Perché i bambini dovrebbero giocare a scacchi

Insegnare ai bambini a giocare a scacchi li renderebbe più propensi a prendere rischi calcolati e dai sicuri esiti positivi. È quanto emerge da uno studio condotto da due università australiane su 400 teenagers

Le cose che hanno un valore nella vita generalmente comprendono una certa dose di rischio, come ad esempio lasciare un lavoro sicuro per seguire la propria passione, o superare la paura di un rifiuto quando iniziamo a corteggiare qualcuno che ci piace. Ma non tutti i rischi sono uguali e non tutto ciò che è rischioso può potenzialmente arricchire le nostre vite. Al contrario, ci sono rischi stupidi da affrontare, come ad esempio scommettere su qualcosa data per perdente.

Si potrebbe affermare che le persone di maggior successo siano quelle che hanno saputo quali rischi correre al momento giusto. Gli scacchi possono rappresentare un ottimo modo per allenare questa abilità di effettuare rapidamente un’analisi costi-benefici, secondo uno studio pubblicato dai ricercatori della Monash University e della Deakin University.

I ricercatori hanno reclutato 400 ragazzini del Regno Unito di età compresa fra i 15 e i 16 anni che non avevano mai giocato a scacchi. Dopo aver insegnato loro a giocare, gli scienziati hanno osservato le loro abilità cognitive nel corso di un anno.

I risultati hanno dimostrato che i ragazzi hanno sviluppato una minore avversione verso il rischio, ottenuto voti migliori in matematica e migliorato le loro abilità di logica e pensiero razionale. I ricercatori australiani affermano che gli scacchi sono il gioco ideale per dimostrare la linea sottile fra rischio positivo e rischio inutile.

Talvolta sacrificare un cavallo o adottare un qualche stratagemma può far cadere l’avversario in una trappola che si concluderà facilmente con uno scaccomatto. In altri contesti invece, sacrificare alcuni pezzi può essere estremamente deleterio – e questo diventa oltremodo evidente quando si gioca.

Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube

Fonte: Science Direct

Ti consigliamo anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram