Seggiolini anti-abbandono: i produttori non accettano dispositivi di altri marchi. A rischio l’omologazione sulla sicurezza

Non si arresta il caos che si è generato in seguito al Decreto sull’obbligatorietà dei seggiolini (o dispositivi) anti-abbandono per i bambini al di sotto dei 4 anni. A distanza di due giorni sono diversi i problemi che vengono fatti presente e che riguardano anche l’omologazione stessa dei seggiolini.

Non si arresta il caos che si è generato in seguito al Decreto sull’obbligatorietà dei seggiolini (o dispositivi) anti-abbandono per i bambini al di sotto dei 4 anni. A distanza di due giorni sono diversi i problemi che vengono fatti presente e che riguardano anche l’omologazione stessa dei seggiolini.

Il Governo si è affrettato a rendere operativa l’obbligatorietà dei seggiolini ma, si sa, la fretta è sempre cattiva consigliera e così è stato anche in questo caso.

Le famiglie, pena pesanti sanzioni, si devono affrettare ad acquistare dispositivi a norma che presentano non pochi problemi e che praticamente non esistono (o non esistono per tutti).

Tra le tante sfaccettature della questione, che abbiamo affrontato già in diversi articoli, oggi ci concentriamo su due punti in particolare:

1) Non esistono abbastanza dispositivi in commercio per tutte le famiglie che ne hanno bisogno
2) Le ditte di seggiolini auto considerano omologati solo i loro accessori e dispositivi

Il primo punto è chiaro: nei magazzini non vi sono già pronti dispositivi per tutti (considerate che in Italia vi sono circa 1,8 milioni di bambini di età inferiore ai 4 anni)

Il secondo punto necessita di qualche spiegazione in più: sostanzialmente non è possibile acquistare un sensore anti-abbandono di un marchio differente da quello del proprio seggiolino in quanto, in questo caso, il seggiolino stesso perde il suo riconoscimento dell’omologazione. Un problema anche dal punto di vista delle assicurazioni che potrebbero rivalersi in caso di incidente.

Praticamente tutti i marchi in questi giorni stanno rilasciando dichiarazioni come questa, della Peg Perego:

“i dispositivi anti abbandono potrebbero interferire con la sicurezza del seggiolino auto in caso di incidente”. Quindi la società “non può assumersi alcuna responsabilità relativamente al comportamento del proprio dispositivo anti abbandono con un seggiolino auto di altra marca”.

Lo stesso specificano Inglesina, che ha realizzato l’Ally Pad, l’unico prodotto “certificato per i seggiolini Inglesina”, e che ugualmente non si assume nessuna responsabilità in caso venga utilizzato su seggiolini diversi. Lo stesso per Foppapedretti e per tutti gli altri.

In pratica nessuna ditta di seggiolini si assume la responsabilità dell’utilizzo di un prodotto di altri e viceversa. E in caso si installi un dispositivo a marchio diverso, automaticamente si perde l’omologazione di sicurezza del seggiolino che risulta modificato e dunque, in caso di incidente, la casa produttrice non sarebbe più responsabile di eventuali danni.

Quindi la situazione per chi deve acquistare si complica ulteriormente e, tra l’altro, i dispositivi dei marchi dei vari seggiolini sono praticamente introvabili in commercio.

In base a questa logica sembrerebbe che dispositivi come Remmy e Tippy e altri, che anche noi vi abbiamo consigliato in quanto dotati di certificato di conformità rispetto all’ultimo Decreto ministeriale, non sarebbero applicabili su alcun seggiolino e dunque potrebbero essere addirittura ritirati dal mercato.

Nel frattempo sulla questione si inizia anche a fare ironia e non poteva che essere altrimenti!

dispositivo-antiabbandono-ironia

Adesso si che il caos è totale!

Data la situazione ci si aspetta al più presto l’uscita di un emendamento per prorogare l’entrata in vigore del Decreto e di conseguenza le possibili sanzioni. Nel frattempo ci auguriamo che venga fatta la dovuta chiarezza!

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Francesca Biagioli

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