Già l’anno scorso i bambini ebbero un impatto negativo fatto di disturbi del sonno, ansia, mancanza d’aria e segni di regressione.
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Una pericolosa regressione nello sviluppo e nelle attività quotidiane: già l’anno scorso, dopo “solo” il primo lockdown, i bambini ebbero un impatto negativo fatto di disturbi del sonno, ansia, irritabilità, mancanza d’aria e segni di regressione (enuresi notturna per esempio). Ma non è finita lì, perché sono ancora moltissimi i piccoli che soffrono di quello stress che blocca qualsiasi slancio di crescita.
In un interessante articolo pubblicato dall’Unicef si fa il punto della situazione con Nancy Close, della Child Study Center della Yale School of Medicine e Direttore associato dello Yale Program in Early Childhood Education. Cosa potremmo vivere con i nostri figli (dai bambini agli studenti universitari) e come affrontarlo insieme con gentilezza e comprensione?
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La maggior parte dei bambini ha un forte bisogno di andare avanti nel proprio sviluppo, ma, e lo sappiamo bene, la crisi pandemica ha portato con sé una grave crisi nelle diverse forme di assistenza e dell’apprendimento. Con l’interruzione della scuola, dello sport, delle uscite con gli amici e con lo stop di altre routine, i comportamenti regressivi (difficoltà con le abilità che i bimbi avevano imparato in precedenza come lavarsi da soli, ma anche difficoltà a gestire i propri sentimenti di rabbia, tristezza e ansia) sono diventati sempre più comuni.
“Anche da adulti regrediamo quando i nostri livelli di stress aumentano o quando sperimentiamo cambiamenti e transizioni, quindi penso sia importante tenerlo a mente: è un fenomeno dall’infanzia all’età adulta”, dice la Close, sottolineando come affrontare ed esprimere sentimenti forti possa essere adesso davvero difficile e come quindi si assista sempre di più a scoppi d’ira nei bambini ma anche negli studenti universitari.
Stiamo anche assistendo a molte sfide comportamentali. Molti sono i bambini che sentono la mancanza dei loro amici o dei loro insegnanti o soffrono per aver dimostrato emozioni e comportamenti esagerati. Tutte queste incertezze sono molto più prevalenti e molto più frustranti perché ci sforziamo tutti di raggiungere qualcosa che sia normale, ma che normale non è. Questo può portare i bambini a sentirsi ansiosi e frustrati, il che può certamente portare a una “disregolazione comportamentale”.
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La pipì a letto
Questa può essere una regressione molto tipica. Se c’è qualcosa che può far sentire ansioso nostro figlio, dovremmo lavorare per sostenerlo. Facciamogli sapere che lo aiuteremo a rimanere all’asciutto la notte e allo stesso tempo continuiamo a farlo a crescere in autonomia nel vestirsi e svestirsi, lavarsi le mani, mangiare e svolgere piccoli lavori adatti all’età, come sparecchiare.
“Sostenere e accrescere l’indipendenza adeguata all’età in altre aree supporta la crescita della competenza e dell’autostima”.
La Dad…
Con la Dad pare siamo regrediti tutti! Siamo tutti in ansia, non ci piace, vediamo che i nostri figli hanno subito una battuta d’arresto, per quanto davvero molti insegnanti ce la stanno mettendo tutta e a loro va una medaglia d’oro. Ma non basta!
I genitori si sentono molto soli durante questi tempi difficili. Lo stress e l’ansia si fanno vivi rapidamente anche quando i bambini non stanno facendo il lavoro che l’insegnante ha inviato, non ascoltano le lezioni virtuali e forse rifiutano persino di frequentare la dad.
Ricordiamo che i bimbi hanno le antenne e che ogni nostra fonte di ansia è anche la loro. Parliamone, allora. Facciamo sapere ai bambini di cosa ci sentiamo preoccupati in un modo appropriato per lo sviluppo, ad esempio: “Questo è difficile anche per mamma e papà e stiamo cercando di fare del nostro meglio per aiutarti a imparare e giocare nel miglior modo possibile“.
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E con gli adolescenti?
Già il loro mondo è complesso di suo, gli anni dell’adolescenza sono contornati da una vera sfida per genitori e per i figli stessi, poiché il compito principale dello sviluppo è compiere quei passi da gigante verso l’indipendenza, un processo iniziato nella prima infanzia. Questo processo è pieno di eccitazione, dolore, lotta e ansia sia per il genitore che per l’adolescente. E ora è davvero dura. Come devono comportarsi i genitori?
“Aiutateli a capire come regolare le loro emozioni: fare una passeggiata, correre, respirare profondamente, disegnare, dipingere. Trovate dei modi per metterli in contatto con amici e familiari. Tuttavia, non sarete in grado di utilizzare nessuna di queste strategie durante i capricci”, spiega la Close. Soltanto dopo che è passata la fase acuta, potremmo avvicinarci loro per chiedere cosa stia succedendo.
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I bambini recupereranno? “Apprezzando la naturale curiosità, motivazione e resilienza dei bambini, direi di sì, lo faranno”, rassicura Nancy Close.
Nel frattempo, leggiamo a nostri figli o troviamo dei modi per stare insieme. Giochiamo insieme e cerchiamo di imparare e crescere insieme a loro. Ricordiamoci sempre che la cosa più grande che possiamo fare è fornire loro amore e cura.
Fonte: UNICEF
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