Da L’Oreal a Yves Rocher, le 10 maggiori aziende che vendono ancora cosmetici testati sugli animali

In Italia e in Europa i test sugli animali per i cosmetici sono vietati, ma le aziende che esportano in Cina continuano a farli

Nei paesi dell’Unione europea i test sugli animali per valutare la sicurezza dei cosmetici sono vietati dal 2013.
Qualsiasi prodotto cosmetico prodotto e venduto all’interno dell’UE, che sia uno shampoo, un mascara o una crema corpo, non è quindi testato sugli animali.

Dal 2013, infatti, è entrata in vigore la direttiva europea che vieta la produzione di cosmetici che contengono ingredienti testati sugli animali per valutarne la tossicità.

Nei paesi europei è inoltre vietata la vendita di cosmetici i cui ingredienti siano stati testati sugli animali all’esterno dei paesi membri.

Esistono però paesi in cui i test sugli animali sono ancora obbligatori, pertanto le aziende che producono o vendono in tali paesi, testano i prodotti commercializzati dove i test sono richiesti dalla legge e spesso si tratta delle stesse aziende i cui prodotti si trovano in vendita anche in Italia o in Europa.

L’organizzazione animalista PETA ha redatto una lunga lista aggiornata che comprende oltre 4000 marchi che non effettuano test sugli animali per valutare la sicurezza dei propri cosmetici.

Nell’elenco non rientrano le numerose aziende che commercializzano cosmetici nei paesi in cui tali test vengono richiesti, tra cui ad esempio la Cina.

Di seguito, l’elenco delle 10 aziende tra quelle più conosciute, che hanno deciso di esportare i propri prodotti in Cina e che pertanto continuano a eseguire test sugli animali:

  • Bourjois
  • Max Factor
  • Yves Rocher
  • Shiseido (esclusi i marchi Buxom e BareMinerals)
  • Revlon
  • Clinique
  • Christian Dior
  • Maybelline
  • Avon
  • L’Oreal

In pratica queste aziende nel momento in cui decidono di vendere in Cina, accettano che i loro prodotti vengano testai sugli animali.

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I test sugli animali per i cosmetici comprendono test di irritazione cutanea e oculare, studi sull’ingestione forzata e test sulla dose letale per determinare se gli ingredienti siano pericolosi.

Tutto questo nonostante da tempo siano disponibili alternative valide ai test sugli animali e nonostante esistano solide conoscenze sulla tossicità dei numerosi ingredienti impiegati nella formulazione dei cosmetici.

Trovare alternative per vlautare la tollerabilità e la sicurezza dei cosmetici è stato possibile anche grazie alla natura stessa dei cosmetici.
Un cosmetico, infatti, deve essere progettato per agire solo a livello cutaneo o degli annessi cutanei e non deve avere un effetto sistemico sull’organismo, a differenza dei farmaci.
Pertanto i cosmetici devono essere testati prevalentemente per escludere eventuali irritazioni cutanee o oculari, danni alla pelle o allergie e per assicurarsi che non oltrepassino la barriera cutanea.

Grazie ai progressi della ricerca è stato possibile mettere a punto sistemi convalidati che non utilizzano animali bensì modelli in vitro, modelli di pelle umana ricostruita o metodi che sfruttano applicazioni informatiche, con cui si possono misurare l’irritazione, la corrosione, la fototossicità e l’assorbimento cutaneo degli ingredienti cosmetici e dei prodotti finiti.

Oggi la sperimentazione dei cosmetici sugli animali risulta dunque un’inutile sofferenza per gli animali e non ci sono motivi per cui debba essere ancora portata avanti.

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Tatiana Maselli

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