Una nomination agli Oscar a 19 anni e una ai Tony a 83, la carriera di Angela Lansbury ha attraversato sette decenni e innumerevoli trasformazioni sul palcoscenico, sullo schermo e in televisione, con bene in mente una piccola, grande rivoluzione per le donne, fin troppo passata sotto silenzio. Ci lascia a 96 anni
“Posso dirlo in tutta onestà, ero un’attrice troppo brava”, si descriveva così Angela Lansbury in un’intervista post mortem che di fatto il New York Times ha pubblicato solo oggi. “Ero principalmente un’attrice e non un bel viso”.
E ce lo ricordiamo bene quel viso in quei telefilm cult, signora Fletcher, occhi sgranati a cercare indizi, fronte corrucciata con fare inquisitorio, e i tuoi romanzi gialli di successo grazie ai quali chiunque, ma proprio chiunque, ti chiedeva qualsiasi forma di aiuto.
Un po’ come l’ispettore Colombo, ti trovavi sempre al posto giusto al momento giusto (dove arrivavate voi, in pratica, moriva sempre qualcuno), per risolvere quesiti e misteri, usando il suo acuto spirito d’osservazione e la tua esperienza.
E quanto ci piaceva, signora Fletcher, quella sigla orchestrata da John Addison (compositore, tra l’altro, vincitore di un Oscar per la migliore colonna sonora di Tom Jones, del 1964, e una nomination per Gli insospettabili, nel 1973). Pianoforti e poi violini, contrabbassi, violoncelli e tromboni, che rendono quella musica riconoscibilissima.
Forse tutte queste cose insieme sono state il motivo del tuo successo, del successo della serie per antonomasia, La signora in giallo (Murder, she wrote), che ancora oggi riesce ad attaccare gli occhi alla tv.
La signora in giallo debuttò negli Stati Uniti il 30 settembre 1984, mentre in Italia le prime serie sono state trasmesse da Raiuno, che ha iniziato a mandarla in onda dal 1988, inizialmente in prima serata e poi nella fascia di mezzogiorno. Un successo planetario, che trasformò la Lansbury da character actress, dedita alle parti pittoresche ma mai centrali (l’Oscar arrivò solo nel 2013 e alla carriera), e attrice di Broadway a vera icona della televisione.
Avevo 59 anni – raccontava qualche anno fa – quando la serie è iniziata e davvero non avevo la minima idea di quanto duro lavoro richiedesse. Sul copione Jessica era descritta come un’eccentrica signora anziana, ma a me non piaceva. Ho cercato eliminare questo stereotipo dal personaggio e renderla più aperta al mondo. Volevo che tutte le donne trovassero in lei un punto di contatto e che dicessero: “Anch’io avrei detto o fatto così, anch’io avrei reagito in quel modo”.
Che fosse quasi un’icona femminista? Perché no. D’altronde, proprio come il NYT scrive oggi “la sua popolarità duratura è stata una testimonianza della determinazione e del talento di una donna che gli studi di Hollywood non vedevano come la loro protagonista”.
Già. La vita reale di Angela si intreccia con quella fittizia di Jessica. La loro indipendenza, il loro fare a meno degli uomini, la risolutezza nel risolvere problemi.
Curiosità
Jessica Fletcher è anche apparsa in alcuni film per la TV e in un episodio della serie Magnum P.I., ed è anche la protagonista di svariati veri romanzi che seguono il format della serie televisiva.
Nel 2004 negli Stati Uniti è stata inclusa nei “100 Maggiori Personaggi Televisivi” dalla rete TV Bravo. AOL l’ha nominata tra i “100 Personaggi Televisivi Femminili da ricordare”. Il Guinness World Records l’ha definita “Il detective amatoriale più prolifico”.
La rete statunitense CBS decise di spostare la messa in onda della dodicesima stagione di Murder, She Wrote dalla domenica al giovedì, contro Friends. Lansbury – che già da un po’ era la produttrice esecutiva della serie – riuscì a ironizzare su questa mossa in un episodio che vede un omicidio sul set di una sitcom con giovani protagonisti, intitolata Buds.
Il 9 maggio del 1998 La Signora in giallo chiuse i battenti negli States, con un episodio ambientato in una radio che interrompe le trasmissioni per inseguire un pubblico più giovane. Ne seguirono quattro film tv, ma non fu più lo stesso fascino.
Con l’addio alla Lansbury, oggi, si chiude definitivamente un’epoca, quella dell’attesa di un nuovo episodio (non fagocitati da nessuna piattoforma) e delle sigle di testa che ascoltavi fino all’ultima nota.
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