“Prima i bianchi”: studenti africani bloccati al confine polacco, dove i corridoi umanitari si attivano in base al colore della pelle

Qui, sul confine della Polonia, l’ultimo baluardo di umanità è caduto rovinosamente. Quelli che hanno la pelle nera finiscono per essere oggetto di razzismo e di umiliazioni, mentre la guerra è in corso e tutto quello di cui c’è bisogno è scappare. Il paradosso dentro al paradosso

Si accalcano davanti ai treni in un groviglio di urla e di rabbia, buste, zaini, bambini in braccio, e sui bus verso il confine con la Polonia non c’è un briciolo di posto per loro. Dicono che “non si occupano degli africani” e mentre una tragedia a suon di fossili si consuma, un’altra ha dentro di sé il seme del razzismo puro.

Sono giorni, ormai, che si moltiplicano i racconti e i video di africani residenti in Ucraina, per lo più studenti, maltrattati alle stazioni, fatti scendere dai bus e tenuti per giorni interi bloccati al confine.

I neri africani vengono trattati con razzismo in Ucraina e Polonia. L’Occidente non può chiedere alle nazioni africane solidarietà se non hanno per gli africani il minimo rispetto nemmeno in tempo di guerra, twitta Ayoade Alakija, inviata speciale dell’Oms per l’emergenza Coronavirus, mentre il web è inondato di testimonianze agghiaccianti scorrendo l’hashtag #AfricansinUkraine.

aficani ucraina

©Reuters

https://twitter.com/korrinesky/status/1496812936005881858

Anche la BBC ha raccolto diverse testimonianze: Isaac, un nigeriano che ha cercato di entrare in Polonia, ha raccontato di essere stato inseguito e colpito dalla polizia armata di bastoni. Un altro cittadino nigeriano, Osemen, ha raccontato alla BBC che gli è stato impedito di salire su un treno diretto a Leopoli, vicino al confine con confine con la Polonia, perché “solo gli ucraini sono ammessi a bordo“.

Anche un funzionario del ministero degli Esteri sudafricano, Clayson Monyela, ha raccontato di studenti “trattati male” al confine.

Secondo il Presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, sono circa 4mila i nigeriani presenti in Ucraina, per lo più studenti:

Tutte le persone in fuga da una situazione di conflitto hanno uguale diritto a un passaggio sicuro ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite e il colore del loro passaporto o della loro pelle non dovrebbe fare differenza.

L’appello dei Presidenti africani

L’attuale Presidente dell’Unione Africana e Presidente della Repubblica del Senegal, S.E. Macky Sall, e il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, S.E. Moussa Faki Mahamat, stanno seguendo da vicino gli sviluppi in Ucraina e in un comunicato di dicono particolarmente turbati dalle notizie secondo cui ai cittadini africani sul lato ucraino del confine viene negato il diritto di attraversare il confine in sicurezza.

I due Presidenti ricordano che tutte le persone hanno il diritto di attraversare i confini internazionali durante il conflitto e, in quanto tali, dovrebbero godere degli stessi diritti di uscire per salvarsi dal conflitto in Ucraina, indipendentemente dalla loro nazionalità o identità razziale.

I rapporti secondo cui gli africani sono stati individuati per inaccettabili trattamenti dissimili sarebbero scioccamente razzisti e violerebbero il diritto internazionale – si legge. A questo proposito, i Presidenti esortano tutti i Paesi a rispettare il diritto internazionale e a mostrare la stessa empatia e sostegno a tutte le persone che fuggono dalla guerra nonostante la loro identità razziale.

Un paradosso in cui sembra certa solo una cosa: non c’è mai fine al peggio.

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Fonti: Twitter / African Union / BBC

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