Gli shampoo riparatori funzionano davvero? La risposta in un'analisi svizzera.
Uno studio svizzero mette in guardia sugli shampoo cosidetti “riparatori” che poco o nulla proteggono i capelli, ma sono pieni di siliconi e plastiche
Sono detti “riparatori” perché avrebbero il miracoloso scopo di porre rimedio ai capelli danneggiati. Tinte, pieghe selvagge e cotonamenti vari, si sa, non giovano alla capigliatura ed è così che in commercio c’è una marea di varianti di lavaggi che promettono l’impossibile: ridare vitalità al capello distrutto. Ma non è così. Gli shampoo riparatori funzionano davvero?
Secondo un’indagine condotta da una rivista svizzera, infatti, molti prodotti che si trovano in commercio in realtà non sono in grado di garantire di “proteggere” i capelli e, in più, quasi tutti contengono sostanze indesiderate.
Si tratta del mensile K-tipp, che ha testato 12 marchi di shampoo comunissimi svolgendo un’analisi specifica: quanti capelli, nonostante lo shampoo, si rompono mentre ci si pettina?
Le analisi
Per le analisi, 12 shampoo sono stati sottoposti a quattro distinti test di laboratorio allo SGS Institut Fresenius di Taunusstein, nei quali si sono presi in considerazione diversi punti:
Fragranze: 26 fragranze con aumentato potenziale allergico devono essere dichiarate a 100 mg / kg su flaconi di shampoo. Nelle valutazione, K-tipp ha sottratto 0,1 punto da 100 mg / kg per le fragranze debolmente allergeniche, un punto per le fragranze fortemente allergeniche
Efficacia: per valutare l’efficacia, gli esperti hanno applicato ogni shampoo a cinque capi lasciandolo in posa ad agire per due minuti. Dopo hanno risciacquato e pettinato con una macchina che ha simulato 20mila spazzolature
Composti policiclici aromatici: considerate sostanze pericolose per la salute, gli shampoo che li contenevano hanno avuto una penalizzazione di 0,5 punti
Diossano: sospettato di provocare il cancro, nelle analisi non sono state trovate tracce di diossano in alcun prodotto.
I risultati
Gli shampoo di riparazione testati differivano enormemente l’uno dall’altro nel loro effetto protettivo.
A seconda del prodotto, si va dallo 0,4% dei capelli spezzati (“Salonplex Reparatur Revolution” di Syoss) al 9,1% (“Cien Pro Vitamin Shampoo Repair & Care” di Lidl). Nel confronto, inoltre, il 4,3% dei capelli si è spezzato con ciocche di capelli lavati soltanto con acqua e i prodotti in cui i capelli sono caduti di più rispetto al lavaggio con acqua hanno ricevuto una valutazione insufficiente e sono: gli shampoo di riparazione Guhl, Herbal Essences, Kérastase e Lidl.
Nel complesso, solo 7 prodotti hanno superato la prova: il loro uso non avrebbe provocato rotture durante la spazzolatura. Tra questi compaiono alcuni marchi come Fructis, L’Oreal e Nivea, mentre sono stati bocciati due Pantene e Kerastase.
La presenza di siliconi
Come c’era da aspettarsi, 9 dei 12 prodotti analizzati contengono siliconi di plastica, che sì coprono i capelli come uno scudo protettivo e li rendono più facili da pettinare, ma a lungo andare indeboliscono il capello ancora di più.
Le marche di shampoo che non contengono siliconi sono:
- Rausch
- Kérastase
- Pantene Pro-V
Ma contengono comunque fragranze critiche.
Resta, alla luce di ciò, il fatto che dobbiamo affidarci solo a prodotti con un INCI impeccabile e, perché no, fare affidamento ai cari vecchi rimedi naturali anche per la cura dei nostri capelli.
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Germana Carillo