Creme solari, rossetti, fondotinta e non solo all'olio di squalo. Lo squalene è l’olio derivato dal fegato degli squali e ancora oggi viene utilizzato largamente, ai danni di questi pesci che rischiano l’estinzione.
Creme solari, rossetti, fondotinta e non solo all’olio di squalo. Lo squalene è l’olio derivato dal fegato degli squali e ancora oggi viene utilizzato largamente, ai danni di questi pesci che rischiano l’estinzione.
Ogni anno milioni di esemplari di squalo capo piatto (Hexanchus griseus) vengono barbaramente uccisi per finanziare l’industria cosmetica. Squali che sono elencati come specie a rischio dall’Unione internazionale per la conservazione della natura.
Un metodo di cattura orribile che avviene nei paesi tropicali dove i pescatori uccidono gli squali per il loro fegato che contiene un olio chiamato squalene e che viene utilizzato poi in creme solari, rossetti, fondotinta, nelle lozioni e in altri prodotti della cosmetica.
Lo squalene è paradossalmente molto economico e serve per rendere il prodotto più emolliente, non a caso il 90% di questo olio estratto viene venduto nell’industria dei prodotti per la bellezza. A dirlo è un report del 2012 compilato da BLOOM, una no profit francese che lavora per la conservazione degli oceani.
Andriana Matsangou, portavoce della compagnia britannico-olandese Unilever, spiega che l’azienda “usa solo squalene derivato da fonti vegetali per non ricorrere a quello che proviene dalle varie specie di squali”.
Anche il portavoce de L’Oréal, Alexander Habib, dice che la compagnia francese ha smesso di usare lo squalene derivato dagli squali 10 anni fa, e che da allora L’Oréal ha “implementato misure severe per controllare l’origine dello squalene dei propri fornitori”.
Squalene, controlla l’inci!
Lo squalene può avere un bollino rosso nel biodizionario proprio per questo motivo: perché può essere di origine animale.
Nei cosmetici certificati di origine vegetale, invece, il bollino è verde.
Non è necessario uccidere gli squali per poter avere questa preziosa sostanza naturale.
Lo squalene è presente, infatti, nell’olio extra vergine di oliva, nell’olio di germe di grano, nellell’olio di amaranto, nell’olio di argan o nell’olio di girasole, da cui si estrae per distillazione molecolare.
Su 60 specie pescate per l’olio, sono 26 gli squali considerati esemplari vulnerabili dalla Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
Sebbene le organizzazioni chiedano controlli più severi, la pesca continua. Nel 2006 l’Unione Europea ha imposto limiti severi sulla pesca di queste specie nell’Atlantico Nord-orientale, ma pochi paesi ne hanno seguito l’esempio.
Noi possiamo fare la differenza, scegliendo prodotti che non contengano un ingrediente derivato dall’uccisione di creature innocenti, anche perché le alternative già esistono.
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Dominella Trunfio