Adriano Olivetti, 61 anni fa moriva l’imprenditore visionario che aveva a cuore lavoratori e ambiente

Adriano Olivetti vedeva l'azienda come un soggetto con una precisa funzione e con una responsabilità sociale, non solo orientata al profitto.

Il 27 febbraio del 1960, alla vigilia del carnevale, ci lasciava Adriano Olivetti, morto all’improvviso mentre viaggiava in treno da Milano in Svizzera.
Ivrea, città natale dell’ingegnere piemontese, quell’anno annullò la tradizionale battaglia delle arance.

Adriano Olivetti era un industriale e un imprenditore: al momento della sua scomparsa, la storica fabbrica Olivetti dava lavoro a 36 mila persone, di cui 25mila in Italia.

Olivetti era però anche un intellettuale e un visionario, capace di intraprendere strade mai percorse prima di lui.

Le sue fabbriche erano caratterizzate da grandi vetrate, così che potesse entrare luce negli ambienti di lavoro e per consentire ai dipendenti di mantenere un rapporto con la natura e il territorio, senza sentirsi alienati dal lavoro.

Per evitare che le persone spopolassero le campagne, allontanandosi dalla natura per trasferirsi a Ivrea a lavorare nelle sue fabbriche, Olivetti forniva prestiti agevolati ai propri dipendenti, perché questi potessero mantenere la loro attività agricola.

Olivetti aveva voluto anche una biblioteca aziendale, che poteva essere frequentata dai dipendenti anche durante l’orario di lavoro. Nei locali adibiti a mensa, poi, erano abitualmente organizzati spettacoli teatrali per i lavoratori.

“ Questa nuova serie di edifici posta di fronte alla fabbrica sta a testimoniare con la diligente efficienza dei suoi molteplici strumenti di azione culturale e sociale che l’uomo che vive la lunga giornata nell’officina non sigilla la sua umanità nella tuta di lavoro ”, sono le parole di Olivetti, pronunciate nel 1958 in occasione dell’inaugurazione della biblioteca e dell’infermeria aziendali.

Gli effetti delle idee della sua filosofia, sono ancora visibili oggi, a cominciare dall’orario di lavoro: l’Olivetti ridusse infatti l’orario di lavoro da 48 a 45 ore settimanali a parità di salario nel 1956, anticipando di diversi anni quello che poi è stato raggiunto a livello nazionale con i contratti collettivi del lavoro.

L’Olivetti fu inoltre la prima azienda italiana a riconoscere il congedo di maternità per 9 mesi e mezzo garantendo l”80% della retribuzione, quando ancora la misura non era prevista dalla legge, e a costruire asili nido vicini alle fabbriche.

Servizi sociali che Olivetti forniva prima dell’intervento pubblico, concepiti come un diritto dei lavoratori e non come concessione. Perché l’idea di Adriano Olivetti era quella di costruire un’azienda con una precisa funzione e con una responsabilità sociale, non solo orientata al profitto.

“Può l’impresa darsi dei fini che non siano identificabili esclusivamente negli indici dei profitti ?”, era la domanda a cui Olivetti cercava di rispondere.

Fonti di riferimento: Le città di Olivetti/Fondazione Adriano Olivetti

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