Voucher baby sitter 2016. In aiuto delle mamme lavoratrici arriva il nuovo aiuto di stato, pensato per le donne che rinunciano al periodo di maternità facoltativo. Esse potranno ricevere un contributo massimo di 600 euro al mese per sei mesi. Chi potrà usufruirne?
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Voucher baby sitter 2016. In aiuto delle mamme lavoratrici arriva il nuovo aiuto di stato, pensato per le donne che rinunciano al periodo di maternità facoltativo. Esse potranno ricevere un contributo massimo di 600 euro al mese per sei mesi. Chi potrà usufruirne?
Nessun limite se non quello dei fondi messi a disposizione dal governo con la Legge di stabilità. Si procederà fino ad esaurimento. Calcoli alla mano, potrebbero essere circa 5.500 le mamme “a tempo pieno” ad averne diritto, ma il totale potrebbe aumentare qualora a richiederlo fossero le mamme che lavorano part-time.
In questo caso infatti l’importo non sarà di 600 euro ma inferiore. Ma vediamo in cosa consiste il bonus baby sitter e come richiederlo.
A chi spetta
Possono richiedere il bonus tutte le mamme lavoratrici che hanno diritto al congedo parentale, sia che si tratti di dipendenti di amministrazioni pubbliche che di privati, oppure iscritte alla gestione separata.
Sono ammesse alla presentazione della domanda anche le lavoratrici che abbiano già usufruito in parte del congedo parentale. In questo caso, il contributo potrà essere richiesto per un numero di mesi pari ai mesi di congedo parentale non ancora usufruiti. Le lavoratrici possono accedere al beneficio anche per più figli, purché in possesso dei requisiti.
Non potranno invece farne richiesta le lavoratrici che non hanno diritto al congedo parentale (es: le lavoratrici domestiche, a domicilio, disoccupate), le lavoratrici autonome e quelle che, relativamente al figlio per il quale intendono richiedere il beneficio, risultano esentate totalmente dal pagamento della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati convenzionati.
AGGIORNAMENTO DEL 13 DICEMBRE 2016: Anche le lavoratrici autonome e imprenditrici hanno diritto al voucher e al contributo per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati.
Fa sapere infatti l’Inps che “è stata estesa l’erogazione del beneficio dei voucher per l’acquisto di servizi babysitting o asilinido anche per le madri lavoratrici autonome o imprenditrici”.
Si legge nella circolare del 12 dicembre 2016 che il bonus sarà esteso anche alle madri lavoratrici autonome o imprenditrici ed in particolare:
– le coltivatrici dirette, mezzadre e colone;
– le artigiane ed esercenti attività commerciali;
– le imprenditrici agricole a titolo principale, nonché le pescatrici autonome della piccola pesca marittima e delle acque interne di cui all’art. 66, comma 1, del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151.
A quanto ammonta il bonus
Il contributo è di 600 euro mensili per le donne che lavorano full-time e può essere percepito per un massimo di sei mesi in alternativa alla fruizione di altrettanti mesi di congedo parentale ai quali la lavoratrice rinuncia.
Cifra che cambia nel caso delle lavoratrici part-time, che vedranno ricalcolato il bonus in maniera differente. Infine, le lavoratrici iscritte alla gestione separata potranno usufruire del contributo per un massimo di tre mesi.
I voucher
Il bonus verrà erogato attraverso pagamento diretto alla struttura prescelta dietro esibizione, da parte della struttura stessa, di richiesta di pagamento. Il contributo per il servizio di baby sitting sarà erogato attraverso il sistema dei buoni lavoro.
Quando e come presentare la domanda
La domanda va presentata all’Inps entro gli undici mesi successivi al termine del periodo di congedo di maternità obbligatorio. È possibile farlo via web utilizzando il PIN dell’Inps o attraverso i patronati. È necessario essere in possesso del PIN dispositivo. Occorre prima presentare all’Inps la dichiarazione ISEE sia in via telematica che tramite CAF convenzionato.
Per compilare la domanda è necessario avere a disposizione i dati anagrafici del minore per il quale si intende effettuare la domanda. Occorre indicare anche la data dell’ultimo giorno di congedo di maternità riferito al minore indicato e i periodi di congedo parentale eventualmente già fruiti, i dati del datore di lavoro, inclusi indirizzo PEC/email e quelli relativi al proprio inquadramento contrattuale.
Per la tabella di riproporzionamento in caso di part-time, clicca qui
Per le istruzioni per la presentazione delle domande, clicca qui
Francesca Mancuso
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