Ci sarebbe una connessione fra l'assunzione dei cosiddetti soft drink da parte dei giovanissimi e un calo delle prestazioni scolastiche
Ci sarebbe una connessione fra l’assunzione dei cosiddetti soft drink da parte dei giovanissimi e un calo delle prestazioni scolastiche (ma solo nei maschietti)
Le bevande zuccherate fanno parte della quotidianità di molti bambini: studi precedenti hanno già dimostrato come queste bibite possano avere un impatto negativo sulla salute fisica dei più piccoli, ma finora non era stato indagato l’effetto che potessero avere sulla salute del cervello.
In Belgio, un quarto di tutti i bambini di età compresa o inferiore ai 11 anni consuma in media un soft drink al giorno. Qui i ricercatori hanno condotto un primo studio sui bambini per analizzare gli effetti che lo zucchero contenuto nelle bevande può avere sulla loro performance scolastica: i risultati suggeriscono che potrebbero esserci sostanziali differenze in come i maschi e le femmine rispondano all’assunzione del glucosio, almeno da piccoli. Fra i bambini maschi, per esempio, i ricercatori hanno trovato una correlazione tra l’assunzione delle bevande zuccherate ed un significativo calo delle prestazioni nei test scolastici: il comportamento dei giovanissimi dopo l’assunzione di 35 grammi di zucchero sotto forma di soft drink viene inizialmente descritto come “rilassato”, ma successivamente i bambini dimostrano uno stato di irrequietezza. Le bambine, al contrario, non sembrano risentire dell’assunzione degli zuccheri dal punto di vista del rendimento scolastico.
(Leggi anche: Energy drinks, cosa rischiano i giovani che li bevono spesso)
I risultati dello studio indicano chiaramente un rapporto causa-effetto fra l’assunzione di bevande zuccherine e il comportamento dei più piccoli, nonché il loro rendimento scolastico – spiega il professore Fritz Schiltz, fra gli autori dello studio. – Ciò potrebbe avere implicazioni sociali ed economiche importanti, visto che i soft drink sono spesso venduti nelle scuole e il loro consumo è generalmente più alto fra i bambini provenienti da famiglie povere e più frequente nei maschi che nelle femmine.
Infatti, gli autori dello studio ritengono che questi risultati possono parzialmente spiegare perché i ragazzini appartenenti a gruppi socio-economici più bassi tendano ad avere voti negativi a scuola: loro sono quelli che assumono maggiormente bevande zuccherate. Ovviamente ulteriori ricerche in questo campo dovranno essere condotte per avere la conferma che questa ipotesi sia veritiera.
L’esperimento condotto in Belgio ha coinvolto 462 bambini e bambine di età prescolare: ad alcuni di loro i ricercatori hanno fatto bere un soft drink contenente 35 grammi di zucchero, mentre altri hanno bevuto bevande zuccherate con dolcificanti artificiali. Alcuni dei bambini sono stati sottoposti a un test di matematica prima di assumere la bevanda e 45 minuti dopo l’assunzione; altri hanno ripetuto il test anche un’ora e due ore dopo la consumazione del soft drink. Sorprendentemente, nei test effettuati dopo l’assunzione della bevanda, le bambine hanno avuto risultati migliori dei maschi – in quali invece hanno mostrato una tendenza al peggioramento della performance sia dopo un’ora che dopo due ore dall’assunzione.
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Fonte: Health Economics
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