Ti svelo 7 conoscenze che le popolazioni indigene già avevano (scoperte dalla scienza secoli dopo)

Le popolazioni indigene avevano conoscenze incredibili in moltissimi ambiti e già le usavano secoli fa, ben prima che la scienza le scoprisse

Nel corso della storia, le popolazioni indigene hanno sviluppato conoscenze straordinarie in diversi ambiti, spesso molto prima che la scienza moderna ne riconoscesse l’importanza. Questi saperi ancestrali, trasmessi attraverso generazioni, hanno profondamente influenzato settori come la medicina, l’agricoltura e persino la gestione dell’ambiente.

In particolare abbiamo sette scoperte che la scienza moderna ha tardato secoli a riconoscere, nonostante fossero già note ai popoli indigeni. Uno degli esempi più emblematici riguarda l’uso dell’acido salicilico, la base dell’aspirina.

Molto prima che la medicina occidentale ne comprendesse le proprietà, i nativi americani estraevano questa sostanza dalla corteccia del salice nero per trattare dolori muscolari e ossei. Un’altra pianta, il quillay, utilizzato dai Mapuche per curare malattie respiratorie e della pelle, è stato recentemente riscoperto come componente essenziale nei vaccini anti-COVID-19 grazie alle sue potenti saponine.

Dai superfood ai cambiamenti climatici

Un altro contributo significativo riguarda i cosiddetti “superfood”. Alimenti come la spirulina, la quinoa e l’amaranto erano alla base della dieta di popolazioni indigene come gli Aztechi e gli Incas, che ne riconoscevano le eccezionali proprietà nutrizionali. Questi cibi, solo recentemente valorizzati dalla scienza nutrizionale moderna, sono ora considerati fondamentali per la salute.

Anche in ambito tecnologico, le popolazioni indigene hanno fatto scoperte sorprendenti. Gli indigeni delle Americhe, ad esempio, utilizzavano strumenti simili alle siringhe già secoli prima che la medicina occidentale li adottasse. Costruiti con ossa di uccelli e vesciche di animali, venivano usati per somministrare medicinali o irrigare ferite.

L’uso di protezioni solari e occhiali da sole è un’altra area in cui le conoscenze indigene sono state pionieristiche. Gli indiani d’America usavano oli naturali come quello di achiote per proteggere la pelle dai danni solari, mentre gli Innuit dell’Artico inventarono gli occhiali da sole per proteggersi dal riflesso accecante del sole sulla neve.

Nel campo dell’agricoltura, le popolazioni indigene hanno sviluppato tecniche avanzate come l’ibridazione delle piante. L’incrocio di specie diverse, praticato da popoli antichi, ha permesso la creazione di varietà di mais e patate oggi fondamentali per l’alimentazione globale. Queste tecniche, sebbene formalmente riconosciute dalla scienza solo nel XIX secolo, erano già utilizzate dai nativi per migliorare la resa e la diversità delle colture.

Infine le popolazioni indigene hanno accumulato una vasta conoscenza sui cambiamenti climatici e i comportamenti animali. Gli Anishinaabe, per esempio, monitoravano i cambiamenti ambientali molto prima che il cambiamento climatico diventasse un argomento di dibattito globale. In Australia i “falchi di fuoco”, noti per diffondere intenzionalmente il fuoco per cacciare prede, erano già riconosciuti dagli aborigeni, molto prima che la scienza documentasse questo comportamento.

Questi esempi dimostrano come la conoscenza ancestrale delle popolazioni indigene sia stata cruciale per lo sviluppo della scienza moderna, rivelando un patrimonio di sapere che ancora oggi continua a ispirare e guidare nuove scoperte.

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Fonte: BBC News World

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