Quasi due milioni di bambini europei assorbono il mercurio ancor prima di venire al mondo. L'esposizione al metilmercurio (MeHg), un suo composto, infatti è ben al di sopra dei limiti raccomandati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Colpa, indovinate un po', dell'inquinamento
Quasi due milioni di bambini europei assorbono il mercurio ancor prima di venire al mondo. E sono 200mila i neonati italiani esposti in gravidanza a livelli di mercurio al di sopra della soglia. L’esposizione al metilmercurio (MeHg), un suo composto, infatti è ben al di sopra dei limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Colpa, indovinate un po’, dell’inquinamento.
Sebbene anche le eruzioni vulcaniche e gli incendi boschivi contribuiscano ad incrementare i livelli di mercurio rilasciati nell’ambiente, sono soprattutto le emissioni inquinanti prodotte dai combustibili fossili a mettere a rischio la salute dei neonati. Tali sostanze infatti finiscono prima nell’atmosfera e poi anche nelle acque marine e lacustri, avvelendando letteralmente i loro abitanti. I pesci infatti tendono ad accumulare tali sostanze, che tornano facilmente anche all’uomo tramite l’alimentazione.
Il mercurio rilasciato in aria e poi depositato negli oceani sta sempre più contaminando le specie di pesci comunemente consumate dall’uomo, come ha evidenziato uno studio condotto dagli scienziati del Dartmouth College e dell’Harvard School of Public Health (HSPH). Il report è il culmine di due anni di lavoro di scienziati marini e di esperti di varie discipline. Quello che è emerso dai dati è davvero inquietante. Nel corso degli ultimi 100 anni, l’inquinamento da mercurio sulle superfici oceaniche è più che raddoppiato a causa delle attività umane, come la combustione del carbone, l’estrazione mineraria e altri processi industriali. Gli alti livelli di esposizione al mercurio attraverso il consumo di pesce hanno causato una serie di effetti sull’apparato neurologico e riproduttivo degli esseri umani e della fauna selvatica.
Ma anche i bambini non sono immuni dai pericoli del mercurio. I nuovi dati hanno infatti rivelato che 1.866.000 neonati venuti al mondo in Europa risultano esposti al MeHg e 232 mila sono esposti a livelli seriamente pericolosi per la salute, ossia 5 volte superiori al limite massimo consentito. Nei loro capelli infatti è stata trovata una concentrazione superiore a 2,45 mg/g di capelli, che è la soglia di allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il metilmercurio ha un effetto neurotossico, influisce sullo sviluppo cerebrale e di conseguenza può agire negativamente sul quoziente intellettivo dei bambini.
Il dossier, elaborato dall’Ehesp francese, ha anche realizzato una classifica dei bimbi più a rischio: in testa ci sono i nati in Portogallo, seguiti dagli spagnoli. Purtroppo per noi, l’Italia segue la Spagna. Per il nostro paese, i valori stimati sono di 200 mila neonati esposti in gravidanza a livelli di mercurio oltre la soglia di sicurezza. All’ultimo posto in classifica si trovano invece i bambini ungheresi.
Un problema che chiaramente non riguarda solo l’Europa ma anche paesi come gli Stati Uniti, dove di recente un altro studio ha scoperto che una donna in gravidanza su 12 assorbe quantità eccessive e dannose di mercurio. Per questo è stata lanciata una campagna pubblicitaria contro le centrali a carbone da parte di Sierra Club, che con alcune immagini shock ha invitato a riflettere sui rischi per il bambino.
L’argomento è tornato in primo piano anche in occasione della quinta sessione dello Intergovernmental Negotiating Committee del programma delle Nazioni Unite sull’ambiente che si svolgerà dal 13 al 18 gennaio a Ginevra, in Svizzera, dove si discuterà di un trattato internazionale per ridurre l’uso di mercurio.
Lo studio è stato pubblicato su Environmental Health.
Francesca Mancuso
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