Senza acqua né scuola: la vita in bilico di oltre 400mila bambini colpiti dalla siccità record in Amazzonia

La siccità a livelli esasperanti ha causato il prosciugamento dei fiumi che vengono per lo più sfruttati per il trasporto, lasciando i bambini con poco cibo, acqua e pure con un difficile accesso alla scuola. Sono oltre 420mila i bambini colpiti dalla siccità record nella regione amazzonica soprattutto in Brasile, Colombia e Perù

Due anni di grave siccità nella foresta pluviale amazzonica sono un dramma per tutti, a partire da quel mezzo milione di bambini costretti ad affrontare la carenza di acqua e di cibo e un accesso limitato alla scuola.

È quanto emerge da un rapporto Unicef, secondo cui le scarse precipitazioni e il caldo estremo causato dalla crisi climatica hanno causato il ritiro dei fiumi in quella che di solito è la regione più piovosa della Terra. Tanto da non poter più essere attraversati dalle barche, isolando completamente le comunità.

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Gli effetti sono avvertiti soprattutto dai bambini, con scuole e sanitari diventati inaccessibili o fuori portata.

Per le comunità più remote è davvero una situazione pericolosa per la vita – spiega Antonio Marro dell’Unicef. I bambini contraggono la febbre dengue, la malaria e altre gravi malattie e non c’è modo che possano raggiungere un centro sanitario per il trattamento.

La deforestazione e il riscaldamento climatico in tandem con fenomeni meteorologici come El Niño hanno bruciato la foresta pluviale e lasciato vasti banchi di sabbia dove un tempo scorrevano i fiumi.

A ottobre, il Solimões e il Rio – alcuni dei maggiori affluenti del Rio delle Amazzoni – hanno raggiunto i livelli più bassi da quando sono iniziate le registrazioni nel 1902.

La situazione Stato per Stato

Nella sola regione amazzonica del Brasile, più di 1.700 scuole e oltre 760 centri sanitari sono stati chiusi o sono diventati inaccessibili a causa del basso livello dell’acqua. Secondo l’ultima valutazione sul campo dell’Unicef, in 14 comunità nell’Amazzonia meridionale, in Brasile, la metà delle famiglie ha dichiarato che i propri figli non vanno a scuola a causa della siccità.

Nell’Amazzonia colombiana, i livelli dell’acqua dei fiumi sono diminuiti fino all’80%, limitando l’accesso all’acqua potabile e alle forniture alimentari e portando alla sospensione delle lezioni in presenza per i bambini in più di 130 scuole. A sua volta, questo ha aumentato il rischio di reclutamento, uso e sfruttamento dei bambini da parte di gruppi armati non statali e ha anche portato a un aumento delle infezioni respiratorie, delle malattie diarroiche, della malaria e della malnutrizione acuta tra i bambini di età inferiore ai 5 anni.

In Perù, la regione nord-orientale di Loreto è la più colpita dalla siccità in corso, mettendo a rischio le comunità remote, la maggior parte delle quali indigene e già vulnerabili. Più di 50 centri sanitari sono diventati inaccessibili, mentre gli incendi – spesso provocati dall’uomo ma la cui diffusione è stata facilitata dalla siccità degli ultimi due mesi – stanno causando devastazione e perdita di biodiversità senza precedenti in 22 delle 26 regioni del paese e aumentando l’inquinamento atmosferico a livello locale e regionale.

Cosa andrebbe fatto in vista della COP29

Secondo l’Unicef, nei prossimi mesi saranno necessari 10 milioni di dollari per far fronte ai bisogni più urgenti delle comunità colpite dalla siccità sia in Brasile che in Colombia e in Perù, tra cui la distribuzione di acqua e altri beni di prima necessità.

In vista della COP29, l’Unicef chiede ai leader di realizzare quattro azioni fondamentali per i bambini e i giovani:

  • garantire che venga dato ampio spazio all’impatto unico e sproporzionato dei cambiamenti climatici sui bambini
  • garantire un drastico aumento dei finanziamenti per il clima per i bambini, compresi i finanziamenti per l’adattamento e le perdite e i danni
  • garantire che tutti gli NDC (Nationally Determined Contributions) rispondano all’impatto della crisi climatica sui bambini
  • consentire ai bambini e ai giovani di essere presenti e partecipare in modo significativo al processo decisionale in materia di clima a tutti i livelli

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