Ad Aleppo non c’è pietà per nessuno, nemmeno per i bambini. Secondo Save the Children dal 23 settembre ad oggi, sono 136 quelli morti a causa degli attacchi effettuati con le bombe a grappolo e altri 387 i ricoverati.
Ad Aleppo non c’è pietà per nessuno, nemmeno per i bambini. Secondo Save the Children dal 23 settembre ad oggi, sono 136 quelli morti a causa degli attacchi effettuati con le bombe a grappolo e altri 387 i ricoverati.
Un numero approssimativo visto che, la maggior parte degli ospedali, sono stati distrutti o sono difficilmente raggiungibili. A poco è servita la tregua di qualche giorno tra Siria e Russia perché di fatto, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, nessun ferito è riuscito ad essere evacuato.
In appena un mese, oltre 137 attacchi sono stati effettuati con le bombe a grappolo, il cui uso è vietato dal diritto internazionale. Il perché è molto semplice: questo tipo di ordigni vengono sganciati dagli aerei o sparati da mezzi di terra e spargono bombe più piccole in grado di colpire aree molto vaste.
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Molte rimangono a terra ed esplodono quando i bambini le prendono in mano. Questo spiega perché il 40% delle vittime delle bombe a grappolo, nel mondo, sono minori.
Ad Aleppo i bambini sono privati di tutto. Chi rimane ferito ha scarse possibilità di sopravvivenza perché sono pochi gli ospedali rimasti in piedi; non ci sono luoghi sicuri perché ormai si bombardano scuole, mercati, piazze e i civili hanno scarsa possibilità di fuga.
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Cosa possiamo fare noi per i bambini di Aleppo
Avaaz sulla propria piattaforma ha lanciato una petizione: Italia: proteggi i bambini di Aleppo, ora!
Se poco possiamo fare per fermare questa guerra senza fine, possiamo almeno dare il nostro contributo per far sì che si prevengano i massacri dovuti ai bombardamenti. Come? Istituendo una no fly zone, ovvero una zona dove non possano volare i bombardieri e dove i civili possano trovare riparo.
“Assieme possiamo convincere Obama, Renzi e tutti i leader internazionali che è ora di rispondere al terrore di Putin e Assad. Questa tragedia può essere l’occasione per fermare lo sterminio di massa di questi bambini indifesi”, si legge nella petizione.
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Ad Aleppo est sono oltre 250mila le persone intrappolare che non hanno accesso a cibo, medicine o acqua potabile e quasi 100mila sono minori.
“Nessuna delle soluzioni per far finire la guerra in Siria è perfetta. Ma stare senza far niente è la cosa peggiore. Una “no fly zone” significherebbe poter minacciare di abbattere gli aerei che cercheranno di bombardare il nord del Paese. Se ci fossero i nostri figli sotto le bombe, cosa vorremmo che facesse il mondo?”, continua la petizione.
“Tutto quello che chiediamo è un cessate il fuoco duraturo e una soluzione politica negoziata. Finora ha fallito tutto. Aleppo è la prova che bisogna iniziare con il proteggere i civili. Una no fly zone fatta bene può non costare neanche una vita umana e salvarne innumerevoli. E i negoziati di pace saranno più facili se il presidente siriano Assad e la Russia vedranno che il mondo intero ha ancora a cuore la Siria”, conclude il testo della petizione.
Sempre sulla stessa piattaforma, Avaaz denuncia i crimini di guerra invitando i singoli cittadini a far sentire la propria voce attraverso i social network utilizzati dai leader di tutto il mondo.
“Sommergiamoli di tweet con hashtag #EUSaveAleppo a favore di un sostegno deciso alle reazioni che possono fermare il massacro dei civili. L’Europa non può far finta di niente di fronte a dei crimini di guerra”, si legge.
Qui tutte le informazioni su come aderire.
Clicca qui per firmare la petizione
Dominella Trunfio