Quali sono le città italiane che spiccano per l'elevata qualità della vita? E dove si vive peggio? Ce lo svela la nuova classifica realizzata dal Sole 24 Ore, suddivisa in base alle fasce d'età
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Il luogo in cui si abita può influenzare di molto la qualità della vita. Ma quali sono le città italiane in cui si vive meglio? A indicarlo è la nuova classifica realizzata dal Sole 24 Ore. Il quotidiano ha premiato le province che si distinguono per la migliore vivibilità, prendendo in considerazione 12 parametri (fra cui il tasso di fecondità, il numero di laureati e la speranza di vita) dell’Istat, del Miur, del Centro Studi Tagliacarne e il provider di dati Iqvia.
L’indagine, sulla stessa scia di quella condotta lo scorso anno, si pone l’obiettivo di mostrare com’è mutata la mappa del benessere degli italiani in base alle risposte dei vari territori in cui vivono.
La classifica è suddivisa in tre categorie, in base alla varie fasce generazionali. Sul podio troviamo Aosta per i più bambini, Piacenza per i giovani e Cagliari per gli anziani.
Le città migliori e peggiori per i bambini
La provincia più a misura di bambino è risultata Aosta, con un punteggio di 596,9. I motivi dietro al primato sono innanzitutto l’eccellenza nell’edilizia scolastica e in generale nei servizi legati all’educazione. Questa città è prima per le scuole accessibili e la presenza di mense nelle strutture scolastiche.
Devo dividere il merito con gli altri comuni della provincia, che nel nostro caso coincide con la regione – ha commentato il sindaco di Aosta, Gianni Nuti – L’impegno nella prima infanzia ha radici antiche. Quello valdostano è un sistema virtuoso sia per capillarità sia per qualità della proposta educativa, come dimostrano servizi come le tate familiari e le garderie, spazi gioco attrezzati dedicati ai bambini e alle loro famiglie.
La citta valdostana si distingue anche per l’elevato numero di pediatri, asili nido e aree verdi per bambini. Al secondo posto si piazza la città di Arezzo, seguita da Siena. Ma qual è la provincia in cui i bambini vivono peggio? Secondo la classifica il primato negativo ce l’ha Napoli, dove mancano le scuole accessibili, (sono ancora troppe quelle con le barriere architettoniche), gli asili nido le aree verde attrezzate a misura di bambino e le mense scolastiche. Il capoluogo campano è preceduto da Caltanissetta e Matera.
Le città migliori e peggiori per i giovani
Per quanto riguarda, invece, le giovani generazioni Piacenza è stata eletta la città più vivibile, con 590,8 punti. Entra nella top ten in tre su 12 indicatori (saldo migratorio, aree sportive, età media al parto), mentre scende nella seconda metà della classifica solo per alcuni parametri, tra cui gli amministratori comunali under 40, l’imprenditoria giovanile e i canoni di locazione.
La città dell’Emilia-Romagna spicca per la bassa disoccupazione giovanile, il numero elevato di bar e discoteche sul territorio e la presenza di aree sportive.
Ci ha fatto molto piacere – ha dichiarato la sindaca Patrizia Barbieri – anche perché Piacenza è stato uno dei territori più colpiti dal Covid e abbiamo lavorato molto per i giovani, particolarmente penalizzati dall’emergenza sanitaria. Abbiamo investito molto ad esempio sulle strutture sportive, per riavvicinare i giovani al mondo dello sport e favorire la ripresa delle relazioni. Per lo stesso motivo abbiamo lavorato con il mondo delle associazioni culturali locali.
Al secondo e terzo posto in classifica, invece, troviamo Ferrara e Ravenna. Maglia nera per la provincia Sud Sardegna, che ha ottenuto solo 344,7 punti, preceduta da Barletta-Andria-Trani e Roma (un dato che stupisce!).
Le città migliori e peggiori per gli anziani
Il risultato che riguarda le città in cui gli anziani vivono meglio non sorprende più di tanto: sul podio c’è, infatti, la provincia di Cagliari, che conta circa 430mila abitanti. Qui gli over 65 conducono hanno una speranza di vita tra le più alte del Paese. Il primato è stato ottenuto anche per l’alta percentuale di medici specialisti e infermieri e il basso consumo di farmaci, assunti per malattie croniche.
L’anno scorso primi nella graduatoria dei bambini, quest’anno in quella degli anziani: nessun’altra città metropolitana ha raggiunto questi traguardi. – con questa parole il sindaco del capoluogo sardo Paolo Truzzu ha espresso la sua soddisfazione – Sono successi che condividiamo con gli altri attori istituzionali e con quelli sociali, come volontariato e imprese. Serve una sintonia generale: ad esempio, l’alto numero di medici specialisti e infermieri dipende anche dalla politica sanitaria della Regione, e lo stesso ente è molto attento anche all’assistenza domiciliare (dove tutti i territori sardi sono tra le prime 10 realtà).
Al secondo e al terzo gradino in classifica troviamo Bolzano e Trento. Non è affatto una città a misura d’anziano Pistoia, preceduta da due province toscane: Massa-Carrara e Lucca.
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Fonte: Il Sole 24 Ore
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