Le creme solari "waterproof" o "resistenti all'acqua" sono testate in laboratorio per questa specifica caratteristica. Presentano però alcuni limiti da non sottovalutare se si vogliono evitare scottature
Con l’estate torna la stagione delle creme e protezioni solari, un “must” che dobbiamo avere sempre con noi e non solo al mare o in piscina ma ogni volta che ci esponiamo al sole.
Nei luoghi acquatici, però, è assolutamente fondamentale che la nostra crema o spray solare sia “waterproof”. Ma cosa si nasconde dietro questa dicitura che spesso leggiamo sui prodotti?
Come spiegano gli esperti tedeschi di Öko-Test, i produttori possono utilizzare la dicitura “waterproof” o “resistente all’acqua” solo nel caso le creme soddisfino un particolare standard.
In pratica, le aziende devono poter provare che il loro solare dopo 2 bagni di 20 minuti (con una pausa di asciugatura nel mezzo) offre ancora circa la metà della protezione originale, misurata dal fattore di protezione solare.
Il tutto, ovviamente, deve essere testato in laboratorio. Qui viene provata l’efficacia delle protezioni grazie a campioni di volontari che si immergono in una spa o in una vasca idromassaggio in cui si muove l’acqua. L’obiettivo è simulare l’influenza dei movimenti delle onde o del nuoto, che lavano via la protezione solare poco a poco quando si sta al mare o in piscina.
Per conoscere meglio i test e i metodi di valutazione potete leggere il seguente documento di Cosmetics Europe: GUIDELINES FOR EVALUATING SUN PRODUCT WATER.
I limiti del metodo di valutazione delle creme solari “waterproof”
A differenza della vita reale, però, nei test di laboratorio non viene utilizzato un asciugamano. Inoltre, non vengono presi in considerazione altri fattori come:
- sudorazione
- presenza di sale
- presenza di cloro
- indossare e togliere i vestiti
Insomma, sono molte le variabili che non vengono considerate e gli esperti tedeschi scrivono:
In condizioni realistiche, si può presumere che un prodotto dichiarato “waterproof” abbia perso più della metà della sua protezione dopo mezz’ora di spruzzi e che alcune parti del corpo possono ancora godere di una protezione UV completa, mentre altre sono più o meno non protette. Insomma: “waterproof” e “beachproof” non sono (purtroppo) la stessa cosa.
Considerando tutto questo, dopo un bagno, essersi asciugati, aver cambiato i vestiti o se si è sudati, è sempre bene riapplicare la crema. È molto importante infatti, per il benessere della nostra pelle e per evitare possibili degenerazioni, evitare scottature solari.
Non affidatevi dunque completamente alla dicitura “resistente all’acqua” e rispalmatevi abbondantemente la protezione solare dopo ogni bagno (o sudata).
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Fonte: Öko-Test
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