Concessioni balneari, la Corte di giustizia Ue boccia i rinnovi automatici: “serve più trasparenza”

Dopo il Consiglio di Stato, anche la Corte di giustizia Ue si è pronunciata contro il meccanismo del rinnovo automatico delle concessioni balneari. D'ora in poi si dovrà procedere con le gare pubbliche per garantire maggiore trasparenza e imparzialità

“Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente“: a stabilirlo è la Corte di giustizia dell’Unione europea in un’importante sentenza pubblicata ieri.

La questione era stata sollevata a seguito di un ricorso dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) contro il comune di Ginosa (Taranto), che aveva intrapreso una battaglia legale a difesa del rinnovo automatico della concessioni. L’Ue, però, si è pronunciata ribadendo il carattere vincolante e l’effetto diretto della direttiva europea per i servizi nel mercato interno, meglio nota come Bolkestein.

“I giudici nazionali e le autorità amministrative, comprese quelle comunali, sono tenuti ad applicare le disposizioni europee, disapplicando invece le norme di diritto nazionale non conformi” ha chiarito la Corte, mettendolo nero su bianco.

Rinnovo automatico delle concessioni balneari: un meccanismo da superare

Quello della proroghe delle concessioni è un tema che tiene banco da diversi anni nel nostro Paese, dove le spiagge vengono cedute agli stessi proprietari degli stabilimenti spesso e volentieri in modo automatico, invece di essere assegnata attraverso gare pubbliche e con un sistema basato sulla trasparenza.

Sulla questione era intervenuto qualche mese fa anche il Consiglio di Stato, dichiarando illegittima la proroga delle concessioni balneari fino  fino al 31 dicembre del 2024 disposta dal decreto Milleproroghe. Adesso, anche l’Ue ha ribadito la sua contrarietà al rinnovo automatico.

La sentenza della Corte di giustizia europea sottolinea l’importanza fondamentale della verifica della scarsità della risorsa a livello territoriale e nazionale. È un tema che lo Stato membro può e deve gestire, e quindi può valutare anche una diversa applicazione della direttiva sulla concorrenza. – commenta Maurizio Rustignoli, presidente Fiba-Confesercenti – Ora è indispensabile aprire il percorso di confronto con le rappresentanze del settore ai tavoli preposti per giungere finalmente a un punto di equilibrio, nel rispetto delle regole europee e a tutela del valore delle imprese.

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Fonte: Corte giustizia Ue/Mondo Balneare

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