Biossido di titanio nelle creme solari: “è pericoloso”, ma l’industria della cosmesi reagisce con sorprendente calma

Il biossido di titanio è già vietato come additivo alimentare in Europa ma nel 2024 potrebbe essere bandito anche dai cosmetici. Che fine faranno le creme solari naturali che lo utilizzano come filtro fisico al posto dei più controversi e inquinanti filtri chimici?

Ne abbiamo parlato più volte nel corso degli ultimi anni: il biossido di titanio è stato considerato non sicuro negli alimenti (in quanto genotossico) e per questo è stato vietato in Europa a partire dall’agosto 2022. Si trova però ancora presente in alcuni medicinali, dato che il passaggio ad una valida alternativa in questi prodotti sembra necessitare di più tempo.

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Ma quello che ora ci si chiede è: questo ingrediente verrà considerato pericoloso e quindi sarà bandito anche dai cosmetici?

Finora l’uso del biossido di titanio sulla pelle è stato considerato sicuro ma anche questa certezza potrebbe venire meno. Una rivalutazione per l’uso nei cosmetici di questo ingrediente era prevista già a marzo 2023 ma la commissione Ue che se ne deve occupare è evidentemente in ritardo e probabilmente la decisione slitterà al 2024.

I produttori hanno quindi un po’ di tempo per cambiare eventualmente le proprie formulazioni ma al momento non sembrano molto preoccupati tanto che, come scrive Öko-Test:

L’industria della cosmesi naturale sta reagendo con sorprendente calma al fatto che un importante filtro minerale di protezione dalla luce potrebbe presto andare perduto.

Come sappiamo, il biossido di titanio è attualmente molto utilizzato come filtro UV minerale nelle creme solari ma si trova anche in alcuni dentifrici o in prodotti per la cura delle labbra (cosa ben più grave dato che tracce di questa sostanza potrebbero essere potenzialmente ingerite).

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A livello di produzione, il problema più grosso riguarda però proprio le creme solari ed in particolare quelle di cosmesi naturale. Infatti, chi le produce è autorizzato ad utilizzare solo i filtri UV minerali, appunto il biossido di titanio oltre che l’ossido di zinco. Questi pigmenti riflettono la luce del sole sulla pelle come uno specchio e formano una specie di schermo fisico utile a proteggere dai raggi nocivi.

Cosa faranno allora i produttori di creme solari naturali in caso di divieto? Öko-Test, nell’ambito della sua ultima indagine sulle protezioni solari per pelli sensibili, ne ha contattati alcuni per capirlo ma diciamo che grandi soluzioni al momento non ve ne sono.

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Lavera ha fatto sapere che sta seguendo da vicino le discussioni e gli sviluppi perché è consapevole “che ci sono preoccupazioni sull’uso del biossido di titanio come filtro UV“. In altre parole sta aspettando di capire se il divieto sarà effettivamente portato avanti, mentre Eco Cosmetics non prevede di utilizzare altri filtri perché “la combinazione esistente di biossido di titanio e ossido di zinco è una combinazione ottimale“.

Pierre Fabre, invece, ha fatto sapere che interromperà la produzione della sua crema solare minerale a fine estate. Ma in questo caso non c’è tanto da stupirsi dato che l’azienda non si limita all’utilizzo di filtri UV minerali nelle sue protezioni solari.

Ci sono infine alcuni produttori che ritengono che l’ossidio di zinco sia del tutto sufficiente come filtro minerale.

In realtà, lo scorso anno c’è stata una certa polemica proprio sui filtri minerali in quanto un test condotto in Gran Bretagna ha scoperto che alcuni prodotti che li contenevano non proteggevano al meglio contro i raggi UV. Leggi anche: Creme solari con filtri minerali, proteggono davvero? Un nuovo test “boccia” queste 5 marche da non acquistare

Un fatto confermato poi anche da un test italiano di Altroconsumo che ha bocciato 2 prodotti, considerati di scarsa qualità. Leggi anche: Creme solari: questi 2 prodotti sono da evitare perché non proteggono bene, secondo Altroconsumo

Staremo a vedere se davvero il biossido di titano sarà bandito dalle creme solari e più in generale dai cosmetici, con una particolare attenzione alle  sostanze con cui verrà eventualmente sostituito.

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Fonte: Öko-Test 

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