Scopri come usare le erbe tintorie per coprire naturalmente i capelli bianchi: per colorarli di rosso, ad esempio non esiste solo l'hennè; prova anche con l'ibisco
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Come colorare di rosso i capelli in modo naturale e senza l’hennè? Prova con l’ibisco!
L’ibisco è un genere di piante che comprende circa 250 specie, ha bellissimi fiori a forma di campana, di vari colori nei toni del bianco, giallo, rosa e viola. Quella utilizzata a fini tintori è la polvere ricavata dai fiori essiccati della specie “Hibiscus Sabdariffa”, dicitura riportata anche nell’Inci delle confezioni che troviamo in commercio.
Originaria dell’Africa occidentale, oggi la specie Hibiscus Sabardiffa è diffusa e coltivata pressochè ovunque nel mondo. Dall’infusione dei suoi petali essiccati si ottiene il karkadè, una gradevole bevanda dal gusto rinfrescante, molto diffusa nei Paesi caldi e tropicali come sostituto di tè o caffè perché disseta ma non contiene sostanze eccitanti.
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L’ibisco è estremamente benefico per la pelle del viso, in quanto il suo altissimo contenuto di vitamina C gli conferisce proprietà antiossidanti e astringenti. Oltre che favorire la produzione di collagene come dimostrato da diversi studi. La maschera all’ibisco è molto utile anche in caso di pelli acneiche per i suoi poteri dermopurificanti, lenitivi e cicatrizzanti.
Se applicata sui capelli, la polvere di ibisco ha benefici davvero notevoli :
- stimola la crescita
- previene la caduta
- coadiuvante nel trattamento della calvizie
- volumizzante
- lucidante
- rinforzante
- condizionante
- ammorbidente
- antiforfora
Quanto al colore rilasciato, sui capelli l’ibisco dona dei riflessi che vanno dal rosa freddo al rosso prugna, a seconda della nostra colorazione di base. A fronte delle notevoli proprietà benefiche, il suo potere tintorio in verità è piuttosto blando, sia perché l’ibisco tende a riflessare piuttosto che a tingere, sia perché scarica dopo alcuni lavaggi.
Per questo va utilizzato in sinergia con altre erbe tintorie, quali l’hennè o la robbia, soprattutto in presenza di capelli bianchi, poiché tende a colorarli poco e soprattutto a svanire dopo poco tempo.
In purezza, comunque, l’ibisco risulta perfetto per ottenere un colore prugna/mogano su una colorazione di base castano scura. In questo caso, la nuance prugna della tinta risulterà splendidamente modulata sulla tonalità di partenza.
Ibisco, come preparare l’impacco tintorio
È sufficiente sciogliere la polvere in acqua calda, fino a formare una pasta omogenea e cremosa, della stessa consistenza dello yogurt. Si lascia macerare per circa 15 minuti e si procede quindi all’applicazione. La pastella va distribuita uniformemente sui capelli puliti, non importa se asciutti o bagnati, purché siano stati lavati da non più di 24 ore. Inoltre, è necessario che la chioma sia priva di lacca, cera o altre sostanze grasse le quali, andando a formare un film protettivo sul fusto del capello, di fatto impediscono la corretta penetrazione del pigmento colorante.
I tempi di posa vanno da 20 minuti a 2 ore, a seconda dell’intensità di colorazione desiderata. Al termine, è consigliabile sciacquare con sola acqua, applicando soltanto una noce di balsamo per contrastare l’eventuale secchezza delle punte. Come ultima operazione è consigliato il risciacquo acido, che svolge l’importantissima funzione di chiudere le squame del capello, lucidandolo e fissando al meglio il colore. Si effettua aggiungendo una sostanza acida (aceto o succo di limone) all’acqua dell’ultimo risciacquo, frizionando leggermente la capigliatura. A questo punto si procede alla normale asciugatura.
Ibisco ed henné
Come detto, per sfruttare al meglio le potenzialità dell’ibisco, è raccomandabile impiegarlo in una miscela con l’henné. L’hennè è infatti l’unica erba tintoria in grado di legarsi in maniera permanente alla cheratina del capello, fungendo altresì da vettore per le altre erbe. Nel caso dell’ibisco, quindi, l’uso in combinazione con l’hennè ne garantisce una presa migliore sui capelli e un effetto tintorio più prolungato nel tempo. Inoltre, se mescolato alla lawsonia, l’ibisco ne raffredda il tipico color rosso, accentuando le tonalità prugna/ciliegia del composto tintorio.
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L’unica accortezza da osservare riguarda il metodo di preparazione, poiché l’ibisco deve essere sciolto solo in acqua, in quanto tende a rovinarsi a contatto con sostanze acide. È opportuno pertanto macerarne la polvere per circa 15 minuti solo con acqua calda e solo successivamente mescolare la pastella ottenuta all’impacco di henné. Quindi, nel caso in cui decidessimo di ossidare l’hennè in un ambiente acido per almeno 12 ore, aggiungeremo la pastella con l’ibisco solo alla fine, per ridurre il contatto diretto di questa polvere con sostanze dal ph acido. I tempi di posa variano a seconda della necessità o meno di copertura dei capelli bianchi. In caso affermativo, per garantire un risultato uniforme e duraturo nel tempo, sono necessarie 3 o 4 ore, altrimenti un’ora di posa è sufficiente.
Ibisco e karkadè
Anche il karkadè ha leggere capacità tintorie, inferiori comunque a quelle della polvere. Per potenziare l’effetto colorante dell’ibisco, si può scioglierne la polvere nell’infuso di karkadé precedentemente preparato e filtrato. A questo punto lo misceleremo con l’henné che avremo già preparato e lo applicheremo sui capelli.
Oppure si può sciogliere la polvere dell’hennè direttamente nell’infuso di karkadè. In questo caso possiamo ottenere tonalità diverse a seconda dei differenti tempi di posa. Se prediligiamo i toni caldi e vogliamo ottenere dei riflessi arancio/ramati, potremo sciogliere la polvere di henné nel karkadé, lasciando l’impacco in posa per poco tempo.
In pose brevi, infatti, l’impacco tintorio di karkadè e hennè potrà essere utilizzato da chi predilige toni caldi e ramati, in pose più lunghe l’infuso riuscirà invece a riflessare e raffreddare il rosso della lawsonia.
Ibisco e robbia
Oltre alla miscela con l’hennè, l’ibisco può essere impiegato in combinazione con la robbia o in sinergia con hennè e robbia, soprattutto se intendiamo accentuare la tonalità fredda del rosso, ottenendo una tinta color rubino/prugna. La robbia, infatti, se preparata in un ambiente basico, ha la caratteristica di far virare il rosso verso tonalità più fredde e profonde. Anche in questo caso però si raccomanda di aggiungere l’ibisco solo nella fase finale della preparazione. Se macerata in ambiente basico, la polvere di ibisco subisce un’alterazione delle sue proprietà. Per cui si prepara la robbia in acqua calda con l’aggiunta di un cucchiaino di bicarbonato, e nel frattempo si macera separatamene la polvere di ibisco con sola acqua calda. Trascorsi 15 minuti si mescolano le due pastelle, riducendo così il contatto diretto di questa polvere col bicarbonato, sostanza alcalina che potrebbe alterarne le qualità.
Per sfruttare le sue nunaces rosa freddo, spesso l’ibisco viene impiegato in quantità moderate come componente delle miscele biondo cenere. Inoltre, sui capelli biondi o molto chiari, l’ibisco si rivela utilissimo per ottenere una particolare colorazione a metà tra i toni rosa e oro, che prende il nome di biondo fragola o strawberry blonde. Si tratta di una sfumatura molto originale, dalla vena lievemente romantica, che dona soprattutto alle persone dall’incarnato molto chiaro, magari puntellato di efelidi. Opportunamente combinato con il ramato dell’hennè e col giallo oro della curcuma o il giallo caldo del rabarbaro, il rosa freddo dell’ibisco è in grado di generare questa particolarissima nuance biondo fragola. In ogni caso bisogna tener ben presenti le caratteristiche delle singole erbe tintorie. Sia l’hennè che la curcuma e il rabarbaro, ad esempio, hanno un elevatissimo potere tintorio, mentre l’ibisco ha un potere perlopiù riflessante.
Inoltre, la curcuma rilascia una colorazione fredda, color paglia, mentre il rabarbaro conferisce nuances più calde e aranciate. Per cui, in caso di capelli chiarissimi, che danno su tonalità biondo platino, sarà più opportuno utilizzare il rabarbaro, mentre sui capelli intensamente biondi, si potrà utilizzare al limite anche la curcuma.
Per quanto riguarda le quantità, non esistono regole precise. Il risultato finale dipenderà da una serie di fattori tra cui la colorazione di base, la porosità del capello e l’eventuale presenza di capelli bianchi. In ogni caso, per ottenere il biondo fragola, è necessario tonalizzare i capelli chiari con una opportuna miscela di hennè e polvere ingiallente (rabarbaro o curcuma), in cui si inserirà anche l’ibisco, in grado di conferire la caratteristica sfumatura rosata. Se il composto risulta troppo scuro, se ne diluisce il potere colorante aggiungendo la cassia, un’erba non tintoria in grado di attenuare la colorazione svolgendo al contempo una funzione ristrutturante del capello.
Ibisco, quantità e dosi
A titolo puramente indicativo, un mix per ottenere il biondo fragola potrebbe essere costituito da un 10-15 % di rabarbaro (o curcuma), 15-20 % di hennè, 15-20% di cassia e la restante parte da polvere di ibisco. Ma, come detto, si tratta di percentuali approssimative, non di regole universalmente valide. Il mondo delle erbe tintorie non è assolutamente paragonabile a quello delle tinte chimiche, ma ha delle logiche totalmente diverse.
É importante avere pazienza, perseveranza, voglia di osare e sperimentare. L’aspetto positivo è che nel frattempo i capelli trarranno solo estremo giovamento dall’utilizzo delle tinte naturali. In ogni caso, prima di applicare qualsiasi erba o composto tintorio sulla capigliatura, fate sempre un test preliminare su una ciocca nascosta.
Un’idea originale potrebbe essere quella di piantare l’ibisco in giardino o sul terrazzo o balcone di casa. I fiori sono davvero belli, e all’occorrenza potrete raccoglierli ed essiccarli per preparare l’infuso di karkadé, o ridurli in polvere in modo da sfruttare gli straordinari benefici di questa pianta sia sui capelli che sul viso.
Altre erbe tintorie
Oltre all’ibisco sono diverse le erbe tintorie da prendere in considerazione per tingere i capelli in modo naturale, in particolare: