L’asilo che insegna ad arrampicarsi sugli alberi e amare la natura

“Forza forza, dobbiamo andare all'asilo”. Mamma e papà preparano i bimbi, giacca, stivaletti e via verso la scuola. Ad attenderli però non ci sarà il solito edificio di cemento ma una scuola nel bosco, uno spazio aperto dove i piccoli potranno giocare, imparare, divertirsi, correre e perché no, anche sporcarsi. Siamo a due passi da Bologna, dove grazie all'iniziativa di alcune mamme/professioniste lungimiranti e amanti dell'ambiente è nato l'asilo nel bosco di Pianoro

“Forza forza, dobbiamo andare all’asilo”. Mamma e papà preparano i bimbi, giacca, stivaletti e via verso la scuola. Ad attenderli però non ci sarà il solito edificio di cemento ma una scuola nel bosco, uno spazio aperto dove i piccoli potranno giocare, imparare, divertirsi, correre e perché no, anche sporcarsi. Siamo a due passi da Bologna, dove grazie all’iniziativa di alcune mamme/professioniste lungimiranti e amanti dell’ambiente è nato l’asilo nel bosco di Pianoro.

Obiettivo della speciale scuola è quello di sollecitare i bambini a osservare attentamente e a fare domande, spronando la loro curiosità e l’attenzione. Quale migliore aiuto se non quello di Madre Natura? Per questo, i piccoli alunni della scuola nel bosco trascorrono molte ore all’aria aperta, seguiti dalle maestre del bosco. Il rapporto educatore-bambino sarà massimo 1 a 6, proprio per garantire una grande attenzione verso ogni bambino.

“Vivere tutti i giorni all’aperto a strettissimo contatto con la natura darà loro la possibilità di vivere il ritmo delle stagioni e i fenomeni naturali. Grazie al costante movimento, vengono rafforzati sia l’apparato locomotorio che quello immunitario…ma soprattutto, si divertono moltissimo!” spiegano le maestre.

Cosa si fa nell’asilo nel bosco di Pianoro?

Prima di tutto si gioca. E anche il gioco è libero. Il bambino decide cosa, con chi e dove giocare, In questo modo, a beneficiarne sono interesse, motivazione e curiosità ma anche le relazioni con i compagni visto che insieme gli altri i bambini sviluppano nuove idee e imparano a rapportarsi tra di loro.

Non può di certo mancare l’educazione ambientale. Ogni giorno c’è spazio per racconti e informazioni sull’ambiente, giornate a tema con il coinvolgimento di esperti, e attività all’aria aperta ambiente, garantendo ai bambini un’esperienza di prima mano a contatto con la Natura.

E cosa c’è di meglio di una bella e rilassante lettura nel bosco? Quotidianamente, a Pianoro, i bambini sfogliano un albo illustrato o viene letta loro una storia, ambientata nella natura.

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Una scuola che si ispira alle teorie pedagogiche di Friedrich Fröbel, Maria Montessori, Mauricio e Rebeca Wild e Rudolph Steiner.

E questo è solo un assaggio. A svelarci tutti i segreti di questa speciale scuola è Maddalena,

Com’è nata l’idea dell’asilo nel bosco?

Il bosco ha trovato noi. Siamo due mamme con bambini coetanei e parlavamo da tempo della nostra voglia di veder crescere i bambini nella natura, anche a scuola. Nel frattempo, è capitato che trovassimo un posto adattissimo a una scuola all’aperto (come distanza dalla città, ambiente e accessibilità), così ci siamo mosse per capire come poterla aprire. Dopo più di un anno di corsi, osservazioni in altri asili, presentazioni e risoluzioni di questioni burocratiche ce l’abbiamo fatta!

Come si svolge una giornata tipo nell’asilo nel bosco?

Una giornata tipo non esiste. Ecco perché qualche volta organizziamo un sabato mattina nel bosco per adulti in modo che anche i grandi sperimentino questa non programmazione. Il 90% del tempo all’asilo è gioco libero, quel tempo autonomo di cui i bambini di oggi hanno così tanto bisogno. Si organizzano da soli i giochi, inventano situazioni, arrampicano, scavano, cantano o oziano. Anche questo è un loro diritto e gli fa tanto bene. Abbiamo due momenti fissi (oltre al pranzo) di inizio e conclusione giornata che si svolgono in cerchio, tutti insieme. Ci si conta, si canta, si racconta qualcosa e si fanno le proposte per la giornata. Sono due momenti importanti, in cui i bambini non hanno grosse difficoltà a stare seduti ad ascoltare gli altri, perché consapevoli che tutto il resto della mattina potranno muoversi quanto desiderano e i loro bisogni verranno sempre ascoltati.

Cosa/come impara un bimbo che frequenta l’asilo nel bosco invece di un asilo “tradizionale”?

Tantissime cose. Prima di tutto a conoscersi e ad ascoltare. Impara a correre, a cadere e rialzarsi, ad aiutare chi è in difficoltà, ad affrontare imprevisti, a conoscere la natura (come cambia e come può essere meravigliosa ma anche dura). Imparano ad aver cura del loro zainetto e del contenuto, a risparmiare acqua d’estate e a scaldarsi con il fuoco d’inverno… Gli adulti nel progetto hanno solo un ruolo di accompagnatori; maestro Bosco e maestra Natura insegnano già loro tantissimo. Dall’esperienza diretta nascono le curiosità, gli adulti hanno il difficile compito di rilanciare dalle loro domande, stimolare ragionamenti, nuove domande, soluzioni. sono attenti osservatori, capaci di meravigliarsi e stupirsi, sempre a fianco ai bambini per incoraggiarli e sostenerli, senza intervenire. Il bambino ha in sé potenzialità e capacità per valutare, affrontare e superare rischi e difficoltà a sua misura.

Quali sono i vantaggi per i bambini, sia sotto il profilo educativo che sotto quello relazionale?

Fanno esperienza diretta. Questo è uno dei tanti vantaggi, ma forse il più significativo. Sono le risposte alle loro azioni a insegnare qualcosa, non sono formule preconfezionate calate dall’alto da qualche adulto. La loro autostima cresce notevolmente in un contesto in cui hanno la libertà di esplorare e di interpretare. Stando fuori imparano a relazionarsi con il mondo e con gli altri. Il rapporto che si instaura con il gruppo è fortissimo, vivendo esperienze libere tutti i giorni insieme. Ci piace chiamarlo il nostro piccolo branco: si aspettano la mattina e si corrono incontro, si aiutano nei momenti di difficoltà (soprattutto fisica ma non solo), organizzano giochi sociali in natura come fossero (e di fatto lo sono) dei cuccioli di animale che sperimentano la realtà per prepararsi alla vita.

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E per i genitori? Anche i grandi tornano all’asilo?

I genitori vedono i bambini trasformarsi. Felici e equilibrati come non lo erano mai stati. Per loro, l’organizzazione logistica in famiglia non sempre è semplice (passaggi e orari in particolare), aggiunta alle molte lavatrici che devono mettere in conto, ma finora sono tutti entusiasti e molto contenti della scelta fatta. Forse non è da tutti, ma noi li prepariamo molto bene in anticipo, con giornate ad hoc nel bosco e diversi colloqui. Sono loro, adesso, che ci stanno gestendo la campagna fondi per comprare una tenda indiana come nuovo rifugio, dopo la nevicata di qualche settimana fa che ci ha distrutto la tenda da campeggio usata fino a quel momento. Sono in prima linea quindi, e noi ci sentiamo onorate ad averli trovati!

Perché un genitore dovrebbe scendere un asilo nel bosco invece di una scuola “tradizionale”?

Un genitore sceglie l’asilo nel bosco perché vuole che suo figlio riconosca e rispetti gli alberi, possa stare steso su un prato quanto ne ha bisogno, non sia obbligato a imparare cose di cui non ha interesse, mangi quello che loro sanno andare bene per lui, preparato con amore, perché sviluppi le sue competenze fisiche, caratteriali e mentali. Scelgono il bosco perché stiano all’aria aperta e quindi si ammalino di meno, perché sanno che staranno tante ore, giorni, mesi, chiusi tra 4 mura e pensano che sia troppo presto e non necessario. Lo scelgono per tanti motivi, ma tendenzialmente, perché siano felici.

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Ci racconti l’aneddoto più divertente che hai vissuto con i bambini? E quello che ti ha toccato di più?

Abbiamo riso tanto (ovviamente di nascosto dai bimbi) quando due bambini giocavano con dei pezzi di zucca. Uno, per sbaglio colpisce la testa dell’amico, che accusa il colpo, si arrabbia e inizia a piangere. L’altro bambino allora, preoccupato, gli chiede scusa, agitato, gli dice che non voleva e per dimostrarglielo si tira anche lui un colpo sulla fronte. Colpisce troppo forte però e comincia a piangere anche lui… facendo scoppiare a ridere l’amico, e ritornano contenti a giocare insieme.

Mi colpiscono molto gli episodi di collaborazione; per spostare un sasso pesante, per trovare un modo efficace di attraversare un ruscello, per aprire lo zainetto. Una cosa che stiamo notando molto in questo primo periodo di attività poi è la scoperta dei propri limiti. Un bambino in particolare, arriva da un contesto molto cittadino, non ha mai avuto modo di sperimentarsi più di tanto e qui, per stare dietro ai più grandi, scala le salite, si arrampica sugli alberi e si mette molto alla prova. I primi giorni non sapeva proprio come muoversi nel contesto naturale, ma si è dedicato tantissimo a queste attività, che lo facevano inevitabilmente innervosire molto, ma insisteva e insisteva e insisteva. Il primo periodo dopo un po’ rinunciava, arrabbiato, dichiarando di essere piccolo. Da solo però, con il tempo, ha trovato le capacità per riuscire nelle sue imprese e io non dimenticherò mai il suo sorriso compiaciuto e il suo urlo liberatorio dalle prime vette raggiunte. Ora si arrampica senza problemi, come un ragnetto, carico di autostima e in cerca di nuovi traguardi.

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Esistono già numerose scuole nel bosco, dal nido alle elementari, dalla montagna al mare ma ce ne vorrebbero sempre di più, non credete?

Francesca Mancuso

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