Nuovi accertamenti sulle conseguenze dell'acido erucico getta preoccupazione per i danni che questo può provocare a neonati e lattanti
Nuovi accertamenti sulle conseguenze dell’acido erucico, presente nell’olio di colza e quindi in molti alimenti processati industrialmente, getta preoccupazione per i danni che questo può provocare allo sviluppo di neonati e lattanti.
L’acido erucico è un acido grasso omega-9 presente in molti semi oleosi, fra cui quelli di colza e di senape. Anche verdure come broccoli, cavolo, cavoletti di Bruxelles e cavolo vecchio di Rosolini sono fonti naturali di acido erucico. Tuttavia la maggior parte della nostra assunzione giornaliera di questo acido è subdola, perché l’olio estratto dai semi di colza viene utilizzato molto frequentemente nella trasformazione degli alimenti e nella preparazione di prodotti dolciari, da forno e nei mangimi per animali.
Addirittura, un significativo derivato dell’acido erucico (l’erucamide) è ampiamente impiegato nel settore del food packaging – in particolare per confezioni in materiali polimerici quali il polietilene (PE) e polipropilene (PP): non è così raro il rischio di migrazione di questa ammide dal materiale polimerico del contenitore agli alimenti con i quali questo è posto a contatto.
Sono infatti numerosi gli effetti collaterali di una eccessiva assunzione di acido erucico. Esso infatti, come altri acidi grassi a catena lunga, è scarsamente ossidato dal sistema di β-ossidazione mitocondriale, e tende quindi a depositarsi nelle cellule. Uno dei principali effetti di questo è lo sviluppo di lipidosi del miocardio (con conseguenti lesioni cardiache).
Inoltre, sono state osservate anche variazioni di peso di alcuni organi interni. Con il Regolamento Delegato (UE) 2019/828, l’Unione europea ha stabilito che il tenore massimo di olio di colza consentito è pari allo 0,4% del contenuto totale di grassi. La dose giornaliera tollerabile dal corpo umano senza conseguenze per la salute, secondo gli esperti, è di 7 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo (mg/kg p.c.) al giorno.
Già nel 2015 il nostro Ministero della Salute si era espresso in merito ai rischi per l’uomo connessi all’assunzione di acido erucico. Ora anche il Bundesinstitut für Risikobewertung (BFR) ha condotto uno studio per valutare la sicurezza nell’assunzione di acido erucico – in particolare per quanto riguarda neonati e lattanti tramite latte artificiale, latte di proseguimento e alimenti per l’infanzia.
Secondo l’istituto tedesco, l’assunzione di acido erucico attraverso latti artificiali e alimenti per l’infanzia lavorati industrialmente è associata ad un aumento del rischio per la salute dei bambini di età compresa tra 0 e 12 mesi. Pertanto, viene raccomandato di leggere bene le etichette dei prodotti sostitutivi del latte materno e per l’alimentazione nella prima infanzia, in modo da non superare l’assunzione giornaliera di questo acido grasso.
Fonti: BFR Bund / Ministero della Salute
Ti consigliamo anche: