San Marino approva la legge sull’aborto: l’interruzione volontaria di gravidanza non sarà più un reato

A settembre 2021, il 77% degli elettori aveva votato si alla depenalizzazione. Adesso il Consiglio Grande e Generale ha dato il via libera alla norma sull'interruzione di gravidanza

A un anno dal referendum sulla legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza, San Marino approva la legge sull’aborto che di fatto, da adesso in poi, non sarà più considerato reato.

San Marino era uno dei pochi paesi europei in cui l’aborto era punito dagli articoli 153 e 154 del codice penale che prevedevano il carcere da sei mesi a tre anni per la donna che decideva di abortire e pene fino a sei anni anche per chi l’aiutava o eseguiva materialmente l’aborto.

A settembre 2021 si era svolto un referendum voluti e promosso dall’Unione Donne Sammarinesi assieme ad altri movimenti femministi. Un referendum arrivato dopo quasi vent’anni di tentativi di depenalizzare l’aborto e che ha avuto un’affluenza del 41%. Il 77,3% dei sammarinesi ha espresso voto favorevole costringendo di fatto il parlamento a modificare il codice penale e introdurre una nuova legge.

Adesso, il Consiglio Grande e Generale che è appunto l’organo parlamentare composto da 60 deputati ha dato il via libera alla proposta di legge con 32 voti favorevoli, sette i contrari e dieci gli astenuti.

Nella norma, Legge 21, c’è l’obbligo del passaggio attraverso il consultorio per tutte le donne che scelgano di abortire entro la dodicesima settimana di gravidanza. Con la sola possibilità di optare per un incontro da remoto, attraverso uno schermo. Non è passato un emendamento che voleva rendere questo accesso facoltativo, per tutelare liberà scelta e privacy. La legge entra in vigore il quinto giorno successivo a quello della sua legale pubblicazione.

“Festeggiamo, ma dobbiamo essere consapevoli che è un punto di partenza”, è stato il commento dell’Unione donne sammarinesi (Uds).

 

“Ci voleva l’organizzazione e la forza di Uds per farcela, tutte assieme, anello di una catena emancipatoria che parte da lontano e non si ferma qui, non si ferma più. Ce la intestiamo tutta”, ha commentato su Facebook Vanessa Muratori, ex parlamentare di sinistra e prima donna in politica ad intraprendere quasi 20 anni fa la battaglia per l’aborto.

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