Abbandono scolastico, è emergenza in Italia: siamo i peggiori del mondo!

L’abbandono scolastico è un problema molto serio e in Italia la situazione è davvero drammatica. Secondo le ultime statistiche, il nostro paese è l’ultimo tra quelli dell’area Ocse in quanto ad istruzione dei giovani e, considerando i dati degli ultimi 20 anni (3 milioni di studenti persi), siamo anche gli ultimi al mondo! 

L’abbandono scolastico è un problema molto serio e in Italia la situazione è davvero drammatica. Secondo le ultime statistiche, il nostro paese è l’ultimo tra quelli dell’area Ocse in quanto ad istruzione dei giovani e, considerando i dati degli ultimi 20 anni (3 milioni di studenti persi), siamo anche gli ultimi al mondo!

Il tasso di abbandono scolastico che fino al 2017 sembrava aver invertito la rotta, è tornato a crescere in Italia raggiungendo il 14,5% (la media europea è del 10%) e si rischia di arrivare al 20% entro il 2020. L’obiettivo europeo per l’anno prossimo è invece quello di rimanere sotto il 10% ma sarà davvero arduo (per non dire impossibile), almeno per l’Italia, mantenere l’impegno.

Dati molto scoraggianti che ci mostrano come l’istruzione e la cultura non siano ancora considerati per il loro reale valore nel nostro Paese e come non si faccia abbastanza per i giovani che devono fare i conti con strutture scolastiche spesso fatiscenti, bassa offerta formativa, stimoli inadeguati e docenti che si scontrano con la difficoltà di lavorare bene con risorse sempre più limitate.

Tra i Paesi dell’area Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (sono 36), l’ultimo Paese per istruzione dei giovani è proprio il nostro. La media nazionale, infatti, è del 52,8% contro la media degli altri Paesi Ocse che si attesta sul 73,7%.

Un bel divario insomma e questa situazione concretamente significa che un quarto dei giovani non raggiunge i livelli minimi di competenze matematiche e di lettura.

E poi c’è la diretta conseguenza sul mondo del lavoro. L’abbandono scolastico è direttamente proporzionale anche al problema della disoccupazione (i disoccupati con licenza media sono circa 4 volte il numero di quelli laureati e due volte quello dei diplomati).

Le conseguenze negative di questa situazione non sono solo, dunque, un fatto culturale ma anche economico. Un tasso di abbandono scolastico così alto si ripercuote di fatto anche sulla ripresa economica visto, tra l’altro, che aumenta la spesa pubblica per azioni di welfare statale nei confronti delle persone senza lavoro.

Altre sono poi le conseguenze di non andare a scuola almeno fino al diploma e una, non di minore importanza, sta in una bassa aspettativa di vita. Le persone con un livello di istruzione minore sono, in media, quelle che hanno maggiori problemi di salute. L’istruzione è legata infatti anche ad una certa consapevolezza nel prendersi cura del proprio corpo facendo regolarmente analisi e indagini sulla propria salute ma anche conoscendo i consigli migliori per uno stile di vita sano.

Tra l’altro abbandonare la scuola prima del diploma o addirittura prima dei 16 anni, per i quali vige l’obbligo, contribuisce all’aumento della percentuale di quei ragazzi noti come neet, ossia che non studiano, non lavorano e neppure cercano un occupazione.

Ma qual è l’identikit di chi abbandona? Secondo le statistiche, l’abbandono scolastico riguarda soprattutto i maschi, appartenenti alle classi sociali più basse e membri di gruppi sociali vulnerabili. Spesso si tratta anche di persone che hanno difficoltà di apprendimento e non sanno gestire bene l’ansia.

Generalmente la decisione di abbandonare la scuola viene presa, apparentemente, in maniera repentina. In realtà è il frutto di un lento percorso di allontanamento dall’istituzione scolastica che, nella maggior parte dei casi, nessuno prova neppure a fermare.

Il fatto che la scuola sia obbligatoria, almeno fino ad un certo punto, non basta a fermare il disinteresse dei giovani che andrebbero invece stimolati in modo da tale che possano trovare nell’istruzione qualcosa di davvero “necessario” per la loro vita.

Tutto questo è ovviamente anche colpa di un taglio degli investimenti nel settore. Trattare l’abbandono scolastico come una delle priorità del nostro paese potrebbe invece migliorare la vita delle persone sotto tanti aspetti e ridurre il rischio povertà ed emarginazione.

C’è da dire infine che la situazione è ancora più drammatica se pensiamo che anche le competenze di chi la scuola la frequenta stanno drasticamente peggiorando di anno in anno. Secondo un test statistico dell’Invalsi, la situazione che si presenta in Emilia Romagna è la seguente: uno studente su tre arriva alle scuola medie e praticamente non sa scrivere in italiano.

L’istruzione rimane  un’emergenza soprattutto nel Sud Italia, in regioni come Calabria, Sicilia e Campania.

E pensare che in altre parti del mondo c’è addirittura chi rischia la vita per raggiungere la scuola

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Francesca Biagioli

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