A Taranto si continua a morire di tumore e l’Ilva continua a uccidere a Taranto. La storia del piccolo Lorenzo strappato alla sua famiglia a soli 5 anni, è solo una delle tante legata all’azienda siderurgica del quartiere Tamburi.
A Taranto si continua a morire di tumore e l’Ilva continua a uccidere a Taranto. La storia del piccolo Lorenzo strappato alla sua famiglia a soli 5 anni, è solo una delle tante legata all’azienda siderurgica del quartiere Tamburi.
Nel 2014 Lorenzo muore di cancro e i consulenti della famiglia portano avanti una linea difensiva inequivocabile: la morte prematura è stata causata dalla presenza di numerosi corpi estranei tra cui ferro, acciaio, zinco, silicio e alluminio nel cervello del bambino.
Com’è stata possibile una cosa del genere? La mamma di Lorenzo all’epoca della gravidanza lavorava proprio nel quartiere Tamburi, un luogo che solo a nominarlo fa paura. Mauro Zaratta, il padre del bambino, da quel maledetto 30 luglio 2014 chiede che si faccia luce sulla vicenda. Il tumore ha portato via all’uomo non solo il figlio, ma anche i nonni e la madre. Tutte persone che lavoravano tra i fumi dell’Ilva.
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Lorenzo si ammala nel 2012, anno in cui Mauro rende pubblica la sua storia personale, anno in cui denuncia che da quella fabbrica non esce acqua di colonia ma gas che può creare problemi genetici. A cinque anni compiuti solo tre giorni prima, dopo un’estenuante chemioterapia, oltre 20 operazioni, Lorenzo lascia per sempre l’abbraccio di mamma e papà.
Da quel momento a Mauro non resta che sfogarsi sul suo profilo Facebook:
“Rientrare in ufficio, e ritrovare le pratiche lasciate sulle scrivania quel maledetto 30 Luglio…..quanto mi manchi patatino mio……….ti amo” e ancora “Quanto eri bello amore mio…….e quanto mi manchi………da morire!!!!”
Parole strazianti che spingono l’uomo a non arrendersi. Oggi, dopo due anni si arriva alla conclusione che il bambino aveva assorbito quelle sostanze quando ancora era nel grembo materno.
Se è stata l’Ilva a uccidere Lorenzo sarà la magistratura a deciderlo, di certo la verità non lo riporterà indietro ma farà chiarezza su una situazione devastante che non è la prima e purtroppo non sarà l’ultima.
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Secondo i dati del Registro Tumori della provincia di Taranto sono circa 18mila i casi di cancro: 9962 colpiscono uomini, 8253 le donne nel periodo tra il 2009 e il 2011. Tumori al colon, al fegato, alla mammella, alla tiroide e via dicendo, che potrebbero essere collegati all’inquinamento ambientale, la nota drammatica è che anche arginando i fattori pericolosi, secondo gli esperti, la zona sarà a rischio per almeno altri 50 anni.
Dominella Trunfio
Foto Mauro Zaratta su Facebook