‘Non testato su animali’ è pubblicita’ ingannevole. Multata i ‘I Provenzali’ per lo spot tv

Comunicazione commerciale ingannevole. Così ha decretato lo Iap, l'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria in merito allo spot de 'I Provenzali' di Saponificio Gianasso S.p.A., in cui i prodotti venivano presentati come '100% naturali' e 'non testati sugli animali

Comunicazione commerciale ingannevole. Così ha decretato lo Iap, l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria in merito allo spot de ‘I Provenzali’ di Saponificio Gianasso S.p.A., in cui i prodotti venivano presentati come ‘100% naturali’ e ‘non testati sugli animali’.

“Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la pubblicità contestata è in contrasto con l’art. 2 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione commerciale, limitatamente al claim ‘non testato sugli animali'”, si legge nella pronuncia n. 37/2014 del 23/09/2014.

La comunicazione commerciale, infatti, deve evitare ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurre in errore i consumatori, anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni non palesemente iperboliche.

E, in effetti, da quando è entrata in vigore la direttiva europea 2003/15/CE (11 marzo 2013) in tutta Europa non si testano più né i prodotti finiti, né le materie prime utilizzate per realizzare cosmetici. In pratica, quindi, chi pubblicizza i cosmetici come non testati su animali, vanterebbe una qualità propria anche di tutti gli altri cosmetici europei.

In sostanza fino all’11 marzo 2013 è stato possibile immettere sui mercati dei 27 Paesi dell’Unione Europea prodotti cosmetici per i cui ingredienti o combinazioni di ingredienti fossero stati effettuati, fuori dall’Unione Europea, test di tossicità da uso ripetuto, tossicità riproduttiva e/o tossicocinetica su animali.

Per evitare questi prodotti occorreva acquistare cosmetici cruelty free, avendo cura di verificare che l’assenza di test su animali dichiarata dalla azienda produttrice riguardasse sia il prodotto finito, sia i singoli ingredienti e le combinazioni di ingredienti. Con l’entrata in vigore del divieto integrale il rischio di acquistare prodotti cosmetici nuovi i cui ingredienti o combinazioni di ingredienti sono stati testati su animali non sussiste più.

Viene da chiedersi, lasciando per un attimo la vicenda de ‘I Provenzali’, che senso abbia, allora, preferire i cosmetici delle aziende che vantano il famoso “coniglietto” del cruelty free. Cosa certifica? La Lav in merito ha le idee chiare. Le aziende che aderiscono allo Standard internazionale “Stop ai test su animali”, promosso da LAV in Italia, si impegnano a non effettuare – né direttamente né commissionandoli a terzi – test su animali; non possono quindi testare su animali gli ingredienti all’estero, vendendo tali prodotti in Paesi extra-UE (ad es. la Cina). E non utilizzano ingredienti provenienti dall’uccisione di animali.

Certo, c’è anche chi crede che dietro queste certificazioni ci siano solamente speculazioni e la volontà delle aziende di vendere di più. Coniglietti saltellanti a parte, fatto sta che la dicitura “non testato sugli animali’ è pubblicità ingannevole.

Roberta Ragni

AGGIORNAMENTO DEL 21/11:

Ecco la dichiarazione ufficiale di Saponificio Gianasso Srl in merito alla pronuncia dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, con le parole di Paolo Bassetti, socio titolare di Saponificio Gianasso srl:

“L’intento dello spot I Provenzali è comunicare l’impegno storico dell’azienda a utilizzare esclusivamente prodotti finiti e materie prime non testate su animali già da prima dell’entrata in vigore della direttiva europea del 2003/15/CE del 2013 che vieta in tutta Europa i test dei prodotti finiti e delle materie prime utilizzate per la realizzazione di cosmetici. Saponificio Gianasso infatti, a tutela del consumatore, ha conseguito ben 10 anni prima la Certificazione Stop ai Test Su Animali rilasciata da ICEA per LAV (Certificato n° 009 del 4 novembre 2003). La posizione di LAV tra l’altro è chiara: tale Certificazione è di fatto una garanzia che va oltre gli obblighi comunitari perché ad esempio un’azienda italiana paradossalmente potrebbe essere in regola per la Comunità Europea ma far effettuare test, produrre e vendere in Paesi Extra CE. Inoltre circa l’80% delle materie prime usate in ambito cosmetico sono utilizzate anche nei settori farmaceutico e chimico dove spesso le normative europee prevedono comunque passaggi su animali vivi. Presto sarà comunque in onda sui principali canali TV il nuovo spot pubblicitario, con la precisazione dovuta”.

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