Perdere ancora giorni di scuola è per i bimbi un rischio maggiore rispetto alla contrazione del coronavirus. Lo affermano i medici UK.
Un assunto forte, destinato ad aprire dibattiti chilometrici, eppure – a ben pensare – l’unico in grado di delineare i pericoli concreti del momento che stanno vivendo i nostri figli: perdere ancora giorni di istruzione rappresenta per i bambini rischi molto maggiori rispetto alla contrazione del coronavirus. Lo affermano i medici del Regno Unito in una dichiarazione congiunta a sostegno della decisione del governo di riaprire le scuole dopo le vacanze estive.
La questione delle scuole chiuse è qualcosa che riguarda da vicino tutti, indistintamente. E decisamente pericolosa, se si decide di procrastinarne ancora l’apertura. È questo più o meno quanto affermano i sanitari di Inghilterra, Scozia, Irlanda del Nord e Galles, che hanno rilasciato una “dichiarazione di consenso” sui rischi e sui benefici della riapertura delle scuole a seguito delle misure di blocco imposte a marzo per frenare la diffusione del virus.
“L’attuale pandemia globale – scrivono – significa che non ci sono opzioni prive di rischio, ma è importante che i genitori e gli insegnanti comprendano l’equilibrio dei rischi per ottenere la migliore linea d’azione per i loro figli”.
Facile a dirsi, difficile a farsi, se si pensa che riaprire le scuole terrorizza i più e misure infallibili pare non ce ne siano, così come pure non esiste l’assoluta certezza che qualche scuola non si trasformi in focolaio.
Il rapporto
I medici inglesi partono dal presupposto che, rispetto agli adulti, i bambini possono avere un minor rischio di contrarre Covid-19 (ancora più basso nei bambini più piccoli), avere sicuramente un tasso molto più basso di ospedalizzazione e di incorrere in malattie gravi e un rischio eccezionalmente basso di morire per l’infezione.
“Questo deve essere contrapposto alla certezza di danni a lungo termine per molti bambini e giovani dal non frequentare la scuola” – hanno detto, aggiungendo che “la mancanza di istruzione aumenta le disuguaglianze, riduce le opportunità di una vita serena dei bambini e può esacerbare le condizioni fisiche e mentali problemi di salute”.
La scuola migliora la salute, l’apprendimento, la socializzazione e le opportunità durante tutto il corso della vita, compresa l’occupazione. Tutte cose che non sono possibili attraverso la sola istruzione a distanza. La frequenza scolastica è molto importante per bambini e giovani.
“Siamo fiduciosi nell’ampia evidenza che esiste un rischio eccezionalmente basso che i bambini in età scolare primaria o secondaria muoiano a causa di COVID-19 – continuano. Ogni morte di un bambino è una tragedia, ma le morti per COVID-19 nei bambini e negli adolescenti sono fortunatamente estremamente rare e quasi tutte le morti sono in bambini con significative condizioni di salute preesistenti”.
La percentuale di casi sintomatici che richiedono ospedalizzazione è stimata allo 0,1% per i bambini di età compresa tra 0 e 9 anni, si legge nel rapporto, e allo 0,3% tra quelli di età compresa tra 10 e 19 anni, rispetto a un tasso di ospedalizzazione di oltre il 4% nel Regno Unito per la popolazione generale. La maggior parte di questi bambini guarisce rapidamente.
Una serie di numeri, certo, che rimangono chiari soltanto se le misure di controllo come l’igiene delle mani e delle superfici e la creazione di piccole classi per ridurre il numero di contatti rimangono elementi chiave per ridurre al minimo i rischi.
Tutte considerazioni che trovano riscontro in un nuovo studio pubblicato dalla Public Health England che mostra come la pandemia possa attecchire difficilmente nelle scuole. Da quando in UK gli alunni sono tornati a scuola a giugno durante l’iniziale allentamento delle misure di blocco, solo lo 0,01% delle scuole materne e primarie ha avuto un focolaio, tutti contenuti con successo, e solo 70 bambini e 128 dipendenti sono stati colpiti.
Riportare i nostri bambini in classe, insomma, sarà giocoforza una dura prova per i nostri nervi, ma alternative ne abbiamo? La England’s Children’s Commissioner ha anche affermato che le scuole dovrebbero essere “le prime ad aprire, le ultime a chiudere” in qualsiasi futura ed eventuale chiusura del Regno Unito, anche a scapito di altri settori.
Anzi, diremo noi, economicamente parlando qualcosa di molto simile ad un ancora di salvezza nei prossimi mesi potrebbe essere la ripresa di una vita relativamente normale (senza però l’effetto domino che si è avuto quest’estate contraddistinta, a conti fatti, da una totale mancanza di controllo): la ripresa delle lezioni e del lavoro dei genitori. E tutte le spese che ne possono derivare per rispolverare la malconcia tenuta economica.
Fonti: Gov UK / Public Health England / England’s Children’s Commissioner
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