Un nuovo test sulle creme solari evidenzia come queste spesso contengano filtri controversi che non rispettano l'ecosistema marino
L’estate non possiamo fare a meno delle creme solari e per aiutare nella scelta è arrivato ora un nuovo test che ha esaminato 15 spray, creme e lozioni abbronzanti. Molti di questi prodotti promettono di essere rispettosi dell’ambiente. Ma è davvero così?
Ai test sulle creme solari di cui vi abbiamo già parlato, si aggiunge ora anche quello della rivista francese 60 millions de consommateurs che si è soffermato ad analizzare e confrontare 15 prodotti con SPF50 (o SPF50+) per verificarne l’efficacia e l’eventuale presenza di sostanze controverse, in primis filtri dannosi per gli organismi acquatici.
Sempre più consumatori oggi chiedono ai prodotti solari non solo di proteggerli al meglio dalla luce ultravioletta (UV) ma anche di non avere un impatto sugli oceani. I brand sembrano averlo capito e nel test, oltre la metà dei prodotti solari, recano un’indicazione di protezione della vita marina.
In realtà, come sottolineano gli esperti della rivista francese, nella maggior parte dei casi, questa affermazione riflette semplicemente l’assenza dei principali filtri noti per essere tossici per l’ecosistema marino e non la sicurezza dell’intero prodotto.
Ricorderete che alcuni filtri solari sono stati vietati alle Hawaii proprio per proteggere l’ecosistema marino e ci sono alcuni produttori che fanno riferimento più o meno esplicitamente a questo regolamento. Alle Hawaii è attualmente vietato l’utilizzo di creme solari che nella loro composizione contengono ossibenzone e octinoxate.
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Nivea, indica ad esempio che il suo spray solare SPF 50+ è “conforme alla legge Hawaii del 2018” mentre Klorane afferma che il suo “sublime sun spray” Polysianes SPF 50 contiene solo filtri testati come non tossici per la biodiversità marina.
Tuttavia il divieto dal 2023 di altri due filtri (octocrilene e l’avobenzone) è oggetto di un disegno di legge alle Hawaii. Questi compaiono nella composizione dei prodotti Garnier Ambre soleil Sensitive Expert SPF 50+, La Roche-Posay Anthelios SPF 50+ e A-Derma Protect-AD SPF 50+, ma anche nei prodotti Nivea e Klorane. 60 millions de consommateurs invita dunque a diffidare di queste diciture che fanno sembrare questi prodotti più “puliti” di quanto non siano in realtà.
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Tra l’altro, scrive 60 millions de consommateurs, per sostenere che non vi siano danni ai coralli, i test vengono generalmente effettuati sulle zooxantelle, microalghe unicellulari che vivono nell’esoscheletro del corallo. Ma questo è sufficiente per ampliare le conclusioni alla “vita acquatica” nel suo insieme?
Gli esperti della rivista ritengono che sia auspicabile che la ricerca sul reale impatto delle creme solari sul fragile ecosistema marino sia approfondita, così come lo sviluppo normativo che deve diventare generalmente più restrittivo se vogliamo davvero proteggere gli oceani.
Tornando al test, i diversi solari sono stati valutati con il Cosméto’Score, sviluppato da ingegneri del National Consumer Institute (editore della rivista stessa). Si basa su un sistema di valutazione che tiene conto di tutti gli ingredienti, ponderando i loro rischi in base alla loro rilevanza all’interno del prodotto e all’uso che ne viene fatto. Assegna voti che vanno da A a E.
Nel caso dei prodotti solari, il Cosmeto’Score contraddice le affermazioni di alcuni produttori.
I risultati
Come già detto, alcuni solari contengono filtri dannosi per l’ambiente acquatico ma non sono gli unici ingredienti problematici per l’ambiente. La buona notizia che emerge dal test, però, è che sono stati trovati meno siliconi rispetto alle precedenti indagini.
In base a tutti i parametri considerati dal test, ai primi posti troviamo il solare Biotherm (con un Cosmeto Score A) seguito da Yves Rocher (B).
@60 millions de consommateurs
Al contrario La Roche Posay, Avène e Garnier ottengono un Cosmeto’Score D mentre Nivea Spray Solare addirittura un E e, di fatto, è considerato il peggiore del test.
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Fonte: 60 millions de consommateurs
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