L’Italia mette in salvo Sharbat Gula, la “ragazza dagli occhi verdi” fotografata da Steve McCurry e simbolo dei conflitti in Afghanistan

L'Italia ha dato rifugio sicuro a Sharbat Gula, la ragazza afgana dagli occhi verdi la cui foto del 1985 divenne simbolo delle guerre nel Paese

L’Italia ha dato rifugio sicuro a Sharbat Gula, la “Ragazza Afghana” dagli occhi verdi la cui foto del 1985 su National Geographic divenne simbolo delle guerre del suo Paese

Era l’85 quando, grazie alla fotografia di Steve McCurry la ritraeva, giovane e sorprendenti occhi verdi, in un campo profughi di Peshawar per la copertina del National Geographic Magazine, Sharbat Gula fu conosciuta in tutto il mondo, tanto da simboleggiare le vicissitudini e i conflitti della fase storica che, in quel momento, l’Afghanistan e il suo popolo stavano attraversando.

Ora Gula è qui. Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il nostro Governo è intervenuto dopo Sharbat Gula aveva chiesto aiuto per lasciare l’Afghanistan in seguito all’acquisizione del Paese da parte dei talebani ad agosto, si legge in una nota, aggiungendo che il suo arrivo faceva parte di un programma più ampio per evacuare e integrare i cittadini afgani.

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Rispondendo alle sollecitazioni di quanti nella società civile e in particolare fra le organizzazioni no profit attive in Afghanistan hanno raccolto, dopo gli eventi dello scorso agosto, l’appello di Sharbat Gula a essere aiutata a lasciare il proprio Paese, la Presidenza del Consiglio ne ha propiziato e organizzato il trasferimento in Italia, nel più ampio contesto del programma di evacuazione dei cittadini afghani e del piano del Governo per la loro accoglienza e integrazione, si legge.

Oggi Sharbat Gula ha 49 anni, si è sposata a soli 13 anni, ebbe tre figlie (la quarta figlia morì poco dopo la nascita); in seguito ebbe un figlio maschio.

Alla fine di ottobre 2016, Gula fu arrestata dalla polizia pakistana con il sospetto di aver falsificato un documento d’identità. I giudici pakistani hanno ordinato il suo rimpatrio in Afghanistan, dove il Governo ha promesso di occuparsi dell’alloggio, dell’istruzione e della salute della sua famiglia.

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Fonte: Palazzo Chigi

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