Giochi Preziosi lancia zaini e astucci per la scuola legati a Folgore, Alpini e alla forze armate, con slogan come “Tutti sull'attenti” e “Per sentirsi in missione”. Ma dopo una campagna di boicottaggio contro degli accessori che inneggiano alla guerra, l'azienda ci ripensa e li fa sparire dal sito
Zainetti e astucci con marchio Esercito italiano legati a Folgore, Alpini e alle forze armate con lo slogan come “Tutti sull’attenti” e “Per sentirsi in missione”. L’idea è della Giochi Preziosi che con un post sui social qualche giorni fa annunciava la distribuzione di questa nuova linea di zaini scolastici.
Un post rimosso dopo le polemiche generali e dopo l’intervento dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.
«Accogliamo con soddisfazione questa presa di posizione, ma invitiamo, Giochi Preziosi, a fare uno sforzo ulteriore per prendere atto che la collaborazione dei corpi militari con i settori commerciali è funzionale, secondo l’Osservatorio, a rendere familiare per la società civile la retorica della “Cultura della sicurezza” e della “Cultura della difesa”, preludio di una mentalità che conduce direttamente alla guerra».
Alla fine, dopo le pressioni, oggi non c’è più traccia dei controversi zaini né sul sito né sui principali rivenditori online.
Ad annunciarlo è stato lo stesso Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.
“Restiamo in attesa di un riscontro da parte dell’azienda per comprendere i motivi per cui gli zaini militareschi contro i quali è partita la campagna sostenuta da varie associazioni e movimenti siano scomparsi dal sito, sperando che la stessa cosa possa succedere nei punti vendita” scrivono in un comunicato.
La vicenda
Ma cos’era successo? Vediamo assieme. La Giochi Preziosi, sui propri social, aveva lanciato una campagna pubblicitaria per sponsorizzare una nuova linea di accessori per l’anno scolastico appena iniziato.
Una linea a marchio Esercito Italiano in tre varianti: Esercito, Alpini, Folgore realizzata dall’azienda proprio in collaborazione con le Forze Armate italiane. Come se non bastasse nella pubblicità che accompagnava il lancio della nuova collezione c’erano frasi come: “Tutti sull’attenti!” e “per sentirsi sempre in missione”. Come se, invece, di andare a scuola, studenti e studentesse, stessero partendo per chissà qualche missione bellica.
A denunciare il fatto è stato l’Osservatorio contro la militarizzazione di scuole e università che ha commentato:
«Diversi sono i fattori di questa campagna pubblicitaria che ci hanno lasciato stupefatti e allo stesso tempo indignati, a cominciare dallo slogan che accompagna il lancio del prodotto sul mercato con parole quali «Tutti sull’attenti!», che rievocano nella memoria collettiva il periodo più buio del nostro recente passato».
E continua:«Che dire poi della presentazione della collezione zaini esercito “per sentirsi sempre in missione” dove la strategia del linguaggio pubblicitario raggiunge livelli di sorprendente ambiguità e scivolosità? Presentare le attività scolastiche come “missione” lascia presupporre, infatti, una pericolosa frana culturale che trasforma la scuola in caserma e gli alunni e le alunne in militari in erba».
La scuola, appunto, non è una caserma e non c’è bisogno di armarsi per varcarne il portone, né di seguire regole militari. Le finalità della scuola sono educative e oltretutto inconciliabili con un linguaggio di stampo militare. Ma non solo, perché l’Osservatorio, affronta anche un discorso dal respiro più ampio.
«A nostro avviso una campagna pubblicitaria del genere sembra andare di pari passo con il dilagare nelle nostre scuole e sull’intero territorio nazionale di quella “cultura della difesa” che interpreta la funzione delle forze armate in maniera parziale omettendo sistematicamente di ricordare quella che è la vera missione di tutti gli eserciti, ovvero fare la guerra».
E la missione della scuola sarebbe quella di educare alla pace e alla convivenza pacifica senza alcuno spazio per derive militariste. Evidentemente poi, anche Giochi Preziosi sembra aver capito che l’operazione commerciale non era in linea neanche con il proprio codice etico e con la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e adolescenza, tant’è che il post di sponsorizzazione degli zainetti, è stato rimosso.
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Fonte: Osservatorio contro la militarizzazione
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