I bambini possono ispirare e motivare gli adulti a combattere la plastica nei mari, lo studio

Sensibilizzare i giovani sui rifiuti marini vuol dire spingere anche le loro famiglie e le autorità locali a prendere impegni concreti

Sensibilizzare i bambini e i giovani sull’inquinamento dei mari vuol dire sensibilizzare anche le loro famiglie e spingere le autorità locali a prendersi impegni concreti per contrastare il problema. È quanto emerge da uno studio americano che ha portato l’educazione ambientale in classe.

I nostri oceani sono invasi dai rifiuti – per lo più plastica, ma anche lattine di alluminio e mozziconi di sigarette. Si tratta di un mix tossico per la vita marina: si stima infatti che ogni anno 100 milioni di animali marini muoiano a causa della spazzatura che galleggia nel loro habitat naturale. Per fortuna, però, qualcosa sta cambiando. Un recente studio dell’Università del North Carolina ha trovato infatti un modo per sollevare l’interesse dell’opinione pubblica sui pericoli dei rifiuti in mare e spingere la popolazione verso un cambio di rotta – utilizzando i bambini.

Molti dei più rivoluzionari movimenti sociali della storia sono stati guidati dai giovani, inclusi quelli in contrasto ai cambiamenti climatici – dicono gli autori dello studio.

(Leggi: Le “spiagge di plastica” di Bali dove al posto della sabbia appaiono muri di rifiuti)

Lo studio ha coinvolto infatti giovanissimi alunni del quarto e del quinto anno delle scuole primarie, di età compresa fra 8 e 10 anni. I risultati raccolti sembrano supportare l’idea che l’impegno dei più piccoli possa effettivamente provocare cambiamenti nel comportamento dell’intera comunità, anche se non è ben chiaro quando a lungo questi cambiamenti continueranno.

Per comprendere l’influenza che i più giovani possono avere sul comportamento degli adulti, i ricercatori hanno creato un corso annuale che si è tenuto nelle scuole. Il programma comprendeva una combinazione di lavoro in classe, ricerca sul campo, lavori creativi e presentazioni alla classe, nonché la realizzazione di un documentario finale su ciò che i bambini hanno scoperto durante il loro percorso educativo, e coinvolgeva genitori e famiglie. Tale programma è stato messo in atto in diverse scuole americane in 31 stati, nell’arco di due anni scolastici.

Si è partiti formando gli insegnanti coinvolti nel progetto attraverso laboratori con esperti e gite all’aria aperta, che si sono da subito detti entusiasmati dal progetto e dalle sue sfide – si tratta infatti di un modo nuovo di insegnare. L’innovativo programma di sensibilizzazione ambientale è stato poi portato nelle classi, e i ricercatori hanno osservato le reazioni degli adulti (in primis dei genitori) che venivano a contatto con gli studenti coinvolti nel progetto. Si è visto come gli adulti, dopo aver ascoltato le testimonianze dei bambini, abbiano manifestato un maggiore interesse al tema dei rifiuti in mare e abbiano iniziato a supportare le politiche che contrastano l’inquinamento marino.

rifiuti marini

La tabella mostra la crescita dell’interesse sul tema dei rifiuti marini e l’attivismo verso politiche di contrasto al problema dopo il programma di sensibilizzazione degli studenti (Credits: frontiersin.org)

Questo studio dimostra come i giovani siano effettivamente influenti – spiega Kathryn Stevenson, della North Carolina State University. – I ragazzi giocano un ruolo fondamentale e necessario nelle dinamiche politiche, soprattutto in decisioni che riguardano il loro futuro. Dobbiamo considerare maggiormente le loro prospettive.

Fonte: Frontiers in Political Science

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