Sculacciate sui bambini: vietate anche in Francia. È reato in 52 Paesi

Anche la Francia ha approvato il “divieto di sculacciata” nei confronti dei più piccoli da parte di insegnanti e genitori.

Sculacciate bandite per sempre in Francia. Il disegno di legge, già votato dall’Assemblea nazionale, per vietare la “violenza educativa ordinaria” è stato appena approvato dal Senato.

Questa decisione del Parlamento ora consente di includere nel codice civile l’articolo letto al municipio durante ai matrimoni: “l’autorità parentale è esercitata senza violenza fisica o psicologica”.

Ora lo ‘sculaccione free’ è vietato per legge in ben 52 Paesi, ultima la Francia. Quindi qualche dubbio sulla validità educativa delle classiche “botte”, suvvia, s’insinua. Non fosse altro che è ormai dimostrato che le sculacciate hanno l’effetto opposto di quello che generalmente mamma e papà vorrebbero.

La sculacciata, insomma, entra a pieno titolo tra i reati perseguibili per legge ora anche in Francia. Qui il parlamento ha appena approvato il “divieto di sculacciata” nei confronti dei più piccoli da parte di insegnanti e genitori

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Si tratta di una legge arrivata dopo il monito del Consiglio d’Europa che invitava la Francia a votare una “legge che vietasse in modo chiaro, vincolante e preciso le pene corporali tra cui schiaffi e sculacciate violando l’articolo 17 della Carta europea dei diritti sociali”.

Contro lo scappellotto ordinario nell’educazione dei bambini la prima a schierarsi fu, nel 1979, la Svezia, seguita nel 1983 dalla Finlandia. Poi sono arrivati la Tunisia, la Polonia, il Lussemburgo, l’Irlanda, l’Austria e molti altri Stati in tutto il mondo (nel 2014 anche la Repubblica di San Marino). Ultimi della lista, inseriti solo nel 2016, la Mongolia, il Paraguay e la Slovenia.

Qui in Italia non c’è una legge ad hoc ma una sentenza della Corte Costituzionale del 1996 che ha vietato l’uso di percosse nei confronti dei bambini, sculacciate comprese.

Sia chiaro: la totò sul culetto ogni tanto ci sta e non dovete sentirvi in colpa se, per sfinimento o stanchezza, vi scappa. Quello che si condanna è piuttosto l’adozione della percossa come metodo educativo di fronte a regole non rispettate o a comportamenti errati. In questo caso, è giusto dire no alle sculacciate e agli schiaffi.

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Perché no alle sculacciate? La risposta è semplice. Non si ottiene nulla se non paura. “Non faccio qualcosa per paura di prenderle” ma in realtà poi il bambino non capisce perché realmente sarebbe bene rispettare certe regole. La sculacciata non rafforza l’educazione e non migliora l’autostima, ma può creare senso di colpa e persino vendetta.

È vero, lì per lì sembra che l’abbiate vinta, ma il rischio è che il bambino piano piano impari soltanto a ripetere gli stessi comportamenti “violenti” oltre ad avere conseguenze sullo sviluppo psicologico ed emotivo.

La soluzione? Ogni genitore conosce la propria. Di fronte a un capriccio o al mancato rispetto di certe regole calma, comunicazione e tanta ma tanta pazienza sono le parole chiave. Poi ci mettete l’amore e, perché no, una buona dose di ironia.

Germana Carillo

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