Anche facendo lo shampoo o usando il deodorante contribuiamo ad aumentare l'inquinamento atmosferico nelle nostre città. Un nuovo studio ha scoperto che le emissioni di silossano, un ingrediente molto comune nei prodotti per l'igiene personale, sono maggiori rispetto a quelle prodotte dalle auto durante le ore di punta
Anche facendo lo shampoo o usando il deodorante contribuiamo ad aumentare l’inquinamento atmosferico nelle nostre città. Un nuovo studio ha scoperto che le emissioni di silossano, un ingrediente molto comune nei prodotti per l’igiene personale, sono maggiori rispetto a quelle prodotte dalle auto durante le ore di punta.
Ognuno di noi lascia dietro di sé sostanze chimiche, sia dai tubi di scappamento delle auto che dai prodotti utilizzati su pelle e capelli. Le emissioni di silossano, in particolare, sono paragonabili in termini di grandezza alle quelle dei principali componenti degli scarichi dei veicoli, come il benzene, dal traffico dell’ora di punta a Boulder, in Colorado.
Lo ha rivelato una nuova ricerca condotta dal CIRES (Cooperative Institute for Research in Environmental Sciences) e dal NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration).
Lo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology, è in linea con altri recenti risultati secondo cui le emissioni di prodotti per la cura personale possono contribuire significativamente all’inquinamento atmosferico urbano.
“Abbiamo rilevato un modello di emissioni che coincide con l’attività umana: le persone applicano questi prodotti al mattino, lasciano le loro case e vanno al lavoro o a scuola. Il picco delle emissioni si ha durante queste ore”, ha detto l’autore principale Matthew Coggon, scienziato CIRES dell’Università del Colorado Boulder che lavora presso il laboratorio di ricerca del NOAA.
Colpa dei silossani
Il Silossano D5, abbreviazione di decametilciclopentasilossano, viene aggiunto ai prodotti per la cura della persona come shampoo e lozioni ma anche gel per capelli e deodoranti, per dare una sensazione liscia e setosa. Una volta applicato evapora rapidamente.
Appartiene a una classe di sostanze chimiche chiamate composti organici volatili (VOC). Nell’aria, la luce solare può far sì che i VOC reagiscano con gli ossidi di azoto e altri composti per formare ozono e particolato: due tipi di inquinamento noti a causa dei loro dannosi effetti sulla qualità dell’aria e sulla salute umana.
Coggon e colleghi hanno misurato i VOC dal tetto del laboratorio di ricerca del NOAA a dicembre 2015 e gennaio 2017, e da un laboratorio mobile a febbraio 2016. Hanno inoltre monitorato le concentrazioni dei composti relativi al traffico, incluso il benzene, legato allo scarico dei veicoli.
“Stavamo esaminando l’aria, monitorando tutte le specie a cui il nostro strumento era sensibile: circa 150 composti”, ha detto Coggon. Da quella zuppa di sostanze chimiche, un composto ha attirato la loro attenzione. “Abbiamo riscontrato un grande picco nei dati ma non sapevamo cosa fosse”,
La squadra di Coggon ipotizzò inizialmente che si trattasse di una sostanza chimica legata alle automobili. Ma Patrick Veres, scienziato del NOAA e coautore dello studio pensò al silossano. Dal momento che quest’ultimo e il benzene non provenivano dalla stessa fonte, il team di ricerca ha comunque collegato entrambe le sostanze chimiche a un particolare comportamento umano: il pendolarismo.
Studiando i dati ora per ora, gli scienziati hanno capito che le emissioni di silossano raggiungevano il picco al mattino, quando le persone utilizzavano di più i prodotti per la cura personale e uscivano in auto o in autobus. In quel momento le emissioni aumentavano mentre nel corso della giornata quelle di entrambi i prodotti chimici diminuivano per poi risalire a fine giornata lavorativa. Inoltre, il picco serale delle emissioni di silossano era inferiore a quello della mattina, poiché i prodotti erano in gran parte evaporati.
Il grafico mostra le emissioni di silossano D5 che evapora dai prodotti per la cura personale.
Lo studio fa parte di una ricerca più ampia volta a dimostrare che anche le emissioni di prodotti industriali e di consumo sono importanti fonti di inquinamento atmosferico.
“Questo studio fornisce ulteriori prove del fatto che, mentre le emissioni di VOC dei trasporti sono diminuite, altre fonti, inclusi i prodotti per la cura personale, stanno fornendo importanti contributi all’inquinamento atmosferico urbano”, ha aggiunto McDonald.
Come riconoscere i silossani nelle etichette
Il Regolamento Ue numero 35 del 2018 ha disciplinato l’utilizzo di queste sostanze contenute in prodotti cosmetici che vengono eliminati con acqua dopo la loro applicazione. Esse sono pericolose perché vengono rilasciate nell’ambiente acquatico prima della loro evaporazione.
Secondo quanto previsto dalla voce 70 del Regolamento, in Europa “non è ammessa l’immissione sul mercato nei prodotti cosmetici da eliminare con acqua in concentrazione pari o superiore allo 0,1 % in peso dell’una o dell’altra sostanza (silossano D4 e D5, ndR) dopo il 31 gennaio 2020”.
La Commissione ha dunque introdotto il limite dello 0,1 % di fatto bandendo D4 e D5, visto che, per adempiere alla loro funzione nei prodotti cosmetici da eliminare con acqua, devono essere presenti in concentrazioni più elevate.
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Francesca Mancuso