Se tuo figlio non sa leggere o scrivere all'età di 6 anni, non c’è niente di male, anzi meglio così! La prescolarizzazione, infatti, può essere dannosa per i bambini. A dirlo alcuni educatori infantili.
Se tuo figlio non sa leggere o scrivere all’età di 6 anni, non c’è niente di male, anzi meglio così! La prescolarizzazione, infatti, può essere dannosa per i bambini. A dirlo alcuni educatori infantili.
L’Asociacion Mundial de Educadores Infantiles sfata un po’ il luogo comune che, per facilitargli il compito, i bambini dovrebbero essere stimolati ad apprendere i primi rudimenti di alfabetizzazione già prima dei 6 anni (quindi non ancora arrivati alla scuola primaria).
Secondo gli educatori per l’infanzia AMEI-WAECE, al contrario, si stanno forzando un po’ troppo i bambini ad imparare a leggere e scrivere prima di quando dovrebbero. E questo potrebbe finire per influenzare negativamente lo sviluppo cognitivo e socio-emotivo dei piccoli.
Tra di loro, a spalleggiare questa tesi, vi è Juan Hortal, insegnante cileno di educazione della prima infanzia. La sua esperienza, ventennale e in diverse scuole, gli fa affermare con certezza che:
“I bambini non dovrebbero imparare a leggere e scrivere a quell’età, può essere dannoso. Gli asili vogliono che acquisiscano queste conoscenze prima di entrare nella scuola Primaria ma non dovrebbero farlo. Non voglio dire che non imparino nulla. Quello che credo è che i bambini non dovrebbero essere obbligati a sapere come leggere e scrivere all’età di sei anni”
Juan è sostanzialmente a favore del “rispetto dei ritmi” degli studenti, non tutti i bambini in effetti prima dei 6 anni sono pronti a recepire una prescolarizzazione, ad imparare vocali, consonanti e a metterle insieme. Trattarli tutti nello stesso modo, quando invece ognuno è un caso a sé, potrebbe essere dannoso. Il bambino che non raggiunge il livello dei suoi coetanei potrebbe ad esempio sentirsi “frustrato”.
Anche, secondo gli psicologi e pedagoghi di Ampsico:
“l’obbligo di imparare a leggere e scrivere (precocemente n.d.r) può portare a problemi successivi come la bassa autostima. Il bambino può credere di non avere la stessa capacità dei suoi coetanei, il che potrebbe danneggiarlo in futuro”.
Prima dei 6 anni, secondo Juan Hortal, il metodo di apprendimento dovrebbe essere un altro: bisognerebbe lavorare soprattutto sulle emozioni e sui sentimenti, ad esempio su come gestire la rabbia, accettare le regole, comunicare i compagni, ecc.
Una teoria per nulla folle che riguarda ad altri paesi è quella adottata ad esempio in Danimarca e Finlandia, dove i bambini non imparano a leggere fino a quando non hanno sette anni. Ciò non significa che non vengano in qualche modo invitati a farlo prima ma non sono comunque obbligati.
Che ne pensate? Voi quale teoria sposate?
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