L'Echa ha aggiornato l'elenco delle sostanze estremamente preoccupanti aggiungendo un filtro solare, il Methylbenzylidene camphor
In questi giorni, l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa) ha aggiornato l’elenco delle “sostanze estremamente preoccupanti” (SVHC) aggiungendo alla lista 4 nuove voci, tra cui un noto filtro UV.
A causa del loro probabile impatto sulla salute umana o sull’ambiente, quattro sostanze chimiche potenzialmente pericolose sono state inserite dall’Echa nella lista delle sostanze considerate “estremamente preoccupanti” che contiene ora 223 voci.
Ma quali sono le nuove aggiunte? Come scrive l’Echa:
Una delle quattro sostanze è utilizzata nei cosmetici ed è stata aggiunta all’elenco dei candidati in quanto ha proprietà di distruzione degli ormoni nell’uomo. Due sono usati, ad esempio, nelle gomme, nei lubrificanti e nei sigillanti, e sono stati inclusi perché influiscono negativamente sulla fertilità. Il quarto è utilizzato nei lubrificanti e nei grassi ed è stato aggiunto in quanto persistente, bioaccumulabile e tossico, quindi dannoso per l’ambiente.
Nel seguente specchietto i nomi delle nuove sostanze inserite nell’elenco.
Tra queste spicca quella utilizzata in alcuni cosmetici, il Methylbenzylidene camphor. Si tratta di un filtro UV chimico di cui abbiamo già parlato, presente nelle creme solari ma anche in alcune creme da giorno e trucchi. Leggi anche: Creme solari con protezione 50: piene di filtri e sostanze controverse. Clinians, Bilboa e Leocrema le peggiori del test
Questa sostanza è incriminata in quanto interferente endocrino, ovvero per la possibilità di influire negativamente sul funzionamento del sistema ormonale. Alcuni studi hanno anche messo in luce la possibilità che sia genotossico e allergenico.
Per evitare creme o trucchi che contengono nella loro composizione questa sostanza, basta leggere sempre con attenzione l’Inci dei prodotti che acquistiamo, lasciandoli sullo scaffale se notiamo la presenza di Methylbenzylidene camphor.
Tutte le 223 voci presenti nell’elenco SVHC (che in realtà sono di più in quanto in alcuni casi si tratta di interi gruppi di sostanze) potrebbero essere inserite nell’elenco di quelle sostanze chimiche che in futuro necessiteranno di autorizzazione per poter continuare ad essere utilizzate dai produttori.
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Fonte: Echa
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