“Abusate dai soldati inglesi”, le accuse delle donne del Kenya riapre il capitolo degli stupri da parte di militari

Questa settimana il Kenya ha dato il via a udienze pubbliche sulle diffuse accuse secondo cui i soldati del Regno Unito di stanza nel Paese dell’Africa orientale avrebbero commesso molteplici violazioni dei diritti umani, tra cui abusi sessuali

La base BATUK (British Army Training Unit Kenya) a Nanyuki, a circa 200 km a nord di Nairobi, fu fondata nel 1964 poco dopo che la nazione dell’Africa orientale aveva ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito. Il classico destino da colonia, quindi, degli invasori e degli invasi.

Ma ora il Kenya sta indagando su presunti abusi da parte di quei soldati britannici. Già, perché non basta la conquista di un territorio non tuo, ci devi mettere anche soprusi e violenze di ogni sorta.

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Casi di abusi sessuali sotto la minaccia di armi, mutilazioni, omicidi, licenziamenti e anche degrado ambientale sono tra i casi registrati dalla Commissione nazionale del Kenya per i diritti umani (KNCHR).

Cos’è BATUK e di cosa sono accusati i suoi membri?

La British Army Training Unit Kenya (BATUK) è una forza di supporto permanente nel Kenya centrale con circa 100 dipendenti permanenti e circa 280 reggimenti a rotazione a breve termine dal Regno Unito. L’unità addestra le truppe britanniche e fornisce addestramento antiterrorismo alle truppe keniane che affrontano il gruppo armato al-Shabab.

Sebbene l’unità sia diventata essenziale per l’economia di Nanyuki e delle contee circostanti vicine ai luoghi di addestramento (centinaia sono le persone del posto impiegate e molti i negozi che servono i soldati), ma per oltre un decennio, la gente del posto in diverse occasioni ha accusato i soldati britannici di cattiva condotta, degrado ambientale, omicidi e una serie di altri reati gravi.

Anche le sostanze chimiche letali, come il fosforo bianco utilizzato negli esercizi di addestramento, hanno sollevato preoccupazioni. Si ritiene che la sostanza chimica abbia contribuito a un enorme incendio che devastò la Lolldaiga Conservancy di proprietà privata nel marzo 2021, bruciando ampie aree di foresta.

Ma tra tutte, spiccano le denunce di abusi sessuali tra le accuse, con diverse accuse di aggressione da parte delle truppe sulle donne locali. Uno su tutti: i soldati britannici sono accusati dell’omicidio della ventunenne Agnes Wanjiru, avvenuto nel marzo 2012, in un hotel a Nanyuki. Il corpo della donna fu trovato due mesi dopo in una fossa settica vicino alla stanza utilizzata dai soldati.

La “razza mista”

CNN racconta la storia della diciassettenne Marian Pannalossy. Vive da sola ed ha la pelle chiara in un luogo dove le persone di razza mista sono rare e quindi messe alla gogna.

Mi chiamano ‘ mzungu maskini’, o una povera ragazza bianca”, ha detto alla CNN nella sua casa con una sola stanza, con un tremore nella voce. Dicono sempre ‘Perché sei qui? Non appartieni a questo posto. Non dovresti essere qui.

Marian crede che suo padre fosse un soldato britannico, ma non lo ha mai incontrato. In realtà non conosce nemmeno il suo nome. Marian fa parte di un gruppo di bambini di razza mista le cui madri sono state stuprate dai soldati britannici in addestramento in Kenya. Sua madre, Lydia Juma, era tra le centinaia di donne keniane che nel corso degli anni hanno presentato denunce all’esercito britannico.

E ancora i bambini di “razza mista” continuano a nascere nei villaggi remoti dove l’esercito britannico addestra i suoi soldati in Kenya. E ora BATUK è attualmente sotto indagine da parte del comitato Difesa, Intelligence e Relazioni Estere dell’Assemblea Nazionale del Kenya, che ha tenuto udienze pubbliche in diverse aree in cui le truppe britanniche si addestrano e ha ascoltato una serie di denunce di abusi, sfruttamento e aggressioni sessuali da parte delle comunità circostanti.

Le indagini attuali

Il lavoro della commissione Difesa, Intelligence e Relazioni Estere ha rinnovato l’esame delle operazioni dell’esercito britannico in Kenya e ancora una volta ha portato l’attenzione sui casi delle donne che hanno accusato i soldati di stupro per diversi decenni.

Questo per noi è un esempio di ragazzi britannici che si comportano male – spiega Marion Mutugi, commissario della Commissione nazionale keniana per i diritti umani. Si tratta di prendersi cura dei soggetti vulnerabili della nostra società che, secondo la nostra Costituzione, richiedono una protezione speciale.

Si riferisce a centinaia di donne provenienti dalle comunità prevalentemente pastorali Maasai e Samburu che accusarono l’esercito britannico di stupri negli anni ’70 e ’80 e rappresentati dall’avvocato britannico Martyn Day in una causa civile storica tenutasi a Londra all’inizio degli anni 2000.

Nel 2007, il Ministero della Difesa britannico respinse le denunce di stupro presentate da 2.187 donne, affermando che “non c’erano prove affidabili a sostegno di alcuna singola accusa” e un’indagine della polizia militare reale dell’epoca concluse che la maggior parte delle prove keniote sembravano essere state fabbricate.

Tra l’altro, glli investigatori britannici non hanno condotto test del DNA su nessuno dei 69 bambini di razza mista presumibilmente nati da  stupri da parte dei soldati britannici. Alcune donne hanno testimoniato nel 2009 di essere state predate dai soldati britannici mentre svolgevano le loro faccende quotidiane davanti alla Commissione per la verità, la giustizia e la riconciliazione del Kenya, istituita nel 2008 per ascoltare le vittime delle ingiustizie che si sono verificate dal 1963 al 2008, compresi i conflitti etnici e violenza politica. E la Commissione Verità, Giustizia e Riconciliazione del Kenya sostiene che il governo di Nairobi ha perso i fascicoli del caso, senza alcuna spiegazione.

Un nuovo giorno in tribunale

I soldati britannici ora possono essere citati in giudizio nei tribunali kenioti per qualsiasi illecito grazie a una nuova aggiunta al patto di difesa del 2021 firmato tra i due Paesi. Significa che molte di queste donne potrebbero finalmente trascinare i soldati in tribunale.
Inoltre, il Kenya non prevede termini di prescrizione per i casi riguardanti presunte violazioni dei diritti umani. Così, 17 anni dopo, l’avvocato Kelvin Kubai ha iscritto più di 300 donne che in precedenza avevano presentato denunce di stupro e sta lavorando per reintrodurre il caso nei tribunali kenioti.

E la diciassettenne Marian sarà in prima linea.

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