Coronavirus, nei bambini sta facendo aumentare la malattia di Kawasaki, lo studio di Bergamo e l’appello dei pediatri

Uno studio dei pediatri di Bergamo ha individuato "chiare prove" che mettono in correlazione l'aumento di casi di malattia di Kavasaki al Covid-19

Dall’Inghilterra è partito l’allarme relativo ad una possibile grave complicazione riscontrata in alcuni bambini affetti da Covid-19. Un’infiammazione sistemica rara, molto simile alla malattia di Kawasaki, che ora alcuni pediatri di Bergamo hanno effettivamente correlato al coronavirus.

Proprio ieri vi avevamo parlato dell’allerta diramata ai pediatri nel Regno Unito relativa alla possibilità, seppur rara, di riscontrare come effetto collaterale del Covid-19 la presenza di una grave infiammazione nei bambini, una vasculite nota come sindrome di Kawasaki che richiede spesso un intervento tempestivo di cure.

Già nel precedente articolo si parlava del fatto che anche in Italia si stavano registrando casi anomali simili. Ed effettivamente dal reparto Pediatria di Bergamo arriva la conferma, come ha dichiarato Lucio Verdoni, reumatologo pediatra del Papa Giovanni:

“Negli ultimi due mesi ci siamo accorti che arrivavano al Pronto soccorso pediatrico diversi bambini con malattia di Kawasaki. In un mese il numero dei casi di questa patologia ha eguagliato quelli visti nei 3 anni precedenti. E si è calcolato che l’incidenza di questa malattia, nell’ultimo mese, è stata 30 volte superiore al passato”.

Partendo da questi dati, i pediatri del reparto diretto da Lorenzo D’Antiga hanno certo di studiare meglio i casi e hanno concluso che vi sono “chiare prove” che l’aumento nella comparsa della malattia di Kawasaki relativa agli ultimi 2 mesi sia da imputare al nuovo coronavirus.

L’allarme in Italia

L’allarme è già stato lanciato all’interno della comunità scientifica ed è stata inviata una lettera a  tutti i pediatri di famiglia. Lo studio effettuato a Bergamo è stato tra l’altro sottoposto all’ammissione di un’autorevole rivista internazionale.

Anche i pediatri italiani sottolineano che si tratta di casi rari, come riporta il comunicato stampa dell’ospedale Papà Giovanni in merito a questa scoperta:

E’ importante sottolineare che solo una piccola minoranza di bambini infettati da SARS-CoV-2 sviluppa la Malattia di Kawasaki, sicuramente meno dell’1%. Nonostante ciò, in previsione dell’imminente apertura alla “Fase 2” della lotta all’epidemia è importante tenere presente tutte le conseguenze che questo virus insidioso può causare, sia nella fascia di età adulta che in quella pediatrica”.

Spiega molto bene quanto sia importante non abbassare la guardia il pediatra Raffaele Troiano che sulla sua pagina Facebook invita tutti a non trascurare questa, sia pur piccola, percentuale di casi.

Cos’è la malattia di Kawasaki e come riconoscere i sintomi

La malattia di Kawasaki è una vasculite sistemica a carico dei piccoli vasi che colpisce bambini sotto i dieci anni, ma più spesso sotto i 5 anni. È un processo infiammatorio acuto e potenzialmente grave a causa delle complicazioni cardiache che possono verificarsi.

La malattia è stata descritta da Tomisaku Kawasaki nel 1967, in 50 bambini con un quadro febbrile con coinvolgimento mucocutaneo, linfoadenopatia e desquamazione delle dita.

Per quanto riguarda i sintomi, la malattia acuta presenta:

  • febbre
  • eritema congiuntivale
  • erosione orale
  • edema agli arti
  • eritema sulle mani
  • eruzioni cutanee
  • iperplasia dei linfonodi cervicali
  • occasionalmente infiammazione cardiaca e delle articolazioni maggiori

Nel caso notiate uno o più di questi sintomi rivolgetevi immediatamente al vostro pediatra di fiducia.

La buona notizia è che la terapia funziona molto bene. Si tratta di somministrare immunoglobuline e acido acetilsalicilico e, in alcuni casi, cortisone. Se presa tempestivamente e ben curata, la malattia scompare e praticamente tutti i bambini guariscono.

Ecco perché è stato fondamentale informare tempestivamente i pediatri italiani (e non solo), in modo che possano eventualmente diagnosticare subito la comparsa della malattia.

L’allerta, partita inizialmente dal Regno Unito, è stata diramata nelle ultime ore anche in Spagna e Francia.

L’allarme in Spagna

Anche in Spagna l’associazione di pediatria (AEP) ha emesso una comunicazione per avvertire i medici di nuovi possibili sintomi del coronavirus nei bambini. In particolare, avvisa di un aumento, nelle ultime due settimane, di casi caratterizzati da:  “un quadro insolito di dolore addominale, accompagnato da sintomi gastrointestinali (diarrea e / o vomito), con condizioni generali accettabili“, ma che possono evolversi in shock, con tachicardia e ipotensione, anche in assenza di febbre.

Inoltre, questi sintomi “sono generalmente accompagnati da febbre, eritroderma e iniezione congiuntivale (aumento di flusso sanguigno negli occhi) sovrapposte in due possibili entità come la malattia di Kawasaki e una sindrome da shock tossico“.

L’AEP insiste sul fatto che è una priorità riconoscere tempestivamente questi sintomi per indirizzare urgentemente i piccoli pazienti a un centro ospedaliero e sottolinea che il dolore addominale e i sintomi gastrointestinali sono stati associati in alcuni casi ad infiammazione cardiaca (miocardite).

L’allarme in Francia

Anche a Parigi è scattato l’allarme, diramato dal team del Centro di riferimento per i difetti cardiaci congeniti Necker (M3C Necker). Il dottor Damien Bonnet,  responsabile del reparto pediatrico, ha scritto ai suoi colleghi per condividere l’aumento di casi insoliti di malattia di Kawasaki:

“Un numero crescente di bambini di tutte le età è stato ricoverato in ospedale in un contesto di infiammazione multi-sistemica che associa frequentemente l’insufficienza circolatoria con elementi a favore della miocardite”.

Fonte di riferimento: Ospedale Papà Giovanni XXIII Bergamo / Redacciòn Medica/ L’indipendant

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