Nell’immaginario comune, Bali è sinonimo di oasi paradisiaca e meta turistica da sogno. Eppure, la famosissima isola dell’arcipelago indonesiano ha un problema: produce troppi rifiuti. Ed è così che, grazie alle sorelle adolescenti Melati e Isabel Wijsen, due ragazze dal sorriso contagioso e dalla volontà di ferro, è nata una campagna per spronare le autorità locali a mettere definitivamente al bando i sacchetti di plastica.
Nell’immaginario comune, Bali è sinonimo di oasi paradisiaca e meta turistica da sogno. Eppure, la famosissima isola dell’arcipelago indonesiano ha un problema: produce troppi rifiuti. Ed è così che, grazie alle sorelle adolescenti Melati e Isabel Wijsen, due ragazze dal sorriso contagioso e dalla volontà di ferro, è nata una campagna per spronare le autorità locali a mettere definitivamente al bando i sacchetti di plastica.
Nel 2013, insieme ad un gruppo di giovani e giovanissimi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, Melati e Isabel – che all’epoca avevano 14 e 12 anni e frequentavano la Green School, un istituto che ha fatto della sostenibilità la sua bandiera – hanno lanciato l’iniziativa Bye Bye Plastic Bags. L’obiettivo era diffondere tra i propri conterranei una maggiore consapevolezza delle conseguenze negative legate all’uso del sacchetti di plastica e chiederne la messa al bando, per incidere positivamente sul futuro della loro amata isola.
A spronarle sono state le tante informazioni raccolte riguardo all’inquinamento da plastica, oltre che le esperienze virtuose di altri Paesi e città, in cui il divieto di utilizzare le famigerate buste usa e getta ha effettivamente contribuito a ridurre la produzione di rifiuti.
In tutto il mondo, ogni anno viene utilizzato circa un trilione di sacchetti di plastica usa e getta: una quantità che corrisponde a quasi 2 milioni al minuto. Spesso, questi sacchetti, che vengono usati per un lasso di tempo brevissimo, non sono smaltiti correttamente e finiscono nell’ambiente, inquinando fiumi, mari e oceani e mettendo in pericolo la fauna e gli ecosistemi acquatici. In realtà, la loro pericolosità permane anche se vengono conferiti in discarica, in quanto possono richiedere fino a mille anni per decomporsi, inquinando comunque il suolo e le falde acquifere.
Dati alla mano, quindi, Isabel, Melati e i loro amici hanno deciso che era tempo di fare qualcosa, sostenute da una rete crescente di contatti e organizzazioni.
“A Bali generiamo 680 metri cubi di rifiuti di plastica al giorno.” – spiegano le due sorelle – “Un quantità con cui si potrebbe costruire un edificio di 14 piani. E, per quanto riguarda i sacchetti di plastica, meno del 5% viene riciclato.”
In 3 anni, la campagna Bye Bye Plastic Bags è riuscita a farsi conoscere attraverso diverse iniziative, come una serie di spedizioni per pulire le spiagge, in modo da liberarle dalla plastica accumulata, una petizione che ha avuto molto successo e persino uno sciopero della fame. E, alla fine, l’obiettivo è stato raggiunto, dato che il Governo dell’isola si è impegnato a mettere definitivamente al bando i sacchetti di plastica monouso entro il 2018.
Un successo che le due volenterose sorelle non vedono come un punto di arrivo, bensì come un punto di partenza, per continuare a far sentire la propria voce e a fare la differenza.
“Non permettete a nessuno di dirvi che siete troppo giovani o che non potete capire.” – concludono le due ragazze – “Non vi diciamo che sarà facile. Vi diciamo che ne vale la pena.”
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