Le scuole materne che seguono il metodo Montessori aiuterebbero a migliorare i risultati dei bambini che provengono dai contesti famigliari più svantaggiati.
Far seguire il metodo Montessori all’asilo renderebbe i bambini più bravi alle scuole elementari e più propensi all’apprendimento. Lo dice un nuovo studio americano che punta però sulle diseguaglianze economiche.
Secondo una ricerca pubblicata su Frontiers in Psychology dai ricercatori della University of Virginia, infatti, le scuole materne che seguono il metodo Montessori aiuterebbero a migliorare i risultati dei bambini che provengono dai contesti famigliari più svantaggiati. Perché? Perché aiuterebbe gli studenti a basso reddito a mantenere il passo con i loro coetanei a più alto reddito.
Un asilo nido che segue il sistema montessoriano, insomma, fungerebbe da grande “equalizzatore” capace di migliorare le performance scolastiche dei bambini provenienti da famiglie più povere.
La ricerca
Lo studio ha coinvolto 141 bambini di Hartford, nel Connecticut: 70 di questi erano iscritti a una scuola dell’infanzia pubblica montessoriana e 71 in altre scuole materne e per l’indagine sono stati seguiti dall’età di 3 anni fino ai 6.
I ricercatori hanno testato i bambini in vari settori, tra cui la lettura, la matematica, la cognizione sociale, la persistenza e l’autoregolamentazione e hanno scoperto che i bambini nelle scuole di Montessori hanno avuto migliori risultati nel complesso dei bambini nelle scuole convenzionali.
Il metodo di insegnamento Montessori mira a sviluppare sia abilità sociali che accademiche nei bambini. Nelle classi di una Montessori, i bambini possono muoversi liberamente e scegliere tra una serie di attività didattiche. Ogni classe comprende bambini di varie età e non ci sono voti o premi per prestazioni.
“Abbiamo trovato che alla scuola elementare ottengono risultati migliori rispetto agli altri. Non solo: gli alunni Montessori provenienti da famiglie di basso reddito ottengono gli stessi voti dei bambini di famiglie più agiate – spiega Angeline Lillard, docente di psicologia e direttrice dell’Early Development Lab dell’University of Virginia. Si direbbe che il metodo Montessori possa anche essere uno strumento per superare gli effetti della diseguaglianza economica”. Come si spiega questo effetto? Per Lillard “una possibilità è che, nelle scuole convenzionali, gli insegnanti non si aspettino che i bambini delle famiglie più povere abbiano la stessa performance degli altri: potrebbe esserci una sorta di effetto Pigmalione alla rovescia.
Invece nelle scuole Montessori, siccome i bambini imparano soprattutto manipolando i materiali didattici, e i materiali didattici non giudicano, questo effetto non si presenta“.
Inoltre, lo studio mette in evidenza che i migliori risutlati degli alunni del Montessori non sono frutto di particolare sacrificio, perché si tratta di “bambini che sono più a loro agio in classe, e sembrano dotati di più pronunciate capacità sociali“, sottolinea Lilllard. In più, loro sarebbe più persistenti nei compiti più impegnativi, “qualità che è un fattore predittivo per il successo nella vita“.
I bambini più poveri allora farebbero bene ad andare alla Montessori? Posto che se il metodo non è applicato con scrupolo anche una scuola così specifica potrebbe essere un fallimento, l’esperimento si basa su soli 141 bambini. Un campione piuttosto ristretto per trarre conclusioni così importanti.
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Vero è che noi siamo grandi sostenitori del metodo Montessori, ma è altrettanto vero è che se i bimbi all’asilo sono seguiti a dovere da maestre eccellenti, sono spronati e spinti a far bene, anche alla scuola (pubblica e privata) tradizionale tanto di cappello.
Germana Carillo