Rientro a scuola: se non si riuscirà a garantire il distanziamento, basterà la mascherina. È polemica

È caos sul rientro a scuola: niente più banchi distanziati, se non c'è spazio basterà la mascherina chirurgica.

A settembre gli studenti erano già pronti all’idea dei banchi distanziati ma le cose, nel frattempo, sono cambiate. Per i primi mesi non saranno obbligatori, basteranno le mascherine.

Il Comitato tecnico scientifico nel verbale del 12 agosto specifica infatti che “in eventuali situazioni in cui non sia possibile garantire nello svolgimento delle attività scolastiche il distanziamento fisico prescritto, sarà necessario assicurare la disponibilità e l’uso della mascherina, preferibilmente di tipo chirurgico”.

Vale a dire che si potrà frequentare la scuola anche in aule non adeguate a garantire la distanza minima di 1 metro, purché con mascherina, e provvedendo a igienizzare le mani e ad arieggiare e pulire i locali.

Insomma, una soluzione alla mancanza di spazi idonei alla ripartenza e di banchi monoposto, che non sono abbastanza! Difatti quelli prodotti dalle imprese che si sono aggiudicate l’appalto non saranno consegnati, a quanto pare, prima di ottobre.

Sempre il Cts specifica però che queste situazioni dovranno essere corrette il prima possibile. Nel frattempo si cercano posti alternativi per sistemare tutti quegli studenti che nelle aule non riusciranno a starci, dovendo rispettare, più o meno, le norme di distanziamento.

L’annuncio ha suscitato numerose polemiche nel mondo scolastico perché fa pensare che nulla sia ancora pronto come dovrebbe in vista del back to school previsto per il 14 settembre.

Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione dei presidi, si è dichiarato deluso dalla situazione, “pensavamo di vivere in una tragedia, e invece era una commedia: Tanto rumore per nulla di William Shakespeare!“, aggiungendo:

“Abbiamo sempre rispettato i pareri delle autorità sanitarie e continueremo a farlo ma non comprendiamo perché non si sia fatta chiarezza prima su questo aspetto fondamentale. I dirigenti scolastici non hanno preso un solo giorno di ferie per lavorare febbrilmente affinché gli alunni potessero essere distanziati come previsto. I colleghi hanno risposto a innumerevoli monitoraggi ministeriali per comunicare più volte tutti i dati relativi alle classi, alle aule, ai corridoi, alle palestre, ai cortili, agli edifici. E tutto questo perché? Perché siamo stati seri e responsabili, ben più di quanto fosse evidentemente necessario”.

FONTI: Corriere della Sera/Tecnica della scuola

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