciata dopo essere stata trattenuta in ospedale psichiatrico. La giovane aveva protestato all’inizio di novembre presso l’Università Azad di Teheran, spogliandosi fino a rimanere in intimo in risposta alle regole sempre più stringenti volute dal regime.
Il video dell’evento, diffuso rapidamente sui social media, ha attirato attenzione internazionale e acceso dibattiti sulle restrizioni imposte alle donne in Iran. Nelle immagini, Ahoo camminava nel cortile dell’università, circondata da altre studentesse velate di nero. Poco dopo, è stata arrestata con brutalità dai Basij, una milizia paramilitare, e trasferita in una struttura sanitaria sotto ordine dell’intelligence dei Guardiani della Rivoluzione.
Secondo le autorità iraniane, la studentessa non affronta accuse legali perché ritenuta “malata di mente”. Il portavoce della magistratura ha dichiarato che Ahoo è stata consegnata alla famiglia per ricevere cure, cosa che ha sollevato ulteriori critiche da parte di organizzazioni per i diritti umani. Amnesty International e altre realtà hanno denunciato l’uso di ospedali psichiatrici come strumento di repressione politica, sottolineando che episodi di abusi e torture sono documentati in strutture simili.
Le autorità iraniane hanno attribuito l’accaduto a “problemi psicologici”
Le autorità iraniane dal canto loro hanno cercato di minimizzare l’accaduto. Il ministro della Scienza, Hossein Simaei, ha definito il gesto “immorale” e “contrario alla legge islamica”. Allo stesso tempo, il governo ha cercato di attribuire l’accaduto a presunti problemi psicologici preesistenti della ragazza, allontanando il focus dalla questione dei diritti delle donne e della libertà di espressione.
Nonostante la repressione interna, il caso di Ahoo è diventato un simbolo internazionale della lotta contro l’hijab obbligatorio. La sua immagine ha ispirato proteste femministe in Europa e il suo gesto è stato paragonato a quello di Mahsa Amini, la giovane deceduta nel 2022 in custodia della polizia morale.
Sebbene le proteste interne siano state contenute, il caso di Ahoo ha riacceso l’attenzione sul ruolo delle donne iraniane nella resistenza contro le imposizioni del regime. E, probabilmente, è proprio grazie all’eco mediatica che si è scatenato che finalmente la giovane è potuta tornare a casa senza fare la stessa triste fine toccata a Mahsa Amini.
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