Katam: l’“henné nero” che scurisce i capelli naturalmente

Il katam è un'erba tintoria che si ottiene dalla polverizzazione della Buxus Dioica, nome botanico di un arbusto che predilige gli ambienti rocciosi, aridi e desertici. Se applicata sui capelli, questa polvere li scurisce, conferendo un'intensa colorazione castana/nocciola con riflessi violacei, visibili soprattutto alla luce del sole.

Il katam, detto henné nero, è un’erba tintoria che si ottiene dalla polverizzazione della Buxus Dioica, nome botanico di un arbusto che predilige gli ambienti rocciosi, aridi e desertici. Se applicata sui capelli, questa polvere li scurisce, conferendo un’intensa colorazione castana/nocciola con riflessi violacei, visibili soprattutto alla luce del sole.

Proprio per il suo effetto scurente, il katam viene impropriamente chiamato henné nero e talvolta baby Indigo. La polvere di Katam che troviamo generalmente in commercio proviene quasi esclusivamente dallo Yemen. Le donne yemenite ricorrono da sempre a questa pianta per ottenere una chioma più scura, non potendo tingersi i capelli di nero per motivi di natura religiosa.

Secondo la dottrina islamica, infatti, tingersi i capelli di nero equivale a manifestare apertamente la propria aura negativa, rivelando la propria natura malvagia e l’attitudine a sopraffare gli altri. Inoltre, in passato usavano tingersi i capelli di nero le miscredenti e le donne di facili costumi, per cui tale pratica è espressamente vietata alle donne musulmane.

Il divieto è contenuto in alcune sunne e fatwe, in cui si sottolinea il carattere haram, cioè impuro e quindi proibito di questa particolare tintura. È consentito invece il ricorso ad altre colorazioni.

Leggi anche: HENNÈ: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE PER TINGERE I CAPELLI

katam 2

Katam, proprietà dell’erba tintoria

Come tutte le erbe tintorie, il katam nutre, rivitalizza e ristruttura la capigliatura, aiutando anche a purificare il cuoio capelluto. Dona lucentezza, irrobustisce il capello e lo disciplina. Conferisce maggiore volume, lasciando i capelli più morbidi e luminosi.

Schematizzando, questa polvere ha proprietà:

  • volumizzanti
  • disciplinanti
  • lucidanti
  • ristrutturanti
  • rinforzanti
  • astringenti
  • antibatteriche

Katam, quando può essere utilizzato

Il katam può essere utilizzato puro su una base castana, nel caso in cui si voglia ottenere un castano più intenso tendente al bruno o per riflessare i capelli con sfumature prugna/violacee. L’utilizzo di katam assoluto, cioè puro sui capelli, è invece da evitare in caso di capelli biondi, decolorati e con meches.

Il motivo è presto detto: il viola addizionato al giallo dà come risultato… un colore verdastro! In presenza di capelli bianchi, il katam li colorerà di un evidente violetto. Per questo motivo, in caso di capelli bianchi o biondi/decolorati è consigliabile impiegarlo in combinazione con l’henné, o ancora meglio, in sinergia con henné e cassia.

Essendo l’unica erba in grado di legarsi alla cheratina del capello, l’henné funge da mordente per il katam. L’impiego della lawsonia scongiura il rischio di colorazioni stravaganti e consente una migliore presa sul capello, prolungando nel tempo la durata dell’effetto tintorio.

La cassia (Cassia obovata o Cassia Italica), oltre ad avere straordinarie proprietà ristrutturanti, è utile a diluire la capacità tintoria del composto, diminuendone il potere scurente. In questo modo, oltre a coprire uniformemente i capelli bianchi, si può smorzare il rosso dell’henné se non gradito oppure si possono accentuare i riflessi melanzana/violacei tipici del castano ottenuto col katam.

Leggi anche: CAPELLI BIANCHI: COME COPRIRLI CON TRUCCHI E RIMEDI NATURALI

Katam, come utilizzarlo

Si può “giocare” con le erbe, modulandole sulla nostra tonalità di partenza e variandone le quantità in funzione dell’effetto desiderato. Il risultato finale dipenderà, come nel caso di tutte le altre erbe tintorie, dall’interazione di una serie di fattori: innanzitutto dalla colorazione di base, ma anche ovviamente dall’impiego percentuale delle singole erbe che formeranno il nostro mix e, non ultimo, dalla porosità del capello.

A titolo puramente esemplificativo, partendo da una base castano chiara e volendo ottenere un castano medio, si potrebbe applicare una miscela composta al 30% da Cassia, 30 % da Lawsonia e 40% da Katam.

Per un castano scuro, tendende al bruno, si potrebbe utilizzare invece un mix di 50% lawsonia e 50% katam. Ma sono numeri meramente indicativi. Si può aumentare la lawsonia per avere tonalità più calde, o la quantità di katam per ottenere toni più scuri, sperimentando combinazioni sempre diverse.

Katam, copre i capelli bianchi?

Sì! Per coprire i capelli bianchi, il metodo più efficace resta quello del doppio passaggio.

Si fa una prima passata solo con la lawsonia, l’unica erba in grado di fissarsi in modo permanente sulla cheratina dei capelli bianchi, e successivamente un secondo passaggio con l’erba scurente. Fate attenzione però perché il katam ha un elevatissimo potere tintorio. Per cui, a meno che non desideriate un tono molto scuro, anche col metodo del doppio passaggio è comunque consigliabile ricorrere a una miscela con lawsonia, oppure con lawsonia e cassia.

Spesso in commercio troviamo il katam come ingrediente principale dei cosiddetti henné castani o nelle miscele denominate “nocciola”, in cui le varie erbe sono già state miscelate all’origine. Questi mix già pronti si possono provare tranquillamente, purché si presti sempre estrema attenzione all’INCI.

Devono comparire solo ed esclusivamente i nomi botanici delle piante. Se leggete ingredienti che non vi convincono, il mio consiglio è di lasciar perdere. I vostri capelli vi ringrazieranno!

Il Katam è un’erba straordinaria perché permette di coprire i capelli bianchi ottenendo varie gradazioni di castano, senza necessariamente tingerli del tipico rosso henné, nel caso in cui il rosso non fosse di nostro gradimento.

Il risultato finale è sempre soggettivo, per cui vale l’imperativo comune a tutte le erbe tintorie: sperimentate! Ancora una volta, non ci sono regole certe o risultati esattamente prevedibili. Una delle caratteristiche delle erbe tintorie è proprio l’antiserialità: i risultati sono sempre soggettivi, e ognuno di noi potrà ottenere colorazioni e sfumature differenti dagli altri, con un effetto sempre unico e sempre estremamente naturale.

Anche partendo da una base di colore pressoché identica, e applicando lo stesso composto per lo stesso tempo di posa, l’esito finale sarà comunque differente. All’imponderabilitá dei risultati si può ovviare attraverso la regola aurea di tutte le erbe tintorie : provare prima su una ciocca nascosta, onde evitare sgradite sorprese.

immagine

Katam, differenze con l’hennè

A differenza dell’henné, il katam predilige un ambiente basico. Per una preparazione ottimale, occorre aggiungere un pizzico di sale da cucina e un po’ di bicarbonato all’acqua calda in cui sciogliamo la polvere.

Il sale è in grado di fissare meglio il colore, mentre il bicarbonato, sostanza alcalina, serve a favorire il completo rilascio del pigmento colorante, accentuando maggiormente i riflessi violacei tipici del katam. È sufficiente aspettare 15/20 minuti e poi il composto ottenuto può essere applicato direttamente sui capelli, dalle radici alle punte.

È consigliabile evitare oggetti in metallo, che potrebbero reagire con la polvere. Da prediligere il legno o la ceramica, ma anche la plastica va bene. Ovviamente è molto importante che la polvere sia pura, per cui si raccomanda di leggere sempre attentamente l’INCI delle confezioni, in cui deve essere riportata esclusivamente la dicitura Buxus Dioica.

In caso decidiate di mescolare il katam con altre erbe, il consiglio è quello di prepararle separatamente. In una ciotola si scioglie l’henne, da solo o addizionato alla cassia, esclusivamente con acqua calda. In un’altra ciotola si mette a macerare il katam con acqua, un pizzico di sale e una manciata di bicarbonato.

Trascorsi una ventina di minuti, si uniscono le due pastelle e si mescolano con cura, fino ad ottenere un composto omogeneo. Una volta terminata l’ applicazione, si avvolge il capo con una cuffia o con della pellicola trasparente per mantenere l’umidità della pastella, che altrimenti , qualora si seccasse, perderebbe il potere tintorio. I tempi di posa variano a seconda della necessità o meno di coprire i capelli bianchi.

Se applicato da solo, il katam richiede una posa di circa un’ora, due al massimo. Qualora invece vi fosse la necessità di copertura dei capelli bianchi, sono necessarie 3 o 4 ore di posa.

Katam, come risciacquare

Al termine dell’applicazione, è opportuno sciacquare accuratamente i capelli con sola acqua per eliminare completamente la pappetta dai nostri capelli.

Eventuali residui potrebbero provocare prurito e infiammazioni. Si può utilizzare una noe di balsamo, se necessario. All’ acqua dell’ ultimo risciacquo invece è consigliabile mescolare una sostanza acida quale aceto o succo di limone. Il risciacquo acido è fondamentale per regolarizzare il ph della cute, chiudere le squame del capello, lucidandolo e fissando al meglio il colore.

Katam VS Indigo

Il katam è molto simile all’indigo (Indigofera Tinctoria), con cui viene talvolta confuso (basti pensare che sono entrambi chiamati henné nero e il katam è denominato talvolta baby indigo). Inoltre, a causa della difficile situazione politica dello Yemen, il katam non sempre è reperibile e si tende a sostituirlo con l’indigo.

In comune hanno la caratteristica di scurire i capelli e di riuscire a spegnere i riflessi rossi dei capelli precedentemente tinti con la lawsonia. Ma l’indigo è più scuro dei katam. Inoltre, diverse sono le sfumature ottenute. Il katam dona dei riflessi più caldi, color prugna/melanzana o violacei. L’indigo invece dona riflessi freddi, di un intenso e profondo blu. Entrambe le erbe scaricano il colore, a differenza dell’henné, che è permanente poiché stratifica sul fusto del capello. Ma il katam scarica più lentamente rispetto all’indigo.

Tinture naturali, sperimentate!

Come già detto a proposito dell’henné, bisogna avere pazienza con le polveri tintorie, non scoraggiarsi dopo il primo tentativo, ma provare, riprovare e provare ancora. Un’adeguata conoscenza delle caratteristiche di ogni singola erba tintoria, suffragata da una minima esperienza in materia, ci consentirà di padroneggiare al meglio l’universo delle tinture naturali.

Dopo un po’ di tempo saremo in grado di sbizzarrirci, sperimentando soluzioni nuove fino a trovare quella che più ci aggrada. L’aspetto positivo è che durante questi esperimenti, i nostri capelli trarranno estremo giovamento dall’utilizzo di queste meravigliose piante.

Fonte e fonte foto: Beautilicious Delights

Angela Petrella

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram