Bambini tutti a scuola, senza mascherina né distanziamento sociale. La scelta (controcorrente) del Belgio

Riaprono in Belgio anche le scuole dell'infanzia ed elementari. Questo paese va controcorrente scegliendo di non far seguire il distanziamento sociale

In Belgio le scuole stanno piano piano tornando operative. Il graduale ritorno alla normalità è iniziato il 18 maggio ma, a breve, è prevista anche la riapertura di scuole dell’infanzia ed elementari. La grande novità rispetto alla scelta di altri paesi è quella di non fornire ai bambini regole rigide né in quanto a distanziamento sociale né tantomeno all’uso della mascherina.

In Belgio dal 2 giugno i bambini delle materne torneranno a scuola mentre dall’8 è prevista la riapertura anche delle elementari, in entrambi i casi a tempo pieno. Vi  starete già immaginando che, la riapertura in sicurezza, preveda l’uso di dispositivi individuali e il cosiddetto “social distancing”. E invece nulla di tutto questo. Il Belgio va controcorrente.

In una circolare inviata a tutte le scuole dell’infanzia ed elementari, l’esecutivo federale di Bruxelles si rende conto che: “l‘evoluzione delle regole sanitarie apparirà chiaramente sorprendente per molti interlocutori” ma allo stesso tempo spiega bene il motivo di tale coraggiosa (o per qualcuno forse incosciente) scelta.

La probabilità di contagio e il rischio per i più piccoli, come evidenziato da alcuni studi, è molto basso, per questo gli esperti del gruppo GEES, istituito per l’emergenza dal governo federale, hanno valutato che non è necessario distanziamento sociale tra gli alunni né utilizzo della mascherina.

Come ricorda anche il pediatra Antonio Di Mauro in un post su Facebook (dove in fondo è linkato anche uno studio), in base alle ricerche ad oggi:

“è improbabile che i bambini siano i principali motori della pandemia, gli “untori” per antonomasia come descritto per l’influenza. Alla luce di queste nuove evidenze, è improbabile che l’apertura di scuole e di asili abbia un impatto sui tassi di mortalità correlati al Covid-19. Specie in un paese come l’Italia che ha fatto ripartire attività ben più a rischio di quelle dedicate all’infanzia”.

Come si legge nella circolare:

“gli studi e l’esperienza acquisita in diversi Paesi dimostrano che i bambini sono da un lato meno colpiti dal virus e, dall’altro, meno contagiosi. (..) La riapertura delle scuole non porterà a una significativa impennata dell’epidemia, a condizione che alcuni protocolli continuino a essere scrupolosamente seguiti”.

Solo alle elementari viene consigliata la mascherina agli insegnanti, nel caso non possano mantenere le distanze di sicurezza dagli studenti (1,5 metri). Per la scuola dell’infanzia invece si legge:

“Indossare una mascherina non è più consigliato ai membri del personale nei contatti con bambini”

A tutti gli adulti presenti a scuola a vario titolo, quindi personale scolastico ma anche genitori, vengono invece raccomandati mascherine e distanziamento.

La riapertura delle scuole prevede comunque qualche accortezza in più rispetto a prima. La circolare specifica che si richiede di:

  • areare spesso le aule
  • quando possibile fare lezione all’aperto
  • lavare le mani regolarmente (tutti gli studenti e il personale devono effettuare il lavaggio con acqua e sapone o gel idroalcolico quando si entra nella scuola, quando si entra in classe, dopo essere andati in bagno, dopo aver tossito o starnutito, dopo aver usato un distributore, dopo aver giocato e prima di lasciare la scuola).
  • niente pasti caldi nelle mense. Si suggerisce di mangiare dei panini, preferibilmente in classe.
  • accesso ai servizi igienici organizzato in modo da evitare assembramenti

Ogni plesso scolastico dovrà poi avere pronto un piano di emergenza nel caso una delle sue scuole divenga focolaio del virus e a disposizione un referente medico che possa agire rapidamente se i bambini o i dipendenti si ammalano.

Si lascia anche libertà alle organizzazioni locali di scegliere se aderire o posticipare la ripresa delle lezioni così come ai genitori di non mandare in questa fase i propri figli a scuola (non saranno per questo perseguibili).

La circolare sottolinea poi un punto fondamentale, spesso sottovalutato:

la non scolarizzazione ha un impatto importante sullo sviluppo generale, mentale e sociale dei bambini e delle loro famiglie. Il GEES riconosce l’importanza di bilanciare il il rischio epidemiologico con la salute mentale, il benessere e le esigenze di apprendimento di tutti i bambini”.

Una scelta quella del Belgio decisamente controcorrente, rispetto ad esempio a quella della Francia da dove arrivano le immagini dei bambini più piccoli che giocano distanziati tra di loro.

Anche in Belgio, comunque, le regole sono diverse per gli studenti più grandi, quelli che hanno ripreso le lezioni già dal 18 maggio, che invece devono rispettare il distanziamento sociale e utilizzare le mascherine.

Fonte di riferimento: Enseignement.be 

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