La pubblicità di questi reggiseni sportivi è stata bandita nel Regno Unito per aver mostrato i seni nudi delle donne

In UK le pubblicità dei reggiseni sportivi Adidas sono state vietate perché potrebbero causare "un'offesa diffusa". Una misura corretta o esagerata?

Niente sesso siamo inglesi”, si potrebbe dire canzonando un po’ i sudditi di Elisabetta. A loro non è andata giù la pubblicità dei nuovi reggiseni sportivi Adidas, colpevole di mostrare “nudità esplicite”. Ne è seguita una vera e propria censura, mentre in molti vedono l’occasione persa per parlare di body positivity.

Oggetto del disguido è l’immagine dei seni nudi di dozzine di donne di diverse gradazioni del colore della pelle, seni di diverse forme e di diverse dimensioni. Lo specchio di una realtà che non ci vede tutte uguali, di una realtà che a volte ci imbarazza e che non ci fa vivere serene. Il tutto in un formato a griglia apparso su Twitter e su alcuni cartelloni pubblicitari.

Crediamo che il seno delle donne di tutte le forme e dimensioni meriti supporto e comfort. Ecco perché la nostra nuova gamma di reggiseni sportivi contiene 43 stili, in modo che tutti possano trovare la vestibilità giusta per loro.

Recitava la campagna, tra l’altro lanciata a febbraio scorso, che mirava a sottolineare il fatto che ciascuna donna ha la propria fisicità e per questo “la nuova gamma di reggiseni” è adatta a tutte. Contestualmente, i due poster mostravano immagini ritagliate simili di 62 e 64 donne e dicevano: “I motivi per cui non abbiamo realizzato un solo nuovo reggiseno sportivo“.

Da allora lo spot ha sollevato parecchie polemiche: sui social gli utenti si sono divisi tra chi pensava si trattasse di una vera e propria celebrazione del corpo delle donne e chi, piuttosto, accusava il brand di strumentalizzare quello stesso corpo ai fini di puro marketing.

E così, la Advertising Standards Agency (ASA), la commissione nazionale che monitora la pubblicità nel Regno Unito che ha ricevuto ben 24 denunce, ha deciso di dire la sua sostenendo che quella pubblicità “sessualizza le donne e le riduce a parti del corpo”. E ha censurato.

Nel mirino dell’ASA sono finiti anche i vari cartelloni che erano stati affissi in alcune strade in UK, perché “potevano essere visti da chiunque, compresi i bambini”.

Il brand di abbigliamento ha dal canto suo affermato che i cartelloni e i manifesti non erano stati messi vicino a scuole o a luoghi religiosi e che dunque non ritiene che la campagna avrebbe potuto causare danni ai bambini. Ma l’ASA ha a sua volta risposto dicendo che la rappresentazione di seni nudi, incluso il post sui social in cui i seni delle modelle era stati solo leggermente sfocati, “è probabile che venga vista come nudità esplicita”.

E su questo, infine, è intervenuto Twitter, che ha sottolineato che per la piattaforma non risultava una violazione dei propri termini di servizio.

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Fonti: ASA / Adidas UK

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