Respinto il ricorso presentato dal Miur. Il Tribunale di Torino ha dato il via libera alla libertà dei genitori di portare il pranzo a scuola con cibo portato da casa.
Panino libero a scuola! Il tribunale di Torino ha respinto il ricorso del Ministero dell’Istruzione contro la decisione di un giudice che aveva riconosciuto di fatto alle famiglie il diritto di mandare i bambini a scuola portandosi il pasto da casa.
Il Tribunale di Torino – città che ha già conosciuto uno scandalo legato proprio alle mense – ha così dato il via libera alla libertà dei genitori di portare la famosa “schiscetta”, ovvero il pasto domestico all’interno dei locali scolastici adibiti a mensa nell’orario destinato alla refezione.
La battaglia giudiziaria era iniziata due anni fa, ma solo a giugno una sentenza della Corte d’appello aveva sancito la possibilità di consumare il panino solo per i figli di 58 genitori che avevano presentato ricorso. Adesso invece passa il principio che il diritto vale per tutti e quindi le scuole dovranno organizzarsi.
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La sentenza dice chiaramente che trattandosi di momento formativo, i bambini non posso essere isolati dai compagni. Infatti, si legge nella sentenza, il servizio di refezione scolastica è “servizio locale a domanda individuale che l’ente non ha l’obbligo di istituire ed organizzare ed è facoltativo per l’utente che può, quindi, scegliere di non avvalersene”.
Per il Presidente del Codacons, Marco Maria Donzelli si tratta di una “vittoria fondamentale per tutti i genitori con bambini che vanno in mensa scolastica. Il Codacons è anni che si batte affinché i bambini possano portarsi da casa il pranzo senza dover necessariamente mangiare il cibo propinato dalle mense scolastiche, con tutti i problemi del caso, più volte denunciati negli anni dall’Associazione. Adesso però è necessario che il Ministero dia disposizione a tutte le scuole italiane affinché sia possibile esercitare liberamente questa possibilità. Chiediamo che venga messo a disposizione una spazio apposito dove i bambini possano consumare il cibo portato da casa”.
Ora si attende che il Ministero dia disposizioni in tutte le scuole, ma ancora nessuna indicazione, né sono giunte direttive, mentre i dirigenti scolastici tacciono.
Certo è che l’ “effetto panino” si farà sentire eccome, soprattutto laddove le mense costano un po’ di più o le famiglie non sono esattamente contente della qualità. A Napoli, l’assessora alla Scuola e all’Istruzione, Annamaria Palmieri, ha convocato una commissione per diramare delle linee guida sugli aspetti sanitari, perché, diciamoci la verità, senza frigo e senza la corretta conservazione tutto può deteriorarsi e dar vita a una carica batterica pericolosa. A Campomorone, invece, in provincia di Genova, i bambini che consumano il cibo della mensa e quelli che hanno il pasto portato da casa mangiano in due locali diversi.
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Insomma, l’effetto domino è pronto a farsi largo e un po’ di aria di tempesta c’è, non fosse altro che alle famiglie fa gola soprattutto non spendere tanti soldi in pasti che (sono quasi sempre sicuri) i propri figli non mangiano completamente. Eppure, se da un lato il “diritto al panino” è fondamentale, dall’altro sarebbe auspicabile anche un miglioramento di un servizio, quello delle mense scolastiche, che evidentemente perfetto non è. Secondo Coldiretti, un italiano su 5 non si fida delle mense. Per cui, forse, se ci fosse un cambiamento, una gestione impeccabile sempre e in ogni mensa di ogni angolo di Italia e, magari, una diversa ripartizione delle tariffe, il concetto “mensa” rimarrebbe quello che è (o vuole tentare di essere): un momento fondamentale per la socializzazione e per l’educazione a una corretta alimentazione.
Germana Carillo