Quale quadro attende i nostri bambini? Il 2024 sarà l'anno più caldo mai registrato e secondo il rapporto Unicef, nel decennio 2050-2059, le crisi climatiche e ambientali diventeranno ancora più diffuse, con un numero di bambini esposti a ondate di calore estreme otto volte superiore
Il futuro delle bambine e dei bambini di tutto il mondo è incerto se non si interviene per salvaguardare i loro diritti. È l’urgenza che emerge dal rapporto dell’Unicef pubblicato oggi in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza, quasi agli sgoccioli della COP29 di Baku.
Un studio approfondito (La condizione dell’infanzia nel mondo 2024: Il Futuro dell’Infanzia in un mondo in trasformazione), che pone grande enfasi sull’impatto della crisi climatica e che esamina dettagliatamente come tre grandi forze globali – o megatendenze – avranno forte influenza sulla vita dei bambini entro il 2050 e anche oltre.
Da cosa sono rappresentate queste megatendenze? Senza dubbio dai cambiamenti demografici, dalle crisi climatiche e ambientali e dalle tecnologie, che, seppur rivoluzionarie, rappresentano una sfida estrema oltre che un’opportunità che i bambini potrebbero dover affrontare in futuro non molto lontano.
Come sarà il mondo per i bambini nel 2050?
Ad oggi, quasi la metà dei bambini del mondo – circa 1 miliardo – vive in Paesi ad alto rischio climatico e ambientale. Dal 2022, 400 milioni di studenti in tutto il mondo hanno sperimentato chiusure scolastiche a causa di condizioni meteorologiche estreme.
Inoltre, rispetto agli anni 2000:
- nel 2050: si prevede che i bambini esposti alle ondate di calore saranno circa 8 volte di più
- 3,1 volte più bambini esposti alle inondazioni
- 1,7 volte più bambini esposti agli incendi
- 1,3 volte più bambini esposti alla siccità
- 1,2 volte più bambini esposti ai cicloni tropicali
Quasi il 60% dei bambini a livello globale vivrà in contesti urbani, rispetto al 44% degli anni 2000, mentre i tassi di sopravvivenza dei neonati a livello globale aumenteranno di quattro punti percentuali rispetto agli anni 2000, superando il 98%.
Nell’Africa orientale e meridionale, infine, il numero di bambini esposti ai conflitti aumenterà da 71 milioni negli anni 2000 a 97,8 milioni nel 2050, e da 5,1 milioni a 69 milioni nell’Africa occidentale e centrale.
Ma ci sono anche notizie positive
Non è tutto perso, per fortuna. Secondo il rapporto, infatti, l’aspettativa di vita alla nascita aumenterà. Anche l’accesso dei bambini all’istruzione, aumentato negli ultimi 100 anni, continuerà a salire e si prevede che quasi il 96% dei bambini a livello globale avrà almeno un’istruzione primaria nel 2050, rispetto all’80% degli anni 2000.
Conclusione? Rimane necessario porre i diritti dei nostri bambini al centro di tutte le strategie e di tutte le politiche dei grandi della Terra, quegli stessi grandi che a volte sembrano dimenticarsi che tutto rimarrà nelle mani delle nuove generazioni. Servirebbero per loro più investimenti in istruzione, più investimenti nei servizi e in città sostenibili e resilienti e un maggior sviluppo nelle infrastrutture, nella tecnologia, nei servizi essenziali e nei sistemi di supporto sociale.
Una rete che renderebbe la condizione dei bambini di oggi e di quelli che verranno un po’ meno sofferente.
QUI trovi il rapporto UNICEF completo.
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