Un nuovo studio della Plastic Soup Foundation, condotto su oltre 7000 prodotti cosmetici e per la cura della persona dei marchi più famosi e venduti in Europa, mostra che quasi il 90% contiene microplastiche
Indice
L’indagine si è basata sull’analisi di 7704 cosmetici e prodotti per la cura della persona, i cui dati sono stati raccolti tramite un’app (Beat the Microbead), creata dalla Plastic Soup Foundation.
Con questa app gratuita, i consumatori di tutto il mondo hanno scansionato oltre tre milioni di prodotti per vedere se contenevano microplastiche e, in caso affermativo, quali.
Proprio grazie all’analisi di questo materiale è stato redatto il report “Plastic: The Hidden Beauty Ingredient “, il primo studio su larga scala relativo alla presenza di microplastiche in un ampio campione di prodotti per la cura della persona o cosmetici.
Lo studio si è concentrato in particolare sui dieci marchi più popolari in Europa:
- L’Oréal Paris
- Elvive/Elseve
- Garnier
- Nivea
- Gillette
- Oral-B
- Head & Shoulders
- Dove
- Rexona
- Axe
Tutte marche che si spartiscono i quattro maggiori produttori di cosmetici in Europa (L’Oreal, Beiersdorf, Procter & Gamble e Unilever).
I prodotti che contengono microplastiche
Su un totale di 7704 prodotti, solo il 13% è risultato privo di microplastiche. Ciò significa che l’87%, praticamente 9 prodotti su 10, le contenevano.
Come specifica PSF, quando parliamo di microplastiche:
Includiamo tutti i possibili polimeri sintetici, indipendentemente dal fatto che siano stati aggiunti in forma solida, liquida, semiliquida o solubile in acqua, così come le nanoplastiche e le plastiche biodegradabili.
Le microplastiche marca per marca
La Plastic soup foundation ha specificato, marca per marca, la percentuale di prodotti che contenevano microplastiche e di quale tipo.
Vi riportiamo le infografiche con questi dati interessanti, considerate che la leggenda utilizzata per l’analisi vede il simbolo di un cosmetico in rosso per i prodotti che contengono microplastiche, arancione se contengono le cosiddette “sceptical microplastic”, ovvero polimeri di cui non si hanno sufficienti informazioni sui loro rischi, e verde se non contengono microplastiche.
L’Oreal
Elvive/ Elseve
Garnier
Nivea
Gilette
Oral-B
Head & Shoulders
Dove
Rexona
Axe
La replica delle aziende
La Plastic soup foundation ha contattato i vari produttori per sapere qual è la loro politica in merito alla riduzione delle microplastiche.
In particolare l’Oreal, Beiersdorf, Procter & Gamble e Unilever:
hanno affermato di voler fare di più contro l’inquinamento da plastica, ma si stanno concentrando solo sulle microplastiche solide. Seguono la definizione limitata di microplastiche proposta dall’ECHA – scrive Psf.
La fondazione specifica anche che:
Solo due (Nivea & Elvive/Elseve) dei dieci marchi che abbiamo intervistato menzionano le “microplastiche” nei loro piani pubblici di sostenibilità. Delle quattro società madri, solo Beiersdorf e Unilever hanno pubblicato il loro approccio alle microplastiche.
La posizione dell’Ue sulle microplastiche
Dato che la contaminazione da microplastiche è una minaccia molto seria per l’ambiente e la salute umana, l’Ue ha deciso di affrontarla ed è in fase di elaborazione una nuova legislazione, parte del Green Deal europeo, per limitare la microplastica aggiunta intenzionalmente a cosmetici, detersivi e prodotti agricoli.
Ma c’è un problema non di poco conto:
Secondo l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), più di sette chilogrammi di microplastiche provenienti da cosmetici e prodotti per la cura personale finiscono nell’ambiente europeo ogni minuto . Se assumiamo la definizione molto più ampia di microplastica, allora sarebbe almeno 25 volte quella cifra. Si tratta di una stima per l’intera Europa basata su un calcolo per la Germania del Fraunhofer Institut für Umwelt – scrive Psf.
Come sottolinea Jeroen Dagevos della Psf: la nuova legislazione dell’Ue si applicherà solo ad alcuni tipi di microplastiche e non a tutte.
È deludente che la stragrande maggioranza di tutti i polimeri sintetici non sarà considerata microplastica se la proposta dell’ECHA sarà adottata dalla Commissione europea. Questo può portare al greenwashing, perché si può falsamente affermare che i prodotti sono privi di plastica.
L’Echa infatti , nella definizione utilizzata di “microplastiche”, non ha incluso tutti i polimeri sintetici. Ad esempio, sono escluse le particelle di plastica di dimensioni inferiori a 0,1 micrometri. Sono inoltre esclusi dalla proposta tutti i polimeri solubili in acqua, semiliquidi e liquidi, poiché l’Echa si concentra solo sui polimeri in forma solida. Non sono inclusi anche i polimeri ‘biodegradabili’.
Servirebbe quindi, per affrontare drasticamente la questione, che venissero inserite anche le altre tipologie di microplastiche.
QUI potete vedere lo studio completo sulle microplastiche nei cosmetici.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: Plastic soup foundation
Leggi anche:
- Plastiche e microplastiche nei cosmetici: Lush, Sephora, Maybelline tra i peggiori. Si salva solo Purobio
- Interferenti endocrini e allergeni nei correttori per il viso, Avene e Maybelline tra i peggiori del test
- Plastica liquida nei detersivi per il bucato: i marchi e i prodotti che ne contengono di più